Pubblicità progresso: Enogea 41 e il Vulture

Piane dell'Incoronata, Melfi, alle spalle il Vulture - foto Carbone -

Se come me amate il Vulture, i suoi paesaggi, gli uomini e i suoi vini, allora non potete perdervi l’ultimo numero di Enogea dove firmo la prima parte di un reportage che troverà compimento nel prossimo numero. Partendo dalla nuova docg una prima panoramica dei luoghi, il racconto di un territorio attraverso i dati di produzione, le nuove 70 menzioni geografiche e un primo tentativo di mappatura: a questo link (vedi qui) un piccola anteprima.
Per acquistare il numero 41 o, perché no, abbonarsi ad Enogea (6 numeri costano solo 58 euro) basta contattare il buon Masnaghetti al suo indirizzo mail: almasnag@tin.it

Oltre il Vulture, in questo numero trovate:
- Un aggiornamento sulla Valtellina e le verticali del Rocce Rosse di Arpepe e dei vini di Rainoldi e Prevostini
- Uno speciale Molise
- Un pezzo di Gianni Mura
- Un ulteriore tappa sugli importatori: Terroirs Ceretto
- Un aggiornamento sul Trento
- La prima parte di una retrospettiva sui Barolo 2001
- L’intervista a Domenico Clerico
- Un articolo sulla Borgogna

Ed infine l’immancabile On The Road del masna.

Appassionato avvisato…

posted by Mauro Erro @ 10:43, ,


Miseria e Nobiltà nella cucina partenopea

Una leggenda lega una ricetta partenopea, gli spaghetti con le vongole fujute, ad Eduardo De Filippo e a un simpatico aneddoto che stamane ho raccontato sullo spazio Enogea del sabato mattino dove editiamo una ricetta gustosa.

Ovviamente si tratta di una delle tante storielle che s’accompagnano alla cucina partenopea perché, come è facile immaginare, degli spaghetti conditi con pomodorini e prezzemolo (e sassolini di mare a ricordare il sapore delle vongole) risalgono a ben prima dello stesso Eduardo.

Uno degli aspetti della cucina partenopea è il continuo contrasto tra ricco e povero o miseria e nobiltà: da un lato la ricchezza di alcune preparazioni arrivate dalle corti francesi e dai monzù e trasmigrate nella cultura popolare come il ragout, dall’altro piatti essenziali propri del popolino: ma nell’uno e nell’altro caso c’è un aspetto antropologico che fa da sfondo.

Perché anche la ricchezza degli ingredienti, delle preparazioni, delle ricca tavolata domenicale e delle infinite portate dei giorni di festa (sempre a proposito di Eduardo penso al magnifico Sabato, Domenica e Lunedì) non sono altro che un modo per esorcizzare la miseria e la povertà e scacciarla e fanno il paio con le pizze a credito e il caffè sospeso.

Così come allo stesso tempo, tanti piatti della cucina “povera” partenopea s’accompagnano a numerosi aneddoti e storie che divengono ingredienti stessi delle preparazioni arricchendole: senza di esse, si perderebbe gran parte del sapore.

Come giustamente osservò Monelli negli anni trenta sul suo Ghiottone errante: “I napoletani sono sobri, perché sono meridionali, poveri e filosofi razionali. Ma per loro il mangiare e il bere è pretesto di svago di vita, di spettacolo colorito”.

È per questo che in nessun posto come Napoli la distinzione tra cultura materiale e immateriale è priva di alcun senso, ed è per questo che Napoli è una delle principali piazze gastronomiche: perché una parte sostanziale delle sue storie si racconta e accade in cucina, davanti a luci fioche e fuochi accessi si sussurrano peccati pagani e indicibili e si svelano i suoi drammi proprio come in Sabato, Domenica e Lunedì.

