Gerontofilia enoica
lunedì 24 ottobre 2011
Gerontofilia
[gr. geron = vecchio; filia = amicizia]
Dal glossario medico: Pervertimento sessuale di individui che provano attrazione per le sole persone di età avanzata.
Una delle inclinazioni principali di alcuni appassionati bevitori è l’amore viscerale per le vecchie bottiglie di vino. Per questi l’equazione vecchio è bello, giovane è brutto è la stella polare che li guida nelle loro esperienze sensoriali idroalcoliche.
Solitamente costoro non bevono vini che non abbiano un certo numero di anni sulle spalle; un aglianico, un sangiovese, un nebbiolo che non abbiano più di quattro o cinque anni di età sono vinosi, uno Champagne deve essere bevuto ad almeno quindici anni dalla sboccatura, un Barolo stappato a soli sette, otto anni, una barbarie, un’esecuzione sommaria; per loro l’amaretto di Saronno è più di un liquore, è un totem e sensazioni di goudron, spezie, frutta secca, maderizzazione del vino il fantastico mondo dove vivere per sempre; l’ossidazione una sorta di orgasmo mistico.
Ci pensavo l’altro giorno quando ho stappato a Gino, il mio amico gerontofilo per eccellenza, un brunello di Montalcino Il Colle 1978, l’ultima delle bottiglie di cui disponevo. Il mio ultimo assaggio risaliva a circa tre anni fa come potete vedere qui e a parte il lirismo dello scritto, fa sempre un certo effetto bere il vino dell’anno in cui si è nati, ricordo davvero una piacevole esperienza.
Non che quest’ultima non lo sia stata: ma rispetto ad allora nessuna evoluzione in meglio; i bordi del sorso leggermente sbiaditi e il finale preannunciava, con lieve tocco metallico, che quel vino si avviava a diventare l’ombra di ciò che era. Ovviamente Gino era in trance.
Ecco, chi ne avesse ancora qualche bottiglia si appresti a stapparlo, chi vuole curiosare tra nuove inclinazioni lo lasci in cantina, chi leggerà questo scritto solo tra qualche anno arrivandoci attraverso qualche motore di ricerca mi contatti: se vuole disfarsene, sono sicuro che Gino gliela comprerà volentieri.
Foto: Vecchie Bottiglie
ah
[gr. geron = vecchio; filia = amicizia]
Dal glossario medico: Pervertimento sessuale di individui che provano attrazione per le sole persone di età avanzata.
Una delle inclinazioni principali di alcuni appassionati bevitori è l’amore viscerale per le vecchie bottiglie di vino. Per questi l’equazione vecchio è bello, giovane è brutto è la stella polare che li guida nelle loro esperienze sensoriali idroalcoliche.
Solitamente costoro non bevono vini che non abbiano un certo numero di anni sulle spalle; un aglianico, un sangiovese, un nebbiolo che non abbiano più di quattro o cinque anni di età sono vinosi, uno Champagne deve essere bevuto ad almeno quindici anni dalla sboccatura, un Barolo stappato a soli sette, otto anni, una barbarie, un’esecuzione sommaria; per loro l’amaretto di Saronno è più di un liquore, è un totem e sensazioni di goudron, spezie, frutta secca, maderizzazione del vino il fantastico mondo dove vivere per sempre; l’ossidazione una sorta di orgasmo mistico.
Ci pensavo l’altro giorno quando ho stappato a Gino, il mio amico gerontofilo per eccellenza, un brunello di Montalcino Il Colle 1978, l’ultima delle bottiglie di cui disponevo. Il mio ultimo assaggio risaliva a circa tre anni fa come potete vedere qui e a parte il lirismo dello scritto, fa sempre un certo effetto bere il vino dell’anno in cui si è nati, ricordo davvero una piacevole esperienza.
Non che quest’ultima non lo sia stata: ma rispetto ad allora nessuna evoluzione in meglio; i bordi del sorso leggermente sbiaditi e il finale preannunciava, con lieve tocco metallico, che quel vino si avviava a diventare l’ombra di ciò che era. Ovviamente Gino era in trance.
Ecco, chi ne avesse ancora qualche bottiglia si appresti a stapparlo, chi vuole curiosare tra nuove inclinazioni lo lasci in cantina, chi leggerà questo scritto solo tra qualche anno arrivandoci attraverso qualche motore di ricerca mi contatti: se vuole disfarsene, sono sicuro che Gino gliela comprerà volentieri.
Foto: Vecchie Bottiglie
posted by Mauro Erro @ 11:44,