Dicesi magliocco dolce...

Altomonte

A rendere difficile la comprensione dei vini calabresi al degustatore o all’appassionato che vi si avvicina c’è, innanzitutto, un colpevole ritardo di natura viticola.
Detta in minimi termini, non si è mai sicuri di ciò che si sta bevendo.
In primo luogo per un processo di catalogazione dei vitigni e dei loro ecotipi che è solo all’inizio. Solo da poco tempo, ad esempio, sappiamo di una distinzione tra un magliocco dolce ed uno canino.
A ciò va aggiunto anche il ritardo nel passaggio da una viticoltura arcaica ad una moderna con una conseguente promiscuità delle vigne dove le varietà si moltiplicano e assumono i più svariati sinonimi.
È il caso della Doc Pollino, su cui torneremo in seguito, dove nell’attuale modifica del disciplinare – esisterà un'unica Doc Terre di Cosenza e le doc già esistenti diverranno delle sottozone (Verbicaro, Pollino, ecc. ecc.) – quello che è stato il “Gaglioppo” dal 1975 torna ad essere, nella dicitura corretta, Magliocco, visto che il vitigno utilizzato nulla a ha che fare con il tipico vitigno cirotano. Se ciò non bastasse, in questa zona, il magliocco dolce può essere chiamato aglianico o lacrima nera e, uscendo dalla doc, allargando lo sguardo al resto della regione, i sinonimi, come vedremo, si moltiplicano a decine.

Il vitigno

Il Magliocco dolce è con buone probabilità il vitigno più diffuso dopo il Gaglioppo essendo stato in passato, soprattutto nell’800, il vitigno principe calabrese. La sua maturazione è tardiva e, a differenza del gaglioppo, è ben dotato di colore, al di là delle interpretazioni stilistiche dei produttori, essendo meno dotato però in acidità e tannini.
Ne risulta un vino che può andare da un colore cerasuolo nelle interpretazioni con brevissime macerazioni ad un denso rosso violaceo, con un imprinting olfattivo fruttato e rotondo (dai frutti rossi come il lampone a quelli scuri), in alcuni casi floreale, accompagnato da venature di erbe aromatiche e agrumi, frutta secca con l’invecchiamento. Al palato è morbido, non sviluppa molto alcol, ha tannino sottile e garbato facendosi così apprezzare anche molto giovane.

Diffusione: nella provincia di Cosenza, dove è spesso coltivato in purezza, nella provincia di Catanzaro e Crotone, nonché, in misura minore, nella provincia di Reggio Calabria.

Sinonimi: Arvino (nella Doc Savuto), Guarnaccia Nera (Doc Verbicaro), Marcigliana o Greco Nero (Lamezia Terme), Lacrima o Lagrima, Castiglione e Maglioccuni, Mangiaguerra, Gaddrica, Mantonico Nero tra i principali.

Alcune interpretazioni

Pollino: zona al confine tra Calabria e Basilicata, ammonta a poco meno di 100 ettari la vigna iscritta all’albo Doc:le vigne sostano tra i 350 e i 500 metri su terreni di argilla calcarea. Pochi anche gli interpreti.
In questa zona, tradizionalmente, il magliocco dolce è un vino scarico di colore (brevi macerazioni), con alcol blando (intorno i 12,5 gradi), di facile beva, talvolta rustico nel tannino rugoso ma lieve e che ben si accompagna alla tavola.

Rossella Bellusci
Già segnalata da Francesco Falcone sul numero 28 di Enogea ad inizio 2010, Rossella Bellusci, erede di una famiglia di viticoltori di lungo corso, possiede il parco vitato più esteso della denominazione, ben 18 ettari vitati rinnovati nel 2001, di cui 5 a Magliocco con una densità d’impianto di 4.000 ceppi allevati a cordone speronato e innestati su Paulsen 1103. Una rinnovata realtà il cui reddito principale è la vendita delle uve; si vinifica solo una piccola parte delle uve e il vino che ne deriva, allo stato attuale, in attesa dei primi imbottigliamenti, viene venduto sfuso in loco.
Se ne producono diversi, di schietta impostazione e beva, con il Magliocco addizionato di Cabernet Sauvignon (se ne coltivano due ettari) o di Merlot (altri due ettari). Molto promettenti i 2010.