Ed ovviamente senza questi contrasti in cui vale tutto e il contrario di tutto Napoli, non sarebbe, semplicemente, quel che è: Napoli.

posted by Mauro Erro @ 11:21, ,


Avviso ai naviganti campani: 12 marzo serata da non perdere all'Ottavonano

Gianluca Polini e Yuri di Rito, tra loro Simone Della Porta de Il Chiostro di Nocera (Sa)

Mail inviatemi da uno dei viandanti, Gianluca Polini, che vi giro prontamente. Per chi ama le birre: non perdetevi questa serata gustosa. (me)


Il 12 Marzo ci sarà una serata molto speciale all'Ottavonano, 5 chef campani cucineranno piatti in abbinamento a 5 birre della nostra linea esclusiva Claustrum, inoltre avremo la presenza di due tra i più importanti conoscitori e degustatori di birra, l'inglese Roger Protz autore di varie guide del Camra, e il belga Joris Pattyn, uno dei massimi esponenti della cultura birraria belga e americana.

Il menù
Entrée
Birra Transport for London , spillata a pompa
Chef Antonio Petrillo, Patron La corte dei Filangieri , Candida
Piatto Hamburger di baccalà , pane croccante, pomodoro del piennolo confint e riduzione di birra

Antipasto
Birra Sorba, birra a fermentazione mista con sorbe in macerazione
Chef Mirko Balzano, chef Villa Assunta Mirabella Eclano
Piatto Zuppa di castagne,patate e funghi porcini secchi con salsiccia scottata.

Primo
Birra Solaris , belgian quadruppel
Chef Paolo Barrale , ristorante Marenna dei Feudi di San Gregorio
Piatto Arancini... alla genovese.

Secondo
Birra Once upon a time, Imperial russian stout
Chef Giovanni Mariconda, Patron e chef Taberna Vulgi Santo Stefano del Sole
Piatto Reale di maiale cotto a bassa temperatura con mele ubriache

Dolce
Birra Memento Mori barley wine 2007 e 2008
Chef Giuseppe Stanzione, chef Le Trabe Capaccio
Piatto Ripercorrendo la degustazione , Il castagnaccio declinato.


Per info e prenotazioni Gianluca 366 5332032 Info@ottavonano.com

Il costo della serata è di 35 € a persona.
Ottavonano Pub
via salita palazzo 13
Atripalda (AV)

posted by Mauro Erro @ 11:59, ,


Quelli che scrivono di vino

Luigi Veronelli

A seguito del mio post dell’altro giorno sulla pagina Facebook di Enogea (vedi anche sotto il post “diversità”) si è sviluppato un interessante dibattito a cui hanno preso parte alcuni appassionati e scrittori di vino, grazie anche e soprattutto ad un post (vedi qui) scritto dal solito, e come sempre lucidissimo, Masnaghetti.

Ora, il discorso si è spostato dai vitigni minori o piccoli allo scrivere di vino e ho come l’impressione che si confrontino due schieramenti più o meno nutriti. Da un lato quelli che hanno un approccio più giornalistico, dall’altro quelli che hanno un approccio più letterario. Tenendo sempre a mente le mille sfumature che ci sono in mezzo.

È ovvio che entrambi gli approcci hanno, se volete, dei limiti e dei meriti. Quello giornalistico nell’essere eccessivamente classificatorio (vedi le tanto bistrate guide), quello letterario di utilizzare la scrittura più come fine che come strumento, laddove è espressione e reinterpretazione della realtà filtrata dal proprio io, con il rischio di un relativismo in cui vale tutto e il contrario di tutto a patto che sia scritto da una penna ispirata (vedi il limite di molti “blogger”).

E alla fine credo che molto dipenda dall’immensa eredità che ci ha lasciato il buon Veronelli e all’interpretazione del suo lavoro, a come si guarda il suo operato: i cataloghi bolaffi o la sensibile penna e la profonda cultura?

