Imperial&Co. - Troppi reali nel mondo della birra

Stavolta non sappiamo proprio da che parte prendere il discorso. Non sapete quanto sia difficile scrivere a quattro mani soprattutto quando due sono intente a pigiare sulla tastiera e due invece a fare braccio di ferro. Questo capita soprattutto quando le mani sono rispettivamente di uno che viene considerato un evoluzionista della birra, una persona aperta alle variazioni, alle sperimentazioni e alle estremizzazioni/fusion stilistiche mentre l’altro è cementato sulle tradizioni, sul rigore e odia i ghirigori e i voli pindarici stilistici: in pratica l’alfa e l’omega.

Il motivo del contendere di questa volta è il proliferare di Imperial (Russian) Stout in giro per il globo che imperial non sono e l’abuso dello stesso termine usato per “imperializzare” stili che certo non sono da incoronare. Ma andiamo con ordine.

Il 2011 si apre con il consueto teatrino delle 100 best beers redatto da Ratebeer dove si evidenzia come per il secondo anno consecutivo dominino su tutte le Imperial Stout di stampo americano. L’Alvinne Craft Beer Festival (per gli amici il Pre-Zhytos) di questo inizio marzo ha confermato tale trend anche nei principali birrifici europei. In giro oggi (anche nel panorama artigianale italiano) ci sono così tante Imperial Stout e varianti Barrel Aged che non vi basterebbe la memoria del vostro I Pad per caricarle tutte.

Infine come se non bastasse iniziamo a trovare in giro Imperial IPA, Imperial APA, Imperial lager, Imperial quello che vuoi!!!

Il motivo del contendere diviene dunque la difficoltà da parte dei consumatori finali nel districarsi in questo mondo brassicolo sempre più privo di coordinate precise da cui partire.

In pratica come si fa a capire l’evoluzione stilistica delle attuali Imperial Stout quando non si sa in circolazione quale può essere un esempio rappresentativo dello stile?

E che significato ha Imperial sparato qua e la sulle etichette di birra quale rafforzativo stilistico? Che vuol dire che una Imperial IPA è una ipissima? E non bastava dire che la birra presenta un notevole tappeto alcolico e un persistente amaricante dato dallo spasmodico utilizzo di luppoli o da un dry hopping fuori da ogni schema?

Le Imperial Russian Stout hanno una loro precisa cornice storica e politica nonché una declinazione stilistica ben definita. Lo stile in questione nasce tra le mura del birrificio londinese Anchor Brewhouse, situato sulla sponda del fiume Tamigi, precisamente tra St. Saviour's Church e Southwark Bridge Road.

La mente imprenditoriale dietro l’Imperial Russian Stout è quella di Henry Thrale, il cui padre era già noto ai tempi per la sua Thrale's Intire Porter. Henry Thrale ebbe la lungimiranza (o guizzo imprenditoriale) di caricare la sua porter di malti tostati, luppolo e alcol per permettergli di superare il lungo tragitto dell’esportazione in Russia, cosicché da arrivare in perfette condizioni alla corte di Pietro Il Grande. Da quel momento in poi nasce uno stile unico, largamente imitato. Per diritto di cronaca, si deve aggiungere che nel maggio del 1781 l’Anchor Brewhouse viene acquista dalla Barclay, Perkins & Company, e nel pacchetto è inclusa la ricetta della Russian Stout. Negli anni le acquisizioni si susseguono: dalla Barclay & Perkins alla Courage, per poi passare alle Scottish Courage fino ad arrivare agli attuali produttori (occhio al finale di post).

Questo non vuol dire che se non avete in mano una impolveratissima bottiglia di Courage Imperial Russian Stout non berrete mai una vera Imperial Stout ma sicuramente avrete vita dura nel capire chi è l’evoluzione di chi. Ammettiamolo diverrebbe una guerra di muscoli tra una Rasputin (De Molen) e una Imperial Stout della Rogue, una guerra di Titani tra la Dark Lord (Three Floyds Brewing Co) e la Black Damnation V – Double Black (De Struise) in pratica un massacro palatale ed epatico.
Ma forse una soluzione al problema c’è e si chiama Imperial Extra Double Stout (Harveys brewery), quindi siate un poco pazienti …


Francesco Immediata e Gianluca Polini
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posted by Mauro Erro @ 10:45,

5 Comments:

At 25 marzo 2011 alle ore 18:13, Anonymous Roberto Erro said...

sì, ma ora sputate i nomi!!
chi è l'uno, l'evoluzionista, e chi l'altro, rigore e tradizione??
solo per sapere chi invitare a cena... :)

 
At 26 marzo 2011 alle ore 13:35, Anonymous Francesco Immediata said...

Domanda a Mauro e vediamo che dice!
Saluti
Francesco

 
At 26 marzo 2011 alle ore 19:16, Blogger Mauro Erro said...

Fra' mediato è il classicista, l'artro il Darwiniano.

 
At 27 marzo 2011 alle ore 13:17, Anonymous vincenzo said...

... e chi sarà invitato a cena?

 
At 29 marzo 2011 alle ore 18:24, Anonymous Roberto Erro said...

paolini of course. oppure mi invito a casa sua per una superba zuppa di cipolle! a lui l'abbinamento :)

 

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