Val tre punti il Napoli a Milano.



Allo stadio Meazza, San Siro, di Napoli, pardon, di Milano, frazione di Napoli e del sud Italia, al terzo minuto sarebbe già rigore per i partenopei per fallo di Paletta su Mertens, ma il fiorentino Rocchi, arbitro dell’incontro, ci tiene subito a dimostrare che non è in serata e, prontamente, si becca un quattro in pagella. Mertens è incredulo, e lo sarà tutte le volte che si troverà così facilmente innanzi all’armuar Donnarumma: così tanta grazia a me? Lo stupore pregiudica l’efficacia e il voto è una media che fa sei e mezzo. Nove all'uomo assist dei due gol, in appena 9 minuti, 4 al finalizzatore stupito: dopo 35 minuti potremmo essere a 4 gol noi, e 0 all’altra squadra che in campo è scesa apparentemente. E invece. Invece si gigioneggia, la fiducia diventa supponenza, si pretendono da Tonelli poteri taumaturgici che non ha, caliamo il ritmo e abbassiamo il baricentro poggiandola sempre dietro e non cercando la profondità. Fanno il resto e nell’ordine: Suso tra le linee e che si accentra nel triangolo d’oro partenopeo ieri incompleto per mal d’Africa, Abate che si infila, Bonaventura che lo imita dall’altro lato, un po’ di agonismo rossonero ritrovato, e riapriamo una partita che seguirà questo canovaccio anche nel secondo tempo, senza che avvenga in realtà molto: si segnalano la traversa di Pašalić, le nostre solite occasioni buttate al vento per chiuderla, e il gesto tecnico di Insigne (8 e mezzo) che passa tra due avversari e cerca un pallonetto che va di poco alto sulla traversa. Ma il voto non è per la citazione colta, sbagliata di poco, quanto per l’intera partita di sacrificio e abnegazione, basso a coprire sul duetto Abate/Suso, e per il gol, gesto di concretezza calcistica che non siamo abituati a vedere. E invece Insigne dimentica il barocco napoletano e di interno destro se la porta avanti e senza pensarci su due volte incrocia di collo: di sinistro. Si, di sinistro, il piede che ha in più e usa per la frizione. E se invece si allenasse ad andare sul sinistro? 
Reso ampio merito a Callejon (7), oltre la partita per gli incubi notturni che ha regalato a Donnarumma, ad Albiol e Reina, abbiamo sofferto sugli esterni, sempre molto timidi ad uscire rapidamente sui cambi di gioco del Milan, costringendo Insigne e Callejon a stare molto bassi. Il centrocampo appena sufficiente, tolti i primi trenta minuti per il resto non è stata una grande gara, e lasciamo perdere la mentalità non ancora acquisita: non si possono buttare al vento così tante occasioni da rete, concretezza e cinismo vogliono il contrario. In una sfida che ha un certo sapore il meglio sono i tre punti a Milano.

Ventunesima di campionato. Milan - Napoli 1 a 2

[prove tecniche di rubrica di un tifoso anglo-napoletano: Il deserto dei leoni]

posted by Mauro Erro @ 11:09,

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