Il tempo di Malacqua e l’attesa di Nicola Pugliese

Nicola Pugliese, di Fabio Mingarelli

Mi chiedo perché tra i tanti riferimenti di matrice letteraria, utilizzati per spiegare la cifra e lo stile di Malacqua, il romanzo di Nicola Pugliese (Gadda, Kafka, Eliot, il realismo magico, D’Arrigo, il mare di Ferito a Morte) o di carattere storico e sociale (la Napoli degli anni ’70) non ce ne sia invece uno più propriamente filosofico che ci riporta a Vico e la sua concezione del tempo ciclico, seme della napoletanità rassegnata di Pugliese e del suo libro su Napoli.

Perché la gente vive interminabilmente, giorno su giorno…1

Hai guardato di dentro: ed è forse l’attesa, sempre, un’attesa di morte?2

Il tempo, in tutte le sue accezioni, compreso il cattivo tempo meteorologico, e l’attesa, sono l’oggetto principale del libro sin dal sottotitolo: Quattro giorni di pioggia nella città di Napoli, in attesa che si verifichi un accadimento straordinario. L’acqua come collante, anche nel suo elemento simbolico, portatrice di morte e allo stesso tempo purificatrice. Perché l’illusione - di Andreoli Carlo, alter ego di Nick Pugliese, il protagonista del libro - è che attraverso la morte avverrà la rinascita, che attraverso l’accadimento straordinario si spezzerà lo stanco e inutile ripetersi interminabile dei giorni, la loro monotonia.



Napoli è una città immobile 3

Nell’indolenza di un giorno che è nuovo la città si sarebbe stirata nelle braccia e nelle spalle, avrebbe allargato il cuore a respirare il golfo, sulla collina il sole avrebbe disegnato i profili delle case, la prospettiva delle cose non sarebbe cambiata, no, per nessuno al mondo. 4

L’indolenza e la rassegnazione che nulla cambia è il tema del libro, figurarsi cosa poteva cambiare spostare due o tre virgole, tagliare qualche periodo. Credo sia questa rassegnazione, stemperata dall’indubbia capacità a costruire illusioni, la ragione delle intemperanze del poco più che trentenne Pugliese che si rifiuta di lavorare al romanzo dopo le osservazioni del “padreterno”5 Calvino, che lo editerà prima nella collana da lui diretta per Einaudi, Centopagine, e poi nella collana de I Coralli nel 1977. 6

Preferisco quelli che – in generale – ci credono poco.

La pigrizia è la mia ragione di vita. 7

L’autore sopravvive a se stesso in Avella: scrive poco, dipinge poco, soprattutto trascorre le giornate al bar. 8

Ritiratosi prima a Castel Volturno poi ad Avella dopo la chiusura del Roma di Achille Lauro dove lavorava come cronista, Nicola Pugliese ha scritto un’opera teatrale, Rainaldo II, e una raccolta di racconti, Kafkiani oltre che singolari, esercizio inusitato dell’incertezza esistenziale, dal titolo La Nave Nera. E' morto il 25 aprile del 2012.


Con Nicola Argenziano, Lucio Belloisi, Marco Ciriello, Fabio Mingarelli, Francesco Palmieri e Pellegrino Palmieri ricorderemo Nicola Pugliese e il suo Malacqua, mercoledì 11 gennaio, al Godot art bistrot di Avellino, ore 21:30

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1 Pag. 7, Introduzione e prologo, Malacqua, ed. Tullio Pironti, 2013
2 Pag. 8, ibidem
3 Intervista di Marco Ciriello, 28 ottobre 2007, Il Mattino di Napoli
4 Pag 150, Malacqua, ed. Tullio Pironti
5 Intervista di Marco Ciriello
6 “Detti vita a Malacqua che poi non riuscii neanche a correggere come si deve, perché lo scrissi in 45 giorni”. Nicola Pugliese, da Tutto il resto è Malacqua, di Giacomo Pesce.
7 Intervista di Marco Ciriello
8 La Nave Nera, Nicola Pugliese, Compagnia dei Trovatori, 2008

posted by Mauro Erro @ 19:09,

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