The Bree Louise, Londra


Era la festa dei banchieri, oggi è la festa di tutti (o quasi). Bank Holiday continuano a chiamarla e così la metropolitana funziona a singhiozzo, un singhiozzo che non lascia respiro of course, ma sono costretto a scendere ad Holborn, il resto del tragitto lo percorro a piedi. Il cielo è grigio da questi parti: è stato l’Aprile più piovoso dal 1910 e quest’inizio di Maggio sembra non dare tregua. La pioggia cade fina, da fastidio più che creare disagio, anch’essa a singhiozzo, stavolta più grossolano. Si ferma, riprende, poi si ferma ancora e le foglie degli alberi, un po’ sui rami, un po’ per terra, incorniciano un paesaggio che ricorda l’autunno più che la primavera. Metto il cappello, non ho voglia di aprire l’ombrello, e m’incammino lungo il percorso che mi porterà a Euston Road. Si tratta di pochi isolati, quei pochi isolati che i londoners avrebbero fatto sotto-terra, nelle viscere traforate di una città enorme, dove dietro l’angolo capita di incontrare qualcosa che vada la pena essere visto. Le case vittoriano sfilano ordinate, coi loro mattoncini rossastri e le finestre senza imposte, i giardini antistanti agli ingressi e i due, tre piani al massimo a concedere ancora cielo allo sguardo. Arrivo a Euston Road (è lì che ho appuntamento per una mostra: http://www.wellcomecollection.org/) e il paesaggio cambia: alla fine della strada iniziano ad affacciarsi edifici più imponenti, vetro e metallo, dalla fattura evidentemente più recente. Imbocco una traversa, i grattacieli mi tolgono aria, almeno oggi non ne ho voglia. Basta girare l’angolo. 


Il Bree Louise è una public house di onorata carriera. Sei birre servite a pompa, undici a caduta e la cucina è aperta da mezzogiorno alle nove, senza interruzione. Grossa lavagna appesa al muro, tra acquerelli e maglie di rugby, pochi e grandi tavolacci, capita di sederti vicino a qualcuno, a me capita una coppia vivace che preferisce bere cider. Ordino da mangiare e da bere. Windsor&Eton, Knight of the Garter, una pale ale da 3,8%. L’ingresso è morbido, miscela di sensazioni biscottata, miele e una spiccata nota fruttata che vira verso una sensazione amaricante che si sovrappone ad un lieve ritorno tostato. Alla fine la bocca resta asciutta con una nota scura e persistente che gratta delicatamente la lingua ed invita ad un altro sorso di nettare morbido e fruttoso. Finisce così, velocemente. Ma l’ambiente è così, avventori che entrano e che escono, scambiano qualche chiacchiera al bancone o ai tavoli, lasciano fuori i problemi o li portano dentro per affogarli in una pinta, per affrontarli insieme all’oste. Ho avuto la mia dose di luppolo, ma non ci penso ad andarmene via: ho trovato un posto dove passare qualche ora, magari leggendo o chiacchierando, ma alla fine mi decido. Prendo una mild e prendo a scrivere. Branscombe Vale Brewery, Mild da 3,7%, bassa carbonica, nera e impenetrabile con assenza completa di schiuma. La declinazione delle sensazioni tostate è talmente soffice da lasciare senza parole: in un lungo grande sorso mi pare di percepire milioni di cose, come milioni di foto in bianco e nero che scorrono uno dietro l’altra a formare un lungometraggio muto d’altri tempi. C’è il toffee e la china, la radice ed il cioccolato, l’armonia e la persistenza, il buono e il cattivo, sole-luna, la dimostrazione che le frazioni della nostra anima possono convivere in equilibrio. Vengo richiamato all’ordine, gli avventori urlano di gioia e goliardia, siamo pur sempre in un pub, mica al tempio sacro. 
Ok guys, give me another pint!

The Bree Louise
69 Coburg Street Euston, London.
Pub dell’anno 2009/10 CAMRA.
Orari - Lun-Sab: 11-ora tarda
Dom: 12-22.30

Sconti per membri del CAMRA, lavoratori del NHS e studenti.

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posted by Mauro Erro @ 09:13,

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