Guestpost


La serata fino a quel momento era andata meglio di quanto potesse immaginare un quindicenne al suo primo appuntamento. Aveva un vestito a tubino che le fasciava il corpo esaltandone la leggerezza, indossava decolté rosse con tacco sottile; i riccioli biondi le ciondolavano elasticamente sulle spalle, i suoi occhi azzurri erano un mare in cui perdersi. L’atmosfera era proprio quella in cui ti escono frasi cretine del genere. Abbastanza zuccherosa: sorrisi, ammiccamenti, i nostri corpi che si erano, più o meno innocentemente, sfiorati a teatro poco prima. Dopo esserci conosciuti alla presentazione dei vini dell’ennesima nuova azienda etnea, avevamo deciso di mangiare rapidamente in una friggitoria prima dello spettacolo al Piccolo del Teatro Bellini a cui l’avevo invitata. Una commedia, niente su cui scervellarsi dopo, evitando anche e accuratamente di parlare di lavoro. Nonostante Martina avesse questa non piacevole abitudine di infarcire i suoi discorsi di Street food o mood, parlando del climax della rappresentazione, il cui plot…e via così, aveva davvero un bel, cioè, il vestito le stava proprio bene, da rimanerci incantati, e uno poi non ci fa caso a certe parole, per fortuna. 
Fu lei a proporre di andare a prendere una birra in questo nuovo posto iperfichissimo. Si, disse proprio così. Io presi una bianca, lei una doppio malto. Si, disse doppio malto. Un po’ mi vergognai, guardai distrattamente altrove. Alle gambe che spuntavano dal tavolo. 
A metà delle birre poggiò la sua mano sulla mia. Ormai era fatta, pensai. 
- A te piacciono i guestpost
Mi faceva gli occhi dolci, e non mi sembrava il momento di mostrarsi incerto. 
- Si certo, vabbè dipende, alcuni album molto… 
- Album? 
- No intendo…- che intendo? Non so di cosa parliamo - cioè con le parole, per carità, sono pure bravi, però la musica… 
- La musica? 
Il suo sguardo dolce si faceva via via sempre più interrogativo, la sua mano aveva lasciato la mia da un po’ ormai. Feci un sorso di birra, mi guardai attorno in cerca di un appiglio, ma non vidi altro che facce vuote come la mia, nonostante, sorridessero. Il cameriere passò al mio fianco, senza pensarci su gli pestai l’alluce. L’ordinazione del tavolo al nostro fianco finì sul pavimento: strike, si ruppe tutto e nel trambusto approfittai per dileguarmi nel bagno dopo aver chiesto scusa ai più. Con il mio Nokia di ultima generazione, quella di Gertrude Stein, chiamai Marco, un mio amico che sa praticamente tutto. E se non lo sa, ha una buona versione. 
- Oh, Mauro, che è successo? 
- Senti sto con una tipa in giro, poi ti spiego. Al volo: chi sono i guestpost? 
- Chiiii? 
- Credo siano un gruppo musicale o forse un collettivo di artisti, non lo so, tu ne sai qualcosa? 
- Mai sentiti. 
- Vabbè dai, mi serve una mano, cerca un attimo su internet e mandami un messaggio. 

Quando tornai in sala tutto era stato già ripulito, tutto tornato come prima, salvo il viso di Martina, ovviamente, imbarazzato. 
- Scusami, sai a volte l’alcol mi fa strani effetti. 
Rise. 
- Certo non si direbbe dal tuo curriculum. 
Il mio curriculum? Forse un accenno al lavoro era meglio farlo. 
- Ah, quindi conosci il mio curriculum? 
Fui affrettato. 
- Ma ti senti bene? 
Balbettai. 
Tornò alla carica. 
- Dai stai scherzando. Fai lo scemo. Ma se siamo amici su Facebook e ti metto sempre mi piace. A proposito ancora mi devi rispondere alle tre mail che ti ho mandato in questi giorni. 
Ecco, forse sarebbe meglio aprirle le mail. Nel frattempo arrivò un sms da Marco, tutto si faceva via via più chiaro mentre Martina parlava. 
- Come ti scrivevo sono social media manager di alcune aziende di vino italiane che ci terrebbero ad una recensione dei loro vini sul tuo blog, ovviamente non vogliamo disturbarti, quindi pensavamo ad alcuni guestpost che abbiamo già pronti. Immagino che non avrai nulla in contrario, cioè, uno come te saprà benissimo quanto convenga questa strategia di link building, l’inbound marketing è un’arma fondamentale, e poi come ha detto Darren Rowse di ProBlogger è una win win win situation. Ma dai, scusami, lo dico proprio a te. 
La sua mano tornò sulla mia. 
- Figurati, e poi a uno come me… 
La mia autostima era sotto il livello minimo di dignità. Avevo confidato che si trattasse della mia indiscutibile bellezza, del mio irresistibile fascino… 
- Poi se vuoi possiamo anche mandarti una campionatura, se ti fa piacere assaggiare i vini, ma non vogliamo disturbarti, cioè capiamo che… 
- No, ma non ti preoccupare, sai a volte l’alcol, come ti dicevo, mi fa strani effetti. 
Rise nuovamente. Mi porse il suo biglietto da visita. 
Avevo voglia di un’altra birra, il cameriere era di nuovo al mio fianco. 
- Scusi, gradirei un’altra birra… 
- Le consiglio quelle che abbiamo alla spina. Al banco. 
Anche lui mi porse un foglietto. Solerte, aveva fatto preparare il conto. 
39 euro, due birre e un crostone. Però. 
- Grazie. 
- A lei.

posted by Mauro Erro @ 14:25,

2 Comments:

At 26 novembre 2015 alle ore 20:15, Anonymous Anonimo said...

Standing ovation!!!
Gianca

 
At 26 novembre 2015 alle ore 20:24, Blogger Mauro Erro said...

:-)
troppo buono come sempre.

 

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