Casalnuovo del Duca
Pietro Armentano è l’anima di questa piccola realtà che produce e imbottiglia sol Pollino Doc, anche in versione rosata. Si lega alla cantina di Rossella Bellusci per via dello stesso enologo (Claudio Fuoco) anche se qui i vini risultano essere più solidi peccando, venialmente, di un pizzico di personalità.
Da assaggiare il Pollino Montevecchio 2006. Circa 20.000 le bottiglie prodotte.

Tra gli altri produttori va ricordato Basilio Miraglia i cui vini non abbiamo potuto assaggiare.

Oltre il Pollino

Feudo di San Severino
Nonostante Saracena ricada nel comprensorio della Doc Pollino, le attenzioni, comprese quelle dei fratelli Bisconte, sono tutte dedicate al Moscato passito al Governo di Saracena. Ma in questa caratteristica cantina nel vecchio centro di Saracena, i Bisconte producono un vino che etichettano Lacrima Nera e che non dovrebbe essere altro che Magliocco dolce. Abbiamo assaggiato il 2001, il 2004, il 2006 e il 2007, con questi ultimi due, concepiti e realizzati in maniera diversa: maggior cura, macerazioni più lunghe, maggiore precisione realizzativa. Ma in tutta sincerità, nonostante i primi due avessero un pizzico di rusticità li abbiamo preferiti per quel plus di personalità: colore scarico, nuance di erbe aromatiche e agrumi, bergamotto sopra tutti, davvero entusiasmanti, e beva tesa.

La valle dell’Esaro
Stretta tra il Pollino a nord e le colline presilane a sud, questa ampia fascia di terra si colloca, da est a ovest, tra lo Ionio, attraverso la piana di Sibari, e il Tirreno. Zona non molto vitata, non mancano realtà interessanti e di grandi dimensioni produttive tanto che risulta essere il principale serbatoio vitato del Cosentino.

Ferrocinto - Campoverde
Si tratta di una nuova realtà, almeno per quanto riguarda il vino, che ha sede nel comprensorio di Castrovillari. Campoverde è il marchio commerciale che rappresenta la consociazione di tre realtà agricole. Già si producono e si commercializzano oltre il vino, olio, pesche, agrumi, latte e formaggi. In zona Ferrocinto (il marchio riportato in etichetta), c'è il principale corpo vitato. La produzione totale è di circa 700.000 bottiglie di precisione tecnologica più che di anima, dove non mancano anche vini da vitigni internazionali. Tra tutti è proprio il Magliocco 2010, etichettato Igt Calabria, a distinguersi: pulito nei profumi e facile da bere. Molto invitante anche il prezzo, visto che dalla cantina dovrebbe uscire intorni ai 3,50 euro.

L’Acino Vini
Piccola e giovane realtà nata dall’amicizia fra Antonello Canonico, Emilio Di Cianni, Dino Brignonigro. È Antonello che segue la nuova cantina a San Marco Argentano, mentre per i primi anni ci si appoggiava da Bruno De Conciliis. Il magliocco dolce per il loro ToccoMagliocco – pensato per i lunghi invecchiamenti, con macerazioni protratte e passaggio in legno – arriva più o meno in parti uguali da una vicina vigna e da un’altra nel comprensorio del Pollino (a Frascineto). Tra tutti quelli prodotti sin dal 2007 ci sono sembrati molto promettenti e più equilibrati per estrazione e finezza tannica sia il 2009 che il 2010.

Il Cirotano

Librandi
Inutile dire che il principale impulso allo studio e alla classificazione dei vitigni calabresi è arrivato da questa storica cantina condotta da Antonio e Nicodemo Librandi, promotori , con il contributo della regione Calabria, del testo Il Gaglioppo e i suoi fratelli denso di collaborazioni di illustri studiosi e professori. Quanto ai vini, oltre il Magno Megonio, che va via via arricchendosi nel tempo e con le nuove annate di dettaglio aromatico, si preparano in casa Librandi alcune novità (molto interessanti all’assaggio) che riguardano proprio il magliocco dolce.dolce. ah

posted by Mauro Erro @ 13:17,

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