Esercizi di stile: la degustazione



Napoli, 23 gennaio 2047 

Caro Mauro, 
ho appena partecipato alla più ampia verticale che sia mai sta fatta, e non c’è tema di smentita, dal momento che tu leggerai questa mia, per almeno trent’anni, del Brunello di Montalcino Pian Piano. Non sto qui a riportarti le note dei vini, pratica nostalgica e al giorno d’oggi desueta. Tanto ormai tutti capiscono di vino, o almeno ne sono convinti e non occorre che nessuno spieghi a nessuno, hanno chiuso gli uffici marketing, gli uffici stampa e i giornali tutti, tutti del tutto inutili. Le aziende vitivinicole si rivolgono direttamente al consumatore, molti dei quali acquistano attraverso i gruppi di acquisto dei rappresentanti della Folletto. So bene che ti aspetti che scriva di aver partecipato a una degustazione memorabile, ma i termini - con patata bollente, splendida cornice e un altro centinaio - sono stati destituiti da almeno 15 anni dall’Onu (oggi si occupa di lingue minori), con assenso di Bruxelles e l’approvazione del Ministero, con regolare comunicazione sulla Ufficiale Gazzetta, puntualmente consultata tutte le mattine dagli italiani. Per questo userò le parole opportune che oggi tutti hanno la libertà di usare, tra l’altro, non come ai tuoi tempi: una degustazione marchetta, una degustazione della (molto) nota azienda che promozionava il (poco) noto cru, una degustazione noiosa, una degustazione quanto costa? Una degustazione e ma che ca, una degustazione che però la mora in terza fila mica male, guarda, mi sorride, una degustazione che poi mi ha dato il numero di telefono, e poi, Mauro, ti faccio sapere come è andata. Con la mora, dico, il vino faceva schifo. 

Stai bene, dal mondo del vino, inverno ’47 (abbastanza piovoso).

posted by Mauro Erro @ 17:29,

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