Dubbi e certezze o di Juventus - Napoli



Rabbia? Rammarico? Cosa prevale dopo una sconfitta così? Una certa pacificazione? Per dirla alla Vialli: hai visto la tua ex con l’altro e amen, è andata, si gira pagina? Provando quel leggero brivido dietro la schiena per la sottile ironia del destino: l’hai vista al 71esimo. O per dirla in un altro modo: questo sarebbe lo squadrone? Non sono nessuno, starà dicendo la maggior parte dei napoletani stamattina al bar o in edicola parlando della Juve. Tipico di chi preferisce non fare per non sbagliare sentendosi così legittimato a giudicar gli altri. E ancora, ha fatto bene a giocare con Diawara, perché voleva più fisicità e filtro a centrocampo (primo non prenderle come recita la vecchia regola Bearzotiana)? O ha fatto male perché abbiamo pagato in costruzione del gioco, abbiamo fatto pochissimo e quando eravamo sotto soprattutto? Noi provavamo a prenderli alti, loro ci prendevano alti, e Reina mai come in questa partita rilanciava lungo per i tre colossi, Insigne, Mertens, Callejon. E non era meglio Jorginho che con maggiore personalità si fa vedere sempre nella fase d’impostazione? Chissà. E ancora, perché ha tolto Insigne? E perché Insigne, inquadrato, si tirava i piedi al 60esimo varie volte? Ma perché in questa stagione Insigne, da un Europeo in cui ha giocato poco, manca di brillantezza e spesso al 60esimo o giù di lì già ha finito la benzina? Perché quella personalità, quella voglia di giocare, quella rabbia e quella fame, la voglia di andare a segnare l’abbiamo messa quando siamo andati sotto, pareggiandola in breve tempo e non dall’inizio? 
Chissà quante volte l’abbiamo rigiocata da ieri sera nella nostra testa. 

E’ difficile mettere i voti ad una partita così brutta in cui, pressappoco, la Juve fa due tiri, due gol ed entrambi vengono da assist di Ghoulam. Il primo è un incidente, il secondo un errore individuale di Allan senza carburante e mordente che non mantiene le distanze, non scende con la difesa e si guarda Higuain. Chiriches neanche quello, si gira, davanti al plotone d’esecuzione, invece di andare incontro al destino, accorciando. Finisce con l’amaro in bocca e con fiducia nel sol dell’avvenire, che prevalga l’uno o l’altro è predisposizione individuale. Il Napoli è abbastanza forte, ma non abbastanza da andare a vincere a Torino, penalizzato da una panchina cortissima in attacco, e dalla giovane età, dal non essere, ancora, un gruppo vincente, di non aver aperto, ancora, un ciclo, come la squadra che aveva di fronte, che dalla sua non ha la qualità del gioco, ancora, ma ha diversi campioni in grado di risolvere la partita al primo errore dell’avversario, che ha, ancora, quella cattiveria e quella fame di voler continuare a vincere. Mi pare di averla già sentita. Ah, sì, lo ripete Sarri (che pure sbaglia) a tutta l’Italia in cerca di un’anti-Juve e di qualcosa di cui parlare, e a tutta Napoli, da sempre la più vorace. 

Undicesima di campionato. Juventus - Napoli 2 a 1 

[prove tecniche di rubrica di un tifoso anglo-napoletano: Il deserto dei leoni]

posted by Mauro Erro @ 09:39,

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