Raccontati da voi: La strada nel bosco e il giovane emergente della DOCG Ramandolo
sabato 12 novembre 2011
Ciao Mauro,
sono un grande appassionato di vino e di vignaioli.
Ti mando questo contributo, voglio assolutamente condividere con qualcuno questa bella scoperta.
Hai presente quando vai in enoteca ed assaggi un vino sconosciuto a tutti, non recensito dalle guide e sostanzialmente assente dal web?
Lo assaggi e ti sembra ottimo! E poi decidi di andare a trovare il produttore per scoprire la sua storia. E la sua storia e le sue vigne sono ancora meglio del suo vino.
Ecco a me è successo proprio così e ho voglia di condividere la mia esperienza.
A presto!
Diego
P.S.: giuro che non sono parente, socio o amico del produttore. :-)
(…)
C'è una strada nel bosco,
Il suo nome conosco
Vuoi conoscerlo tu
(…)
Il ritornello di questa vecchia canzone cantata da Gino Bechi ma resa celebre da Albertone Rabagliati non mi abbandona mentre percorro il bosco alle spalle di Nimis verso Sedilis, nel cuore della zona della DOCG Ramandolo.
Al termine del bosco, in cima ad uno sterrato non proprio agile, scopro un anfiteatro naturale fatto di montagne, alberi e viti.
E' questo il rifugio del giovane veneziano Andrea Rizzo, che, ancora studente di agraria abbandona Venezia prima e la Francia poi (dove sta facendo esperienza come enologo) e si trasferisce con moglie e figlie fin quassù.
Solo quando arrivi lassù, capisci perché.
Il panorama è mozzafiato, la quiete assoluta.
Andrea una decina di anni fa rileva questa azienda agricola con 2 ettari di vecchie vigne (40-50 anni) di verduzzo friulano, refosco da peduncolo rosso e cabernet sauvignon. La chiama Feudo dei Gelsi. Al mio arrivo infatti due enormi gelsi mi accolgono. Siamo a fine ottobre ed arrivo proprio mentre Andrea sta iniziando a vendemmiare, dai filari meglio esposti, il verduzzo al giusto grado di maturazione. Gli altri vignaioli hanno già raccolto da tempo, Andrea però ci tiene ad iniziare l’appassimento su pianta, soprattutto in quest’annata molto propizia che ha regalato, da queste parti, un bellissimo autunno con escursioni termiche giorno/notte ideali.
Tra i filiari sorprendo un fagiano goloso dei dolcissimi chicchi dorati.
Feudo dei Gelsi, pur senza integralismi e formali adesioni a protocolli produttivi specifici, segue la filosofia dei vini naturali. L’allevamento della vite senza trattamenti ed in regime bio è la scelta più coerente, circondato com’è dal bosco e senza vicini di vigna interventisti. La fermentazione viene innescata spontaneamente dai lieviti autoctoni. La barrique, di secondo o terzo passaggio, viene usata sia in fermentazione sia in affinamento.
Sono solo tre i vini di Andrea Rizzo. Il cabernet sauvignon 2005 IGT in azienda è esaurito, il 2006 (!) deve essere ancora imbottigliato ma ho l’opportunità di degustarne un poco da botte. Piacevolmente fruttato, grip tannico ben presente e nessuna sensazione verde.
L’altro rosso in commercio è il COF Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva 2004. Il naso è molto nordico, giocato com’è sui fruttini rossi e neri quasi acerbi (ribes e more), sottobosco ed erbe aromatiche (alloro). Il sorso è caratterizzato da un nerbo acido notevolissimo che lascia la bocca succosa e pulita. Chiude con una certa vigoria tannica. Molto interessante e di personalità ma attenzione, non piacerà a chi nei rossi cerca accondiscendenza e morbidezza.
Morbidezza che si trova invece nel Ramandolo. E’ il vino di punta di Feudo dei Gelsi, come è giusto che sia visto che siamo nel territorio della prima DOCG friulana e che il il Ramandolo ha origini antichissime, considerato che era già presente nella lista dei vini serviti a papa Gregorio XII in occasione del Concilio del 1409. Il Ramandolo 2003 è stato raccolto la prima settimana di dicembre con la neve sugli acini, ha un naso molto fine di scorze d’agrume, timo e miele di castagno. L’ingresso in bocca è un caldo abbraccio ma il sorso è innervato immediatamente da una freschezza acida e da una pungenza tannica (marchio del vitigno) che lasciano una lunga scia dolce/non dolce sul palato. La bevibilità è ai massimi livelli. E’ un bellissimo vino che chiede formaggi stagionati (come il Montasio ad esempio) più che dessert.
Inutile cercare Feudo dei Gelsi sulle guide o nei forum di vino. Non ve ne è traccia. Potreste però trovarlo in qualche enoteca francese (ebbene sì, è importato dai cugini!) oppure nella meritoria enoteca Cantine Isola di Milano dove chi scrive lo ha scovato.
Se ne avete la possibilità però andate a degustare il Ramandolo del Feudo dei Gelsi là dove nasce, dopo aver percorso quella strada nel bosco…
Feudo dei Gelsi - Andrea Rizzo
Via Sedilis, 41 33045 Nimis (UD)
www.feudodeigelsi.it
info@feudodeigelsi.it
Diego Mutarelli
Ti mando questo contributo, voglio assolutamente condividere con qualcuno questa bella scoperta.
