Quando morì Masaniello
martedì 31 maggio 2011
Diamo un po’ di numeri.
De Magistris è il nuovo sindaco (con 260.000 voti circa) rispetto al candidato di centrodestra Gianni Lettieri (arrivato a circa 140.000 voti).
Semplificando: su 10 cittadini quasi 1 persona e mezza ha votato centrodestra, 2,6 per De Magistris, 4 si sono astenuti, due non possono votare.
Non credo ci voglia una laurea ed un master in politologia per analizzare questo voto a Napoli; un voto di condanna nei confronti di una classe politica sfacciata, ignorante e corrotta.
Napoli sommersa dalla monezza ha scelto (per la sua metà) di esercitare la propria protesta non votando, non sentendosi rappresentata né da chi, il centrosinistra Bassoliniano, in 20 anni ha ramificato nella società quel sistema clientelare che si è spartito la torta e che, tornando all’emergenza rifiuti, ha patteggiato con la camorra, né il centrodestra dove la camorra s’insinua fino a coinvolgere il coordinatore del Pdl campano Nicola Cosentino - respinta in Parlamento la richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica (con interessamenti, vedi Eco4, proprio nella faccenda rifiuti) – e il presidente della provincia di Napoli Gigino la polpetta, (al secolo Luigi Cesaro), già implicato in fatti di mafia all’epoca della nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo e il cui pedigree, compreso qualche affaruccio con la monezza, potete leggere qui.
Poi ci sono coloro che hanno confidato in De Magistris ritenendolo soprattutto una persona perbene in grado di portare il cambiamento; di sicuro, complice l’astensionismo, ha fatto saltare il banco (o almeno così pare).
Considerando che nelle fila degli elettori del centrosinistra che hanno votato Morcone al primo turno, così come nelle fila degli elettori del centrodestra, non ci sono solo killer efferati, farsi due calcoli è gioco semplice per dimostrare, precisazione inutile quanto stupida ma all’altezza di alcuni osservatori illuminati, quanto larga parte, la maggioranza dei partenopei, siano persone perbene.
Ma questo è il meno.
Uno degli aspetti che mi ha colpito in tanti anni di commenti sui miei concittadini è sempre stato il tono, tra il greve, rassegnato, filino snob e un pizzico razzista, di alcune delle genti di fuori (ma anche di dentro) che esclamavano frasi come se stessero parlando di un terzo mondo lontano: I napoletani dovrebbero imparare a fare la differenziata e poi è colpa loro che votano da 20 anni Bassolino.
Già, come se si stesse parlando di una provincia lontana del regno Borbonico e il resto d’Italia fosse governato da un’illuminata famiglia Medicea con a capo il magnifico Silvio. In sella, pure lui, da un ventennio, pare.
Bene, rassicuriamo coloro capaci di tali profonde osservazioni: nel mio quartiere, zona collinare, da un anno si procede con la differenziata. Solo con quella, senza alternativa alcuna, per cui, a meno che qualcuno non la stipi in casa la propria immondizia (pratica in uso in certe tribù meridionali), siamo a quota 100% della raccolta. Ci siamo riusciti, è stato difficile per noi, ma ci siamo riusciti: ci ha aiutato, lo ammettiamo, il fatto di essere stata la prima città d’Europa a fare la raccolta differenziata. Lo scriveva, ammirato, Goethe nei suoi Viaggi in Italia nel 1787; per noi, dunque, è stato come tornare sulla bicicletta.
Certo poi chiedersi se questi rifiuti differenziati diventano ecoballe non a norma che verranno depositate a marcire per i prossimi trent’anni in un sito di stoccaggio anch’esso non a norma che ci avvelenerà che importa, vero?
Oppure prendersi la briga di raccogliere un po’ d’informazioni, come quelle date su questo blog (qui, qui, qui, qui e qui), per scoprire chi c’è veramente dietro quest’emergenza? Chi è Impregilo, chi gli attori e come sono andate veramente le cose? Commissari straordinari con i poteri straordinari qui ne sono passati tanti, anche di centrodestra, questori e prefetti, fino all’iperattivo Bertolaso e il definitivo Berlusconi.
Definitivo. Solo un folle poteva pensare di venire a Napoli e di annunciare nell’ultimo giorno di campagna elettorale: “Non vi preoccupate, non compro Hamsik e non abbatto le case abusive”. I partenopei, civilissimi, rendendosi conto della follia, glielo hanno urlato: scemo.
Confido nella forza di volontà della Lega Nord – come a scuola, quando si diceva è intelligente ma manca di volontà: vale anche il contrario – nel realizzare il federalismo per dare una mano a De Magistris. Varrà anche per i rifiuti, credo: che gli imprenditori della Bassa Brianza se li tengano invece di mandarceli qui, accomodandosi con la camorra.
Uh, anche al nord conoscono la camorra. E di cosa dovremmo meravigliarci? Sciascia lo raccontava nel 1970; la famosa linea della palma. Ma questo è altro discorso.
O forse no?
Vuoi vedere che i terzomondisti stanno molto più avanti su certe cose?
Sarà che abbiamo fatto il callo.
Allora speriamo valga d’insegnamento per il resto d’Italia, compresa quella con la puzzetta sotto il naso che ci guarda dall’alto nord (a sud di qualcun altro), così come è valso d’insegnamento per me che, con i miei concittadini, mi ci sono pure incazzato qualche volta.
E invece questo popolo dal profondo della propria cultura, con la compostezza che può chi sa di essere condannato a morte, ha dato lezione di civiltà dicendo chiaramente che Masaniello è fernuto.
Speriamo lo capisca anche De Magistris e che ai condannati venga data la grazia.
ah
posted by Mauro Erro @ 08:39,
1 Comments:
- At 1 giugno 2011 alle ore 23:07, said...
-
caro mauro,
la napoli di oggi è l'evoluzione storica della città forse più importante al mondo, più di roma senz'altro.
napoli È continuativamente grande Città da millenni, diciamo due e mezzo buoni.
ma napoli ha perso una guerra.
l'unità di italia sconfisse napoli.
purtroppo è vero, e la deriva/ferita è ancora viva sotto gli occhi di tutti.
molti diranno Embè? e che cavolo! son passati 150 anni! Eh no, amico mio. Eh no, perdila tu una guerra. e poi fammi un fischio.
Ps. lo schifo della mancata gestione dei rifiuti ha segnato una generazione. la munnezza è stato il segno del passaggio alla seconda repubblica, qui a napoli.
bene.
berlusconi è andato via, con lui bassolino e tutta la banda armata al seguito.
Mezza Città si è espressa. crede nel cambiamento di rotta. Crede nel passaggio alla terza repubblica.
vedremo se napoli saprà essere all'altezza di questo compito: anticipare come laboratorio politico il futuro di questo paese.
vedremo. ci conto.