Miseria e Nobiltà nella cucina partenopea

Una leggenda lega una ricetta partenopea, gli spaghetti con le vongole fujute, ad Eduardo De Filippo e a un simpatico aneddoto che stamane ho raccontato sullo spazio Enogea del sabato mattino dove editiamo una ricetta gustosa.

Ovviamente si tratta di una delle tante storielle che s’accompagnano alla cucina partenopea perché, come è facile immaginare, degli spaghetti conditi con pomodorini e prezzemolo (e sassolini di mare a ricordare il sapore delle vongole) risalgono a ben prima dello stesso Eduardo.

Uno degli aspetti della cucina partenopea è il continuo contrasto tra ricco e povero o miseria e nobiltà: da un lato la ricchezza di alcune preparazioni arrivate dalle corti francesi e dai monzù e trasmigrate nella cultura popolare come il ragout, dall’altro piatti essenziali propri del popolino: ma nell’uno e nell’altro caso c’è un aspetto antropologico che fa da sfondo.

Perché anche la ricchezza degli ingredienti, delle preparazioni, delle ricca tavolata domenicale e delle infinite portate dei giorni di festa (sempre a proposito di Eduardo penso al magnifico Sabato, Domenica e Lunedì) non sono altro che un modo per esorcizzare la miseria e la povertà e scacciarla e fanno il paio con le pizze a credito e il caffè sospeso.

Così come allo stesso tempo, tanti piatti della cucina “povera” partenopea s’accompagnano a numerosi aneddoti e storie che divengono ingredienti stessi delle preparazioni arricchendole: senza di esse, si perderebbe gran parte del sapore.

Come giustamente osservò Monelli negli anni trenta sul suo Ghiottone errante: “I napoletani sono sobri, perché sono meridionali, poveri e filosofi razionali. Ma per loro il mangiare e il bere è pretesto di svago di vita, di spettacolo colorito”.

È per questo che in nessun posto come Napoli la distinzione tra cultura materiale e immateriale è priva di alcun senso, ed è per questo che Napoli è una delle principali piazze gastronomiche: perché una parte sostanziale delle sue storie si racconta e accade in cucina, davanti a luci fioche e fuochi accessi si sussurrano peccati pagani e indicibili e si svelano i suoi drammi proprio come in Sabato, Domenica e Lunedì.

Ed ovviamente senza questi contrasti in cui vale tutto e il contrario di tutto Napoli, non sarebbe, semplicemente, quel che è: Napoli.

posted by Mauro Erro @ 11:21,

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