Diario degli errori: questioni di merito
venerdì 5 giugno 2015
Tempo fa ascoltai Francesco Palmieri affermare che Malacqua, l’unico romanzo di Nicola Pugliese uscito per i Coralli di Einaudi nel ‘77 e recentemente rieditato da Tullio Pironti, non è un libro da poter consigliare a tutti, perché non tutti lo meritano.
Dopo l’istintiva e pavloviana reazione di perplessità, perché davvero vorrei che in molti leggessero Malacqua, ho dovuto dargli ragione. Non tutti sono in grado di capirlo.
Anzi, a dirla tutta, passando dall’universo dei libri a quello dei vini, non di rado mi capita di pensare le stesse cose: ossia che non tutti meritano, perché non lo capiscono, quel vino o quell’altro.
So di non essere il solo a pensarlo. Anzi so bene che, se molti hanno un amico che ne capisce, molti conoscono qualcuno, amico, conoscente o parente, che non ne capisce abbastanza e che quindi non merita.
Basta recarsi in una qualsiasi enoteca durante le feste comandate per incontrarli. Siate sicuri che prima o poi ascolterete un cliente che rivolgendosi al commesso dirà: no, costa troppo, ne devo prendere almeno 4 bottiglie, vengono da me quest’anno – sospiro di rassegnazione – e considera che mio cognato e mio suocero non ci capiscono niente.
Il cognato e il suocero non se lo meritano.
A dire il vero, sentirete tanti altri clienti che diranno: devo comprare del vino – è pur sempre una festa comandata – ma io non ci capisco niente*. L’espressione sottende, tra le altre cose, che durante il resto dell’anno, a meno di occasioni speciali, costoro o non bevono vino o ne bevono di qualità inferiore, tanto non ci capiscono nulla. E quindi non se lo meritano.
Alla fine, al di là dell’immediata piacevolezza che da il vino e del politicamente corretto che c’impone di difendere a spada tratta l’anarchia del gusto e la sua relatività, "fa brutto" dirlo ma tutti ne siamo coscienti: è questione di merito.
E molto spesso non lo meritiamo.
* tra gli altri sentirete anche alcuni clienti che al contrario, prima di comprare il vino, diranno di capirne molto. Loro se lo meritano. O almeno (se) lo credono.
posted by Mauro Erro @ 12:27, ,