Note a margine


Una carrellata di recenti assaggi. Oltre il punteggio, da uno a cinque chioccioline, e il prezzo, troverete uno smile quando il vino bevuto, al di là delle ragioni e le informazioni di cui dicevo poc’anzi, mi ha particolarmente colpito in positivo.

Chianti Classico Riserva il Margone 2008, Molino di Grace @@@  - € 30 ca.
Quando l’ho aperta, mi son chiesto: ma perché l’ho aperta? Per curiosità, ma il vino è ben lungi dall’essere risolto. Compatto e carnoso, il legno dolce ancora lo imbriglia. Più polpa che sfumature. Da tenere in cantina ancora un po’.

Gattinara Osso San Grato 2004, Antoniolo @@@@ - € 40 ca.
O una bottiglia non al meglio o un momento no. Non che il vino non sia buono, anzi, ma l’attesa di fuochi d’artificio rimane delusa. Più sul frutto che sulla nota rugginosa/minerale tipica della zona, più sostanza che dettaglio, e al palato il tannino frena ancora e il legno non è del tutto integrato. Anche in questo caso meglio lasciare in cantina per qualche altro decennio (più o meno). 

Terra Petit Derthona 2013, Walter Massa @@ - € 10 ca.
Non conoscevo quest’etichetta dei vigneti Massa, non so se sia la prima uscita o questo petit Derthona è figlio di un’annata particolare, sta di fatto che è un timorasso meno imponente del solito, giocato più sull’immediatezza e la facilità di beva, con un palato piccolo, ma ben dimensionato. Naso verdeggiante e sbarazzino. 

Etna Contrada Rampante 2008, Passopisciaro @@@@ :-) - € 35 ca.
Non sono tra gli ultrà che assiepati in curva non smettono di gridare alla grandezza dei vini rossi dell’Etna. Sono più un tifoso sobrio, pacatamente contento, ma anche abbasta esigente. Considerando l’areale nella sua interezza il definitivo salto di qualità non è stato ancora fatto. Soprattutto in termini d’identità. Spesso i vini, pur ottimi, sembrano un film già visto. E certo non sono proposti a prezzi popolari. Questo è un buon esempio di ciò che invece potrebbe e dovrebbe essere. Non solo capacità tecnica, ma anche personalità. 

Sancerre rouge 2008, Comte Lafond - Baron de Ladoucette @@ - € 30 ca.
Arieggiare i locali prima di soggiornarvi. In questo caso arieggiare il vino perché puzzette varie e assortite non mancano. Infine, dopo una buon’oretta, ecco il lato salmastro di questa parte di Loira fare capolino al naso. Non ha molto altro da offrire questo pinot nero, visto che al palato è abbastanza leggerino ed emaciato. Per quel che costa (circa 30 euro) si può farne a meno. 

Taurasi 2007, Antico Castello @@@ - € 18 ca.
Peccato che la bottiglia non sia stata conservata al meglio e, di conseguenza, l’evoluzione non sia delle migliori. Perché la stoffa è davvero buona, mentre il rapporto con il legno in questa bottiglia non è del tutto sereno. Nonostante ciò il vino si beve con piacere e non ti accorgi che è figlio di un’annata calda e difficile. 

Vermentino di Sardegna Costamolino 2013, Argiolas @ - € 10 ca.
Aromatico al naso, tra moscato e sauvignon blanc; leggermente dolce al palato. Se è quello che cercate, è tecnicamente ineccepibile. 

Melodia 2013, Fiano Colli di Salerno @@ :-) - € 10 ca.
Un vino intelligentissimo da un’areale (Campagna, tra Eboli e Paestum) che di certo non è famoso per la coltivazione della vite. Leggera macerazione che gli da quel pizzico di peso in più. E poi sale alla bocca. Non ci sono abissi di complessità da perlustrare, ma si lascia bere con piacere lasciando la bocca pulita. Come aperitivo per aprire un pranzo o una cena. 

