R.E.M., Mostra d'Oltremare, Napoli, 2008

Li avevo lasciati cinque anni fa per ritrovarli ieri più in forma che mai. Un concerto di quasi due ore passate come un soffio, un attimo volato via. Ieri sera alla Mostra d’Oltremare di Napoli i R.E.M. hanno presentato il loro nuovo album, Accelerate, il quattordicesimo dopo quattro anni di pausa (l’ultimo nel 2004). Ventisei canzoni, nessuna pausa tranne un'unica verso la fine del concerto: giusto per farsi pregare un po’, tornare sul palco e sparare gli ultimi 5 pezzi tra cui il super classico Losing my religion, cantata da tutto il pubblico, ovviamente in delirio. Un concerto di una carica eccezionale, il tempo vola e non ci si rende conto di essere arrivati alla fine. La band nata negli anni ottanta in un’università della Georgia, negli Stati Uniti, è stata, almeno inizialmente, la band che è riuscita a sdoganare il rock underground (indy) portandolo ad un più vasto pubblico: cosa non semplice considerando gli ermetici testi di Michael Stipe. Tali testi utilizzano spesso la tecnica del cut-up mutuata da William Burroghs ("Pasto nudo" il suo più celebre romanzo, il cui titolo fu coniato dall' amico Jack Kerouac). Si tratta di testi generalmente molto immaginifici, espressionisti, tra l’altro molto attenti ai temi del sociale e dell'ambiente. Tra le canzoni del nuovo album che ho sentito per la prima volta ieri dal vivo (un ritorno al rock più crudo, vero, ed emozionante: davvero un bel album) vi segnalo, Man-Sized Wreath, Supernatural superserious, Houston e Hollow man. Momento emozionante della serata, la versione acustica di Let me in, canzone scritta da Michael Stipe dopo aver appreso della scomparsa dell’amico Kurt Cobain.

P.S. Da abbinare ad un vino che ho nuovamente bevuto con amici recentemente: Riesling Falkenstein Val Venosta 2006, Franz Pratzner: dal tono soave e il timbro cattivo.

posted by Mauro Erro @ 12:34,

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