Quando il macerato stanca 
sabato 23 gennaio 2016
    
       
    
    
     
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Ultimamente ho come l’impressione che i bianchi macerati, gli orange wine, più che uno stile o una moda stiano diventando una vera e propria tipologia commerciale e basta. Che ci sia sempre più la tendenza delle aziende a produrlo ed inserirlo nel loro listino, indipendentemente dal vitigno o dalla zona. Un po’ come accade/va con spumanti e vini dolci: che poi alla fine, in linea di massima, quelli realmente buoni sono sempre gli stessi, da quei vitigni e da quelle zone vocate. 
So che c’era un tempo in campagna in cui il contadino per sé e per i suoi cari si arrangiava alla meglio, per cui il vino gli veniva colfondo, spumantino, filtrato, ossidato, macerato, a seconda di annate, caso, adattamento e vediamo come viene. 
Ma un tempo si usavano pure le carrozze. 
Apprezzo il produttore che vuole cimentarsi in un nuovo stile a lui sconosciuto, provando e sperimentando per arricchire il suo bagaglio di conoscenze e di esperienza. 
Apprezzo meno che per il suo esperimento, mal riuscito, debba pagare io. 
E se a me, che lo faccio per lavoro, è richiesto spirito di sacrificio, ciò non vale per tutti gli altri consumatori. Che alla fin fine si allontanano da questo stile perdendosi quel che vale la pena assaggiare e bere.
      posted by Mauro Erro @ 10:57, 
 
    
1 Comments:
- At 25 gennaio 2016 alle ore 00:06, said...
- 
          Sante parole! 
 Giancarlo