Hai presente quando vai in enoteca ed assaggi un vino sconosciuto a tutti, non recensito dalle guide e sostanzialmente assente dal web?
Lo assaggi e ti sembra ottimo! E poi decidi di andare a trovare il produttore per scoprire la sua storia. E la sua storia e le sue vigne sono ancora meglio del suo vino.
Ecco a me è successo proprio così e ho voglia di condividere la mia esperienza.
A presto!
Diego
P.S.: giuro che non sono parente, socio o amico del produttore. :-)
(…)
C'è una strada nel bosco,
Il suo nome conosco
Vuoi conoscerlo tu
(…)
Il ritornello di questa vecchia canzone cantata da Gino Bechi ma resa celebre da Albertone Rabagliati non mi abbandona mentre percorro il bosco alle spalle di Nimis verso Sedilis, nel cuore della zona della DOCG Ramandolo.
Al termine del bosco, in cima ad uno sterrato non proprio agile, scopro un anfiteatro naturale fatto di montagne, alberi e viti.
E' questo il rifugio del giovane veneziano Andrea Rizzo, che, ancora studente di agraria abbandona Venezia prima e la Francia poi (dove sta facendo esperienza come enologo) e si trasferisce con moglie e figlie fin quassù.
Solo quando arrivi lassù, capisci perché.
Il panorama è mozzafiato, la quiete assoluta.
Andrea una decina di anni fa rileva questa azienda agricola con 2 ettari di vecchie vigne (40-50 anni) di verduzzo friulano, refosco da peduncolo rosso e cabernet sauvignon. La chiama Feudo dei Gelsi. Al mio arrivo infatti due enormi gelsi mi accolgono. Siamo a fine ottobre ed arrivo proprio mentre Andrea sta iniziando a vendemmiare, dai filari meglio esposti, il verduzzo al giusto grado di maturazione. Gli altri vignaioli hanno già raccolto da tempo, Andrea però ci tiene ad iniziare l’appassimento su pianta, soprattutto in quest’annata molto propizia che ha regalato, da queste parti, un bellissimo autunno con escursioni termiche giorno/notte ideali.
Tra i filiari sorprendo un fagiano goloso dei dolcissimi chicchi dorati.
Feudo dei Gelsi, pur senza integralismi e formali adesioni a protocolli produttivi specifici, segue la filosofia dei vini naturali. L’allevamento della vite senza trattamenti ed in regime bio è la scelta più coerente, circondato com’è dal bosco e senza vicini di vigna interventisti. La fermentazione viene innescata spontaneamente dai lieviti autoctoni. La barrique, di secondo o terzo passaggio, viene usata sia in fermentazione sia in affinamento.
Sono solo tre i vini di Andrea Rizzo. Il cabernet sauvignon 2005 IGT in azienda è esaurito, il 2006 (!) deve essere ancora imbottigliato ma ho l’opportunità di degustarne un poco da botte. Piacevolmente fruttato, grip tannico ben presente e nessuna sensazione verde.
L’altro rosso in commercio è il COF Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva 2004. Il naso è molto nordico, giocato com’è sui fruttini rossi e neri quasi acerbi (ribes e more), sottobosco ed erbe aromatiche (alloro). Il sorso è caratterizzato da un nerbo acido notevolissimo che lascia la bocca succosa e pulita. Chiude con una certa vigoria tannica. Molto interessante e di personalità ma attenzione, non piacerà a chi nei rossi cerca accondiscendenza e morbidezza.
Morbidezza che si trova invece nel Ramandolo. E’ il vino di punta di Feudo dei Gelsi, come è giusto che sia visto che siamo nel territorio della prima DOCG friulana e che il il Ramandolo ha origini antichissime, considerato che era già presente nella lista dei vini serviti a papa Gregorio XII in occasione del Concilio del 1409. Il Ramandolo 2003 è stato raccolto la prima settimana di dicembre con la neve sugli acini, ha un naso molto fine di scorze d’agrume, timo e miele di castagno. L’ingresso in bocca è un caldo abbraccio ma il sorso è innervato immediatamente da una freschezza acida e da una pungenza tannica (marchio del vitigno) che lasciano una lunga scia dolce/non dolce sul palato. La bevibilità è ai massimi livelli. E’ un bellissimo vino che chiede formaggi stagionati (come il Montasio ad esempio) più che dessert.
Inutile cercare Feudo dei Gelsi sulle guide o nei forum di vino. Non ve ne è traccia. Potreste però trovarlo in qualche enoteca francese (ebbene sì, è importato dai cugini!) oppure nella meritoria enoteca Cantine Isola di Milano dove chi scrive lo ha scovato.
Se ne avete la possibilità però andate a degustare il Ramandolo del Feudo dei Gelsi là dove nasce, dopo aver percorso quella strada nel bosco…
Feudo dei Gelsi - Andrea Rizzo
Via Sedilis, 41 33045 Nimis (UD)
www.feudodeigelsi.it
info@feudodeigelsi.it
Diego Mutarelli
posted by Mauro Erro @ 08:11,