Cirò Rosso Superiore 2004 Duca San Felice Riserva, Librandi
giovedì 9 settembre 2010
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La cosa paradossale che riguarda il gaglioppo e risiede nella mentalità di un certo modo di fare business è il fatto di voler aggiungere, in questo nuovo cambio di disciplinare, altri vitigni a discapito del gaglioppo senza chiedersi, ma quanto si sa del Gaglioppo stesso?
È questo l’incipit del testo che spesso si è citato, anche a sproposito, dei Librandi, realizzato in collaborazione con la regione Calabria – Il Gaglioppo e i suoi fratelli –: Dalle nostre parti si credeva, infatti, forti di una storia millenaria, eredi plurigenerazionali dei vignaioli che mandarono il vino ad Olimpia, viticoltori e vinificatori navigati, di sapere intimamente perlomeno cosa fosse il Gaglioppo stesso. Proprio su questo però, ed è qui il momento fondamentale, iniziò a venirci un dubbio.
Ecco, ad esempio, un’interessante informazione per il lettore potrebbe essere quella che, secondo i dati analitici, il gaglioppo mostra molti più aspetti in comune con il nebbiolo – il re dei vitigni come si suol dire – che non l’aglianico spesso definito il Barolo del Sud. Potendone sapere qualcosa in più, andando alla ricerca di biotipi differenti, a grappolo spargolo, effettuando micro-vinificazioni, insomma, portando avanti la ricerca e gli esperimenti potremmo davvero valorizzare un patrimonio già di per sé meraviglioso.
Allo stato attuale dovessi fare una previsione direi che l’apice espressivo di un Cirò è tra i sette e i dieci anni in base alla mia esperienza. Che il Gaglioppo è vitigno capace di fare da lente d’ingrandimento del territorio che lo ospita o di imporsi prepotentemente a seconda delle annate. Il grappolo serrato, ha sempre rappresentato una difficoltà per la possibilità di maturazione ottimale del uve. In alcune annate capita così che le note di erbe aromatiche e spezie che il gaglioppo è capace di regalare non siano precise e virino su note verdi spinte, piraziniche (alla maniera dei molti sauvignon blanc) e che siano invasive nel quadro olfattivo. Oppure, come in questo stupendo 2004, le note di ciliegia ed erbe e spezie, affianchino le note di terra, di bruciato e brace, di sole e roccia tipiche del comprensorio cirotano.
Nel finale il calore alcolico ci ricorda il suo essere mediterraneo e la voglia di questo vino di sposarsi alla tavola.
E di accompagnarla egregiamente.
Librandi, Cirò Marina
Produzione totale di bottiglie 2.500.000
Prezzo medio di questa etichetta in enoteca € 8/12
www.librandi.it
in foto, Paolo e Nicodemo Librandi
È questo l’incipit del testo che spesso si è citato, anche a sproposito, dei Librandi, realizzato in collaborazione con la regione Calabria – Il Gaglioppo e i suoi fratelli –: Dalle nostre parti si credeva, infatti, forti di una storia millenaria, eredi plurigenerazionali dei vignaioli che mandarono il vino ad Olimpia, viticoltori e vinificatori navigati, di sapere intimamente perlomeno cosa fosse il Gaglioppo stesso. Proprio su questo però, ed è qui il momento fondamentale, iniziò a venirci un dubbio.
Ecco, ad esempio, un’interessante informazione per il lettore potrebbe essere quella che, secondo i dati analitici, il gaglioppo mostra molti più aspetti in comune con il nebbiolo – il re dei vitigni come si suol dire – che non l’aglianico spesso definito il Barolo del Sud. Potendone sapere qualcosa in più, andando alla ricerca di biotipi differenti, a grappolo spargolo, effettuando micro-vinificazioni, insomma, portando avanti la ricerca e gli esperimenti potremmo davvero valorizzare un patrimonio già di per sé meraviglioso.
Allo stato attuale dovessi fare una previsione direi che l’apice espressivo di un Cirò è tra i sette e i dieci anni in base alla mia esperienza. Che il Gaglioppo è vitigno capace di fare da lente d’ingrandimento del territorio che lo ospita o di imporsi prepotentemente a seconda delle annate. Il grappolo serrato, ha sempre rappresentato una difficoltà per la possibilità di maturazione ottimale del uve. In alcune annate capita così che le note di erbe aromatiche e spezie che il gaglioppo è capace di regalare non siano precise e virino su note verdi spinte, piraziniche (alla maniera dei molti sauvignon blanc) e che siano invasive nel quadro olfattivo. Oppure, come in questo stupendo 2004, le note di ciliegia ed erbe e spezie, affianchino le note di terra, di bruciato e brace, di sole e roccia tipiche del comprensorio cirotano.
Nel finale il calore alcolico ci ricorda il suo essere mediterraneo e la voglia di questo vino di sposarsi alla tavola.
E di accompagnarla egregiamente.
Librandi, Cirò Marina
Produzione totale di bottiglie 2.500.000
Prezzo medio di questa etichetta in enoteca € 8/12
www.librandi.it
in foto, Paolo e Nicodemo Librandi
posted by Mauro Erro @ 11:36,