Sancerre Les Chasseignes 2009, Claude Riffault @@@+ - € 25 ca.
Assaggiando questo 2009 si potrebbe dare tranquillamente ragione al buon Edmond Vatan che stravedeva per questa annata. Io rimango più cauto, ciò nonostante questo è il momento per godersi questa bottiglia. L’uso del legno non è quello dei grandi manici della denominazione, di certo è più un vino orizzontale che verticale al palato, il lato vegetale volge al sottobosco, ai funghi e alle foglie secche; allo stesso tempo però è ben dimensionato ed armonico, e nel berlo non avverti la fatica che si incontra in alcuni esemplari di questa annata calda per la denominazione. 

Particella 928, Fiano Campania 2012, Cantina del Barone @@1/2 - € 14 ca.
Se amate il genere dei "selvaggi" questo è sicuramente uno dei migliori che possiate trovare in circolazione. Soprattutto se avrete la pazienza di aspettare che si liberi di quelle note un po' omologanti. Con un po’ di ossigeno non sarà difficile riconoscerlo come fiano. Palato succoso ma non del tutto disteso. Aspettarlo e tenerlo in cantina non è una cattiva idea. 
Ps. Indipendentemente dalle scelte di cantina, le vecchie versioni di Luigi Sarno, classiche vinificazioni in bianco, a me non dispiacevano affatto, soprattutto nel raccontare la zona di Cesinali.

Alsace Riesling Sommerberg JV 2010, Albert Boxler @@@+ - € 30 ca.
Non è una zona, quella alsaziana, che per gusto pratico spesso, abituato come sono a frequentare il lato tedesco del vitigno, ed è un errore quando i vini proposti sono questi. Armonico, misurato, leggiadro e di bella tessitura, asciuttissimo nel finale nonostante il leggero residuo zuccherino. 

Cotes du Roussillon Villages Rouge Muntada 2008, Gauby @@@@ :-) - € 80 ca.
Bevuto di fianco all’alsaziano che lo precede paga qualcosa in termini di precisione e dettaglio aromatico, avendo qualche impuntatura olfattiva di cui fatica a liberarsi con l’ossigeno. Anche perché è difficile dargli il tempo per farlo visto che al palato coniuga succo e energia e la bottiglia finisce in un istante. E io che apprezzavo più i bianchi di questo produttore. 

Fiano di Avellino 2012, Colli di Lapìo @@@ - € 14 ca.
Non sarà tra le migliori versioni uscite da questa cantina, ma ha dalla sua una maggiore facilità di beva considerando la tipologia. Perché se il Fiano di Avellino non è certo un vino piccolo nelle dimensioni, lo è questo di Colli di Lapìo: soprattutto alla bocca, snella più che polposa. Ma ogni tanto può essere anche un vantaggio. 

Taurasi Poliphemo 2010, Luigi Tecce @@@@ :-) - € 40 ca.
Le annate pari portano bene a Luigi. E il 2010, pur nella sua diversità, nel suo essere austero e settentrionale visto anche l’andamento climatico, conferma le belle impressioni che si ricavano assaggiando 2006 e 2008. Con una differenza: l’annata sarà stata complice, ma si può nutrire il sospetto che più Luigi fa vino, più lo fa meglio. E la differenza qui è tutta nell’estrazione tannica che ci regala un Taurasi di rara finezza. 

Suburbia, English Ipa, Birra Perugia @@@@ :-) - € nd.
Chiudere con una birra che ripulisca il palato ci sta sempre bene. Sarà che amo particolarmente l’eleganza inglese, ma questa di Antonio Boco mi è piaciuta un bel po’. Una "British Punk Ale" in collaborazione con Toccalmatto e il King Arthur Pub di Ciampino. Il nome è un omaggio allo storico locale di Perugia, tra i più importanti club rock di tutta Italia, mi dicono. Cura, precisione, aderenza allo stile, ed eleganza sfumata nel finale. Da non perdere.

posted by Mauro Erro @ 08:19,

3 Comments:

At 17 settembre 2014 alle ore 11:11, Anonymous Anonimo said...

Ma il Roussillon costa 80 oppure 8 euro ?!

 
At 17 settembre 2014 alle ore 16:47, Blogger Mauro Erro said...

no no, 80...ma l'ho scoperto stamane :-)
(gentilmente offerto dal collega Paolo De Cristofaro).
l'importatore Teatro del Vino, lo vende se non sbaglio 56 euro più iva.

 
At 17 settembre 2014 alle ore 19:10, Anonymous Anonimo said...

Azz....

 

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