Bouchard Père et Fils... (raccontato da Armando Castagno)

I tetti di Beaune visti dal giardino dello Château de Beaune

Ultimamente la media di aggionamenti del viandante è di un post al mese. Ce ne scusiamo, ma gli impegni editoriali si sono moltiplicati e non sempre si hanno abbastanza parole da condividere con i nostri fedeli amici e lettori, considerando che la logica dello scrivere tanto per scrivere non ci appartiene. Ma, per farci perdonare, eccovi un prezioso cameo, di un amico che non ha bisogno di presentazioni. 
Quando si parla di Borgogna si pensa sempre ai piccoli vigneron, eppure, in questa regione, le grandi maison e i commercianti hanno avuto e hanno un ruolo fondamentale: tra i vari spicca sicuramente il nome di Bouchard. Lo scorso luglio ho avuto la fortuna di visitare con degli amici l'azienda con Armando a fare da illustre cicerone. Ecco a me e a voi, un suo piccolo, ma prezioso regalo. [me]

…e la scritta “grandi vini di Borgogna dal 1731” completa la ragione sociale. Qui si è fatta la storia della regione e se ne conservano le testimonianze; e si continua a lavorare con cura da piccola intrapresa familiare. Questa maison vénérable, 130 ettari di cui 12 di Grand cru e oggi fiore all’occhiello della Henriot, possiede e occupa i meravigliosi spazi dello Château de Beaune; un vasto terrapieno con giardino pensile contiene lo sconfinato labirinto della cantina storica; in mezzo a cinque milioni di “pezzi” (!) ci sono state messe in mano (e subito richieste indietro) bottiglie perfette di Meursault Charmes 1846, Clos Vougeot 1855, Beaune Grèves Vigne de l’Enfant Jésus 1865, Montrachet 1864… 

Beaune 1er cru Grèves Vigne de l’Enfant Jésus 2009 
È una delle migliori parcelle da rosso dell’intera Côte de Beaune; lo si sa da sempre, e lo sapevano le carmelitane che per secoli l’hanno accudita. Acquisita a fine Settecento, dà un vino longevissimo, il cui bouquet floreale e caldo ha una traccia ferrosa, e il cui sorso è tannico e severo come ogni Beaune che si rispetti, ma anche coordinato, complesso, di tenace persistenza. 

Volnay 1er cru Caillerets Ancienne Cuvée Carnot 2009 
Prima parcella acquisita dalla Maison e vino “classico” se ve n’è uno. Sa di “vecchia Borgogna” nei toni minerali, campestri e floreali che impone in primo piano sin dai primi anni; la nobile grana del tannino e il finale fresco e bilanciato i suoi punti di forza. Ben reperibile (4 ha); è tra i più longevi rossi che si conoscano in regione. 

Le Corton Grand cru 2008 
Spiazza chi non distingue il rude “Corton” inteso come cru dal “Le Corton”, la sua fascia di vigneto più alta sul versante est. Ne viene un rosso aereo, che tiene per anni il colore di un Beaujolais e profumi freschi di rabarbaro, fragola, peonia e sale; ha una succosità – absit iniuria verbis – da vino da pic-nic. È un vero, sincero Grand cru, originale in quanto espresso tutto in levità. 

Chevalier-Montrachet La Cabotte Grand cru 2008 
Bouchard è bianchista di livello eccelso; pure all’interno di una gamma mozzafiato, questa è la bottiglia da cercare. Di una parcella non ricompresa nel Montrachet nella mappatura degli anni Trenta, dopo esserne stata parte per secoli, si vinificano le uve a parte dal 1997 e il risultato – colore splendente, profumi di fiori bianchi, acqua di ostriche, erbette e pesca acerba, bocca tagliente di sale dalla stupenda, saporitissima acidità e infinita persistenza iodata - è stupefacente.
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posted by Mauro Erro @ 09:56,

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