Assaggi mirati
mercoledì 19 ottobre 2011
Diciamo che ero riuscito – in due settimane dedicate malvolentieri alle pratiche d’ufficio immancabili dopo le vacanze estive: sistema le carte, rassetta casa, lava la tappezzeria ecc. ecc. – a perdere quei tre chili e qualche etto stando lontano per quanto possibile da vino e cibo.
Chili puntualmente ripresi quando ho ricominciato a lavorare.
La prima fase per tornare in allenamento e dedicarsi in maggiore forma psicofisica alle batterie ripetute è uno stappo libero e ribadito, alla vienecomeviene, che dà non poche soddisfazioni.
I migliori assaggi di seguito.
Champagne Les Empreintes Extra Brut, Laherthe Freres
I fratelli Laherthe, da Chavot (ma con 10 ettari divisi in 75 parcelle sparse su 10 differenti cru. In Cote de Blancs a Vertus e Voipreux, tutte a Chardonnay 1er cru, nella zona sud di Epernay a Chavot, Moussy e Mancy con i tre vitigni e nella valle della Marna a Boursault con il pinot meunier) producono questo Champagne da Pinot noir al 40%, Chardonnay 40% e Pinot Meunier al 20%, passato in legno, con malolattica non svolta e con un minimo dosaggio di 4 gr/lt, che fila come un treno quando lo si assaggia.
Dall’aperitivo in poi, ma aspettare un po’, se di recente sboccatura, e dimenticarlo in cantina non è peccato.
Sancerre Clos la Neore 2010, Edmond e Anne Vatan
Naso di grasso, origano e rosmarino, agrumi e balsami che invoglia a una beva che si rileva tesa, ampia e salata. Una maggiore articolazione aromatica arriverà con il tempo. Già molto godibile adesso, ma la pazienza è la virtù dei forti, diceva qualcuno. (Ah, a proposito di Sauvignon, appuntatevi quello di Sebastian Stocker: il vecchio cantiniere di Terlano, ne produce una versione che, targata 2009, era squisita).
Chambolle Musigny 2008, Domaine Roumier
Da uno dei più ricercati produttori di Borgogna un semplice village inno al candore e all'espressione sincera: naso carezzevole e felpato di fragole, rosa, eucalipto su un sottofondo leggermente vegetale e ceneroso. Palato saporito, ampio e infiltrante.
Clos de La Roche Grand Cru 2008, Domaine Ponsot (qui, Cimmino)
‘Na botta di vita.
Ma da queste parti, per chi può, è meglio ripassare tra dieci anni almeno.
Vino bianco Testalonga 2009, Antonio Perrino
Da Dolceacqua, da uve vermentino, Antonio Perrino produce un bianco mediterraneo al naso (dopo averlo scaraffato e dopo che si è liberato dalla nota di riduzione) salato e asciutto al palato, buon compagno della tavola.
Trebbiano Spoletino Vecchie vigne 2010, Collecapretta
Davvero affascinante al naso, per me che ne conosco pochi, ha intriganti note fumè (ma non è affinato in legno) e palato salato e guizzante.
Martina Vecchie Vigne (vino da tavola rosato 2010), Togni Rebaioli
Approfondiremo la variegata e particolare produzione di questa cantina della Vallecamonica, nel bresciano, prossimamente. Per adesso partiamo da questa schiava dalle fragranti trasparenze, di bella pulizia olfattiva al naso, di palato non lunghissimo ma esplosivamente salato e gourmand.
La prima fase per tornare in allenamento e dedicarsi in maggiore forma psicofisica alle batterie ripetute è uno stappo libero e ribadito, alla vienecomeviene, che dà non poche soddisfazioni.
I migliori assaggi di seguito.
Champagne Les Empreintes Extra Brut, Laherthe Freres
I fratelli Laherthe, da Chavot (ma con 10 ettari divisi in 75 parcelle sparse su 10 differenti cru. In Cote de Blancs a Vertus e Voipreux, tutte a Chardonnay 1er cru, nella zona sud di Epernay a Chavot, Moussy e Mancy con i tre vitigni e nella valle della Marna a Boursault con il pinot meunier) producono questo Champagne da Pinot noir al 40%, Chardonnay 40% e Pinot Meunier al 20%, passato in legno, con malolattica non svolta e con un minimo dosaggio di 4 gr/lt, che fila come un treno quando lo si assaggia.
Dall’aperitivo in poi, ma aspettare un po’, se di recente sboccatura, e dimenticarlo in cantina non è peccato.
Sancerre Clos la Neore 2010, Edmond e Anne Vatan
Naso di grasso, origano e rosmarino, agrumi e balsami che invoglia a una beva che si rileva tesa, ampia e salata. Una maggiore articolazione aromatica arriverà con il tempo. Già molto godibile adesso, ma la pazienza è la virtù dei forti, diceva qualcuno. (Ah, a proposito di Sauvignon, appuntatevi quello di Sebastian Stocker: il vecchio cantiniere di Terlano, ne produce una versione che, targata 2009, era squisita).
Chambolle Musigny 2008, Domaine Roumier
Da uno dei più ricercati produttori di Borgogna un semplice village inno al candore e all'espressione sincera: naso carezzevole e felpato di fragole, rosa, eucalipto su un sottofondo leggermente vegetale e ceneroso. Palato saporito, ampio e infiltrante.
Clos de La Roche Grand Cru 2008, Domaine Ponsot (qui, Cimmino)
‘Na botta di vita.
Ma da queste parti, per chi può, è meglio ripassare tra dieci anni almeno.
Vino bianco Testalonga 2009, Antonio Perrino
Da Dolceacqua, da uve vermentino, Antonio Perrino produce un bianco mediterraneo al naso (dopo averlo scaraffato e dopo che si è liberato dalla nota di riduzione) salato e asciutto al palato, buon compagno della tavola.
Trebbiano Spoletino Vecchie vigne 2010, Collecapretta
Davvero affascinante al naso, per me che ne conosco pochi, ha intriganti note fumè (ma non è affinato in legno) e palato salato e guizzante.
Martina Vecchie Vigne (vino da tavola rosato 2010), Togni Rebaioli
Approfondiremo la variegata e particolare produzione di questa cantina della Vallecamonica, nel bresciano, prossimamente. Per adesso partiamo da questa schiava dalle fragranti trasparenze, di bella pulizia olfattiva al naso, di palato non lunghissimo ma esplosivamente salato e gourmand.
posted by Mauro Erro @ 12:28,