Credo che molto passerà di qui, da quale “modello” si affermerà in futuro nella critica e da quale sarà la domanda del consumatore o appassionato che dir si voglia. (punteggi o meno).
E non è proprio cosa da poco.

posted by Mauro Erro @ 11:31, ,


L'agricoltura in crisi: segnalazioni

A guardare il nostro mondo da internet sembrerebbe che la crisi non lo tocchi. Bevute, bottiglie che si stappano, fiere e eventi vari, il nostro carrozzone tira dritto e tra poco ci ritroveremo tutti al Vinitaly.

Eppure le cose non stanno propriamente così, tra ristoranti che chiudono, aziende che hanno le cantine piene di vino che declassano o svendono al primo speculatore in cerca d’affari e l’uva che rimane sui tralci perché pagata talmente poco da non coprire neanche i costi di raccolta: ettari su ettari che rimangono e rimarranno incolti e abbandonati.

A questo proposito, anche se non si parla d’uva ma di altri prodotti agricoli, vorrei segnalare questo video di Giulia Bosetti che riguarda l’agro Pontino apparso sulla pagina di Servizio Pubblico e questo reportage apparso, invece, sulla pagina Inchieste de La Repubblica che racconta la situazione di Vittoria, in Sicilia, un tempo zona “d’oro” per l’olio locale e non solo.
Appena avete un attimo dategli uno sguardo.

posted by Mauro Erro @ 09:22, ,


Diversità

(post pubblicato stamane sulla pagina Facebook di Enogea - vedi qui - dove c'è, nel caso non lo sappiate, tanta altra roba non male da leggere, vedere, ascoltare e commentare. m.e.)

In questi ultimi anni il mondo del vino ha sdoganato un po’ tutto tanto che oggi risulta abbastanza difficile parlare di canoni estetici riconosciuti e affermati, perché se è vero che il modello applicato è definibile filo-Borgognone in termini di leggerezza e di peso, non si può dire altrettanto in termini di finezza ed eleganza: spesso da noi rusticità e imperfezioni sono apprezzate e desiderate come sinonimi di “verità” espressiva. A questa riforma, ovviamente, seguirà una controriforma, così come cambiano tendenze, mode e gusti, e sopraggiunta la noia si cercherà qualcosa di diverso.

E a proposito di riforme e controriforme, ecco un altro leit motiv degli ultimi anni: la ricerca spasmodica di vitigni sottovalutati da riproporre come autentici fuoriclasse (cosa per altro non nuova… vedi fine anni ’80 [masna]).
Troppo spesso nelle mie note di degustazione di questi vini, come in quelle di altri, ricorrono espressioni come “nebbioleggia” o “rimanda la memoria al vino x o alla zona y”, dimostrando così che questi vini da vitigni “minori” invece di distinguersi per un particolare e inconfondibile carattere si differenziano soltanto per il nome del vitigno da cui derivano.

Insomma, per dirla con Gianni Mura, c’è un po’ la tendenza a far diventare campioni anche i peggiori brocchi.
A discapito del consumatore, ovviamente.
E con le dovute eccezioni, altrettanto ovviamente.

posted by Mauro Erro @ 10:57, ,


Requisiti minimi indispensabili

L’altro giorno degli amici mi hanno portato in una trattoria. Una esperienza che mi ha segnato.
In negativo.
Ad un certo punto mi è stato servito del baccalà vecchio chissà quanto che galleggiava in cinque centimetri di olio puzzolente. Fin qui non ci sarebbe niente di anomalo. Capita. La cosa che mi ha colpito, però, è che non solo la trattoria è ben conosciuta, ma soprattutto che era piena in ogni ordine di posto.
Quando gli amici me ne parlavano notavo che il primo parametro preso in considerazione era il prezzo.

“Mauro, magni a sentirti male e spendi non più di 15 euro!”

