Tu non me lo avevi detto

L’altro giorno mi è venuta a trovare la Wanda nel suo immancabile tailleur. Questa volta a fiori, per dare il benvenuto all’estate. Raramente l’ho vista con altro indosso che non fosse un tailleur: ne ha di tutti i tipi, fogge e colori. E non che sia una donna in carriera anni ’80 la Wanda – d’altronde come potrebbe esserlo di questi tempi – ma nonostante ciò ha tutta l’aria di esserlo, malgrado il suo ruolo sociale sia quello di moglie, madre, casalinga.
La Wanda è una bella donna in tailleur, con i capelli e le unghie sempre appena fatte e luccicanti, sempre tutta in ordine, che tempo fa ha deciso che non avrebbe continuato il suo part time in un call center e che avrebbe avuto un figlio prima dei 35 anni indipendentemente dalla materia prima maschile e quello che noi chiamiamo amore; bastava che l’uomo in questione fosse una persona perbene, senza grilli per la testa e che le garantisse, giustamente, un certo tenore di vita, compresa la filippina che mi aiuta a fare i servizi a casa (ossia quella che fa i servizi, la vera casalinga).

Si da il caso, quindi, che Wanda abbia un sacco di tempo libero e che lo trascorra per la gran parte organizzando cene (spesso a tema e dai titoli surreali) e leggendo tutte le riviste che l’editoria italiana è capace di pubblicare.
Ne scaturiscono due conseguenze di carattere sociale: la prima è che la Wanda è un’ottima padrona di casa capace di intrattenere qualsiasi ospite passando dalla depilazione maschile, all’ultimo video che gira su Facebook, fino alle diete a punti. Status, quello di padrona di casa per eccellenza, che attestò anche con l’acquisto di un barboncino che per qualche mese ha sostato sul divano del soggiorno; fin quando la Wanda non si è imbattuta in un articolo che etichettava i cani portatori di virus letali per i bambini: per salvare la pelle a suo figlio Luca (oggi quattro anni e già malato di stress) si è disfatta del barboncino.
Seconda conseguenza: la Wanda comincia ogni discussione con un tono ed una postura che sembra stia presiedendo una riunione d’azienda – La Wanda Corporated e Inc. – con un incedere un pizzichino saccente di quella che la sa lunga e le ha viste tutte, accompagnato dall’immancabile cinismo-pragmatismo proprio della Wanda, e con un certo passo messianico di chi ha capito tutto prima di tutti ed ha rinunciato ad una folgorante carriera (il part time del call center) per ritirarsi ad una vita sociale e di comunità oltre che crescere la sua progenie.

E l’altro giorno, quando è venuta a trovarmi, aveva appena letto un articolo sui vini biodinamici accompagnato da un trafiletto sull’utilizzo dei pesticidi in viticoltura, citati con percentuali e statistiche puntuali, e collegate tra loro con un intercalare regolare, e tu non me lo avevi detto, recitato con la speranza che io crollassi in lacrime per la mia immoralità nel non dirglielo o confessassi, incredulo e spergiuro, che non ne sapevo niente.
Dopo un’ora ero quasi tentato di darle questa soddisfazione mentre pensieroso sceglievo tra le due opzioni quando ha guardato l’orologio, ha immediatamente troncato il discorso ed è corsa via scappando urlandomi che doveva andare a comprare i pomodori ché il supermercato chiudeva ed aveva voglia, invece, di fare una sana insalata a suo figlio.

Allora mi sono ricordato di un tale che una volta mi raccontò come si facevano i pomodori in agricoltura intensiva, di quanti chili di azoto, di solfato di potassio e di fosforo ci volessero per un acro di terra, di quanti erbicidi, insetticidi e fungicidi abbisognassero, di come fossero colti poi immaturi per prolungarne la conservazione ed immagazzinati a basse temperature, ripuliti con cloro, per poi essere maturati forzosamente in camere sature di gas etilene per due o tre giorni. Infine ritoccati con coloranti e lucidati con paraffina.
E stavolta volevo dirglielo ma non me ne ha dato il tempo.

Ma poi mi son chiesto, possibile che la Wanda non ne sapesse niente? Che con tutte le riviste che legge non avesse scoperto il fantastico mondo del biologico? Che non sapesse nulla degli orti comunitari e dei Gas?

Allora sono arrivato alla conclusione che non solo non esistono i pomodori di una volta, ma neanche le padrone di casa di una volta.

P.S. Non avevo molte alternative, per cui le ho fatto bere due vini naturali. Edi Kante, un bianco e un rosso. Il macerato sulle bucce mi sa che non l’è piaciuto granché, mentre io ne ho tratto giovamento. Ha apprezzato, invece, molto il rosso. Un terrano del ’91 se non ricordo male. Io però mi sono chiesto: oltre l’acidità c’è di più? Non male e vivissimo il vino, ma non mi sembra che al terrano l’invecchiamento doni molto di più quanto a complessità aromatica.
ah

posted by Mauro Erro @ 12:39,

2 Comments:

At 23 giugno 2011 alle ore 18:27, Anonymous Anonimo said...

su barboncini al forno so che si abbinano alla grande.

 
At 23 giugno 2011 alle ore 18:38, Blogger Mauro Erro said...

dal manuale del giusto abbinamento alla cucina cinese?

 

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