Torna, sta casa aspetta a te

La costiera amalfitana vista da Casa Angelina, Praiano. I due puntini in fondo sono i celebri faraglioni capresi.

Uno degli aspetti dello scrivere, nel mio caso, è di non conoscere gran parte dei miei interlocutori. E' una cosa che mi ha fatto sempre un certo effetto, anzi, uno strano imbarazzo, quella di trovarmi in giro per vigne o manifestazioni e scoprire un mio lettore. L'ultima volta mi è successo un paio di settimane fa, alla consueta giornata annuale che l'importatore Teatro del Vino fa in costiera amalfitana, questa volta nei meravigliosi spazi di Casa Angelina a Praiano, a cui vengo invitato dal sempre gentile Gaetano Marrone. Stavolta era una ri-scoperta, visto che si trattava del sommelier di Nonna Rosa, ristorante a Vico Equense, che non vedevo da un po' e che cito proprio per ringraziarlo del suo saluto affettuoso. Ad un certo punto, nonostante sia anche un abbonato Enogea, riferendosi alla mia latitanza su questo spazio mi dice: "ma non ci abbandonare".
Perbacco. Ecco come ammutolire uno che con le parole ci lavora.

Allora eccomi di nuovo qua.
Visti i tempi (e non aggiungo altro) non credo ci sia periodo migliore per ricominciare. Ho visto fin troppe facce stanche e spiriti depressi ultimamente.
Inizio ringraziando innanzittutto tutti coloro che, con pazienza, continuano ad affacciarsi qui e che riprenderanno a farlo. Nell'ultimo anno e mezzo sono stato molto assorbito dal mio nuovo impegno con Enogea - sulle cui novità prometto di scrivere a breve - e da una cosa che chiamiamo "vita" (una delle cose più perfide che si possa augurare al proprio peggior nemico è un trasloco). Proseguo ringraziando tutti gli amici che hanno contribuito a questo spazio con i loro scritti catalogati nell'elenco di fianco. Se e quando vorranno farlo ancora, ne sarò felicissimo. E concludo, senza tirarla troppo per le lunghe, passando a qualche ragione di servizio.

Ieri, come di consueto, solito incontro con gli amici per il "domenicale", un appuntamento diventato un classico in cui ognuno è tenuto a portare una bottiglia di vino rigorosamente alla cieca da condividere con gli altri al motto "perculatio non petita, ma perculatio manifesta".

Tre bottiglie hanno destato, per motivi diversi, il mio interesse e ringrazio Maurizio e Salvatore, i pusher delle soluzioni idroalcoliche.

Rosso di Valtellina 1999, Balgera: vino e produttore che non conoscevo, distribuito da Les Caves de Pyrene. Ha qualche difettuccio - nell'effluvio di volatile leggermente sopra le righe, in un profilo olfattivo non proprio composto e in un palato deficitario nella seconda parte di bocca con quel tocco metallico in chiusura che sottolinea l'età - ma buona naturalezza d'espressione: non è risultato impossibile riconoscere il suo essere nebbiolo. Guardando il listino del distributore ho notato sia il prezzo molto accessibile sia che, anche per le altre etichette ad eccezione dell'Inferno, i vini prodotti escono sul mercato in annate non recenti (2000 e 2001). Quello che non capisco però, è che senso possa avere proporre un vino "base" dopo 13 anni. Può darsi che il bravo Christian Bucci intervenga e ci aiuti a capire.

Bourgogne Aligotè 2007, Pierre Morey: niente, non riesco a farmi piacere questo vino di questo produttore distribuito da Velier di Genova che, invece, rafforza la convinzione che naturalità di approccio in vigna (per chi non lo sapesse Velier è un distributore di vini naturali) non si traduce necessariamente in naturalezza espressiva del vino. In questo caso un senso di freddezza, di congelamento del vino e l'assenza di una qualsiasi nota di evoluzione mi hanno lasciato abbastanza perplesso.

Gavi Minaia 2009, Nicola Bergaglio: era da un po' che non lo assaggiavo e mi ha lasciato a bocca aperta. A parte un po' di calore in chiusura, questo cortese di Gavi è squisito e non sono mancati paragoni nobili con altre celebri denominazioni accomunate dalla matrice minerale. E' ancora indietro nello sviluppo del profilo olfattivo per cui crescerà ancora. Il prezzo piccolo piccolo è sicuramente un plus non da poco per il consumatore.

ps. per il sommo gaudio del "fuoco amico" degli uffici stampa, ho finalmente scritto un profilo più "istituzionale" comprensivo di contatti. Lo trovate alla vostra sinistra.


posted by Mauro Erro @ 13:33,

4 Comments:

At 6 maggio 2013 alle ore 13:54, Anonymous jacopo cossater said...

Bello leggerti (pensavo la stessa cosa, che era un peccato non vederti da queste parti da un po').

 
At 6 maggio 2013 alle ore 13:58, Blogger Mauro Erro said...

grazie messere.
cercherò di essere più presente.

 
At 8 maggio 2013 alle ore 20:58, Blogger Lcdp said...

Ciao Mauro,
L'azienda Balgera mette i vini sul mercato quando li ritiene pronti. Può così succedere che magari del Cà Fracia venga venduta l'annata 2000 mentre del Valtellina "base" l'annata 1999. E che l'anno prossimo di venda il 2003 per poi tornare indietro al 2001... Il sogno di noi "commerciali" ;). Detto questo, su quel vino abbiamo purtroppo avuto alcuni problemi di tenuta sui tappi(come avrai visto sono molto corti), che in alcuni casi hanno lasciato "passare" più del dovuto. Quando il tappo è ok il vino è veramente molto buono. Quando il tappo non regge è esattamente come lo hai descritto tu. Diciamo che abbiamo avuto un 5% di tappi problematici segnalati. Se mi dici dove l'hai bevuto provvederemo a sostituir loro la bottiglia. E' sempre un piacere leggerti. Buona serata.
Christian

 
At 9 maggio 2013 alle ore 08:53, Blogger Mauro Erro said...

Christian grazie mille dell'intervento e della tua spiegazione. Una volta appurato dove l'amico ha acquistato la bottiglia te lo farò sapere.
Ciao.

 

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