Ogni atteggiamento snob è bandito. Nessuno nasce imparato. La consapevolezza e il riconoscimento della qualità passa attraverso l’assaggio, diamolo per scontato: se non si assaggia una robiola di Roccaverana con i fiocchi non si saprà mai cosa può essere una robiola. E ciò vale per qualsiasi altra cosa che sia commestibile, alcolici compresi.

Però provateci voi, a trovare qualità in ciò che mangiate quando siete una coppia di giovani precari e avete un figlioletto di due anni.
La cultura del supermercato è quella della quantità. La gran parte del cibo accessibile a tutti come mai è stato nella storia dell’uomo, compreso il fuori stagione.
Ora però c’è da fare un passo in avanti in termini qualitativi. Pretendere maggiore qualità e dare la possibilità a tutti di saperla riconoscere.

Altrimenti, noi che siamo una piccola riserva indiana, rischiamo o l’implosione dall’interno, visto che l’offerta di prodotti e servizi è ben maggiore della domanda o, molto più semplicemente, l’estinzione.
Perché il pesce grande mangia il pesce piccolo.
E i grandi hanno maggiore capacità persuasiva e maggiore possibilità di difendere i loro interessi rispetto ai piccoli, si tratti di un produttore di formaggio o di vini o di una bottega di quartiere.

Suggerimenti?

posted by Mauro Erro @ 09:34, ,


Niente di nuovo sotto il sole (vedi il Cavalier Rivella)

Sole a parte, che sarebbe una grande novità in questi giorni di neve perenne, nel mondo del vino italiano siamo proprio allergici alle novità. In questo caso mi riferisco alla lezione tenuta dal Cavalier Rivella, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, invitato da “Strada del Barolo e grandi vini di Langa” e “Vini del Piemonte” per dire la sua sul tema Piangersi addosso o reagire alle difficoltà? Tra crisi e competizione, uniamo le forze per affrontare il mercato.

Per la cronaca vi rimando al puntuale scritto di Alessandro Morichetti apparso su Intravino, sito da cui è tratta la foto che ritrae il Cavaliere; io invitato più volte a dire la mia, scavando nelle profondità non certo abissali della mia mente, non sono riuscito a tirarne fuori niente di così straordinario e innovativo, giusto due o tre considerazioni e qualche domanda.

1) Ma quanti anni ha il Cavalier Rivella?

2) Se vi state chiedendo il perchè della domanda, ve lo spiego subito: perchè ciò che dice è vecchio. E se non sempre ciò dipende dall'età anagrafica, in questo caso la cosa mi appare manifesta.

3) La contrapposizione Tradizione - Lacciuoli / cambi di disciplinare - cabernet, puzza di stantio. E di noioso e intellettualistico. Sembra di disquisire del sesso degli angeli.

4) Hai voglia a sentirsi Marco Polo o aver letto le Città invisibili di Calvino, si può pensare che i mercati siano infiniti e che ne nasceranno di nuovi sulla terza Luna di Giove e vattelapesca. Ma la realtà è che si produce troppo, che ci sono troppi rappresentanti di vino, troppo inutili ristoranti o enoteche, troppi scribacchini di vino, troppo di tutto.

5) Forse a sfoltire ci penserà la crisi. Noi non saremo riusciti a fare una vera selezione. E non è detto che il mercato premi i più bravi o i migliori.

6) Per cui si torna a monte: nulla di nuovo in un paese dove il merito conta poco più di zero.

Però, dico, ma cosa ci si aspettava da Rivella? Il problema è, semmai, chi lo ha invitato e chi lo ha messo a capo del Consorzio a Montalcino.

p.s. Forse tra il troppo che abbonda, manca un "grande vecchio". Uno alla Montanelli, per capirci. Uno con tanta esperienza e con le giuste prospettive da intervistare per fargli spazzar via per bene tutta questa inutilità con poche e misurate parole. Probabilmente non cambierebbe molto. Ma manca lo stesso.

p.p.s. E dopo il cavaliere, arriverà certamente il momento del Tecnico.

posted by Mauro Erro @ 08:33, ,


1,7 e 15 Marzo I Cru di Enogea in Tour a Napoli con Alessandro Masnaghetti

Enogea

in collaborazione con

AIS Associazione Italiana Sommeliers delegazione Napoli

Presenta
I Cru di Enogea in Tour

Giovedì 1, mercoledì 7 e giovedì 15 Marzo, sarà Napoli la cornice di un viaggio esclusivo.
In una delle sue rarissime apparizioni, Alessandro Masnaghetti, editore e direttore della rivista Enogea, ci condurrà in un viaggio tra i comuni e le vigne delle denominazioni Barolo e Barbaresco raccontate attraverso il suo lavoro di mappatura delle vigne, espresso con le cartine di Enogea e l’assaggio di ben 29 vini, degustati con il delegato AIS di Napoli, Tommaso Luongo.

1-7-15 Marzo sono dunque i prossimi appuntamenti da segnare in agenda, un’occasione da non perdere, a Napoli, presso l’Hotel Ramada, in Via Galileo Ferraris.

Ecco gli appuntamenti nel dettaglio:

Prima serata – 1 Marzo 2012 – ore 20.00

Novello
Barolo Ravera 2007 - Elvio Cogno

Barolo
Barolo Bricco delle Viole 2007 - G. D. Vajra
Barolo 2007 - Cantina Bartolo Mascarello
Barolo Cannubi 2007 - Fratelli Sergio & Battista Borgogno

La Morra
Barolo Bricco Rocche Brunate 2004 - Ceretto
Barolo Cerequio 2004 - Roberto Voerzio
Barolo La Serra 2008 - Marcarini
Barolo Monfalletto 2007 - Cordero di Montezemolo Monfalletto

Verduno
Barolo Monvigliero 2007 - Fratelli Alessandria


Seconda serata – 7 Marzo 2012 – ore 20.00

Castiglione
Barolo Bricco Parussi 2004 - Bovio Gianfranco
Barolo Rocche 2007 - Fratelli Brovia

Monforte
Barolo Colonnello 2007 - Poderi Aldo Conterno
Barolo Le Gramolere 2007 - Giovanni Manzone
Barolo Sorì Ginestra 2007 - Conterno Fantino

Serralunga
Barolo Prapò 2007 - Ettore Germano
Barolo Lazzarito 2004 - Fontanafredda
Barolo Vigna Rionda 2004 - Oddero
Barolo Margheria 2007 - Massolino
Barolo Falletto 2007 - Bruno Giacosa

Terza serata – 15 Marzo 2012 – ore 20.00

Barbaresco
Barbaresco Riserva Asili 2007 - Produttori del Barbaresco
Barbaresco Montefico Vigna Bric Mentina 2008 - La Cà Nova
Barbaresco Camp Gros Martinenga 2006 - Marchesi di Grésy
Barbaresco Ovello 2007 - Cascina Morassino

Neive
Barbaresco Marcorino 2007 - Cantina del Glicine
Barbaresco Starderi 2007 - La Spinetta
Barbaresco Sorì Paitin 2006 - Azienda Agricola Paitin
Barbaresco Riserva Santo Stefano 2008 - Castello di Neive

Treiso
Barbaresco Rizzi Vigna Boito 2007 - Cantina Rizzi
Barbaresco San Stunet 2007 - Piero Busso


1 – 7 - 15 Marzo: Hotel Ramada, Via Galileo Ferraris, 40 - Napoli
Costo intero pacchetto: 190 €
costo singola serata: 70 €
Sconto 10% per i soci Ais e gli abbonati Enogea valido anche per chi si abbona alla rivista durante la prima serata (1/3/2012). Prenotazione impegnativa.
Info e prenotazioni: adeluccia@gmail.com – 081 3722670 – 329 6467600



posted by Mauro Erro @ 17:11, ,






Pubblicità su questo sito