La giusta misura
lunedì 9 maggio 2011
È stata la settimana mediatica più intensa e importante degli ultimi dieci anni. Le nozze di William e Kate, prossimi reali d’Inghilterra, la Beatificazione di Papa Wojtyla, l’uccisione di Osama Bin Laden.
Nel frattempo nel mondo dell’enogastronomia tutto procedeva come se nulla o poco accadesse. Pippa a parte, tutto derubricato a cappellini, cronaca rosa, il solito Zio Sam che con Tex Willer mostra i muscoli e riscatta la buon’anima del generale Carter.
Inaki Aizpitarte è o non è the best in the world? Luca Maroni ci o è o ci fa? Quanto ha messo Suckling a quel vino di Frescobaldi?
E giù chilometri di parole, polemiche e incazzature.
La cosa è per certi versi rassicurante. Ricorda il bar dello sport del lunedì mattino, dove tra un caffè, cappuccino e cornetto litigavi con qualcuno perché il rigore non c’era. Spesso le discussioni somigliano alla trasmissione televisiva dove la moviola seziona a colpi di mannaia il microsecondo per capire se la palla è entrata o meno: è goal o non è goal, confabulano l’arbitro in pensione, l’allenatore appiedato, il calciatore belloccio e la soubrette.
Noi, popolo di telespettatori, ci accomodiamo in pantofole – i più giovani preferiscono i popcorn – e stiamo a guardare sperando che i toni si alzino e ci scappi pure qualche insulto o querela: che qualcuno, finalmente, a quel pseudogiornalista o a quello chef, glielo dica una volta per tutte: non ci ha mai capito un fico secco.
Siamo sinceri, noi oltre che un pizzico snob, siamo pure pulp. Vogliamo vedere scorrere il sangue sulle musiche di Quentin Tarantino.
E Uma Thurman non ci dispiace affatto perché è una gran figa, tanto per restare in tema e mostrare il nostro lato misogino ed esporre il nostro sesso Priapico.
Mal comune mezzo gaudio per tornare alla nostra Pippa Middleton leggendo Maria Luisa Rodotà sul Corrierone. C’informa tagliente “che gli allibratori vedono più probabile (4 a 6) una vittoria di Pippa nell'importante concorso britannico «Rear of the Year», per i migliori glutei dell'anno.
Anche se quelli di Pippa non sono eccezionali; il successo è dovuto al contesto, l'abito da damigella, la navata centrale della Westminster Abbey, i reali presenti. Anche se Pippa è meno bella della maggior parte delle starlet che si vedono in foto e video”.
Ho appreso dell’esistenza dei sopravvalutati glutei di Pippa in una cena con amici mentre bevevo uno chardonnay delizioso. L’Auxey-Duresses di Jean Lafouges e suo figlio Gilles, vignaioli da sei generazioni che coltivano 10 ettari in questa appellazione della Borgogna. In bianco hanno due parcelle confinanti Meursault, Les Boutonniers e Les Hautès: quest’ultimo dell’annata 2007 regnava sulla tavola.
Ah, a proposito di bar dello sport propongo un argomento su cui litigare: 2003 e 2007, sono a prescindere annate brutte e storte?
Il vino non ingombrava. Aveva personalità ma non un ego spropositato e non esigeva di conseguenza tutta l’attenzione per se: con gli amici si poteva parlare del popò di Pippa e di altro e non del vino. Profumava lieve, sottile, appena screziato di erbe aromatiche su uno spesso manto di bianchi e candidi sassi. Non era ridondante né esondava dal calice con i suoi aromi. Aveva sorso succoso e salato e chiudeva asciuttissimo; si proponeva sui piatti meravigliosamente ed è finito in men che non si dica, facendosi rimpiangere.
Venti, venticinque euro, non di più.
Un vino assoluto? Si chiederà qualcuno, perché diamine è Borgogna, e non può costare così poco!
Io di assoluto ho visto poche cose. La Cappella Sistina di Michelangelo a Roma, ad esempio.
Ma non è neanche un vino di quelli bioqualchecosa che fa chic, concettuale come alcune opere di arte contemporanea che, quando hai finito di girare la galleria, ti chiedi si, bene, ma l’opera d’arte qual è?
È semplicemente un vino delizioso e squisito che si fa bere dando piacere e basta.
Perché diciamocelo, noi eno-gastro-fighetti siamo, troppo spesso, noiosissimi.
(E ora anche noi, come Facebook, introduciamo i sondaggi).
Titoli alternativi al post
a) Pippa forever, (ricordando il film di Faenza sul nostro premier)
b) La noia e la Pippa (ricordando Moravia)
c) Pippa connection (perché anche noi siamo “pop” e guardiamo le pubblicità dell’Ikea)
d) Non saprei (che sono un bel po’ di italiani secondo i sondaggi)
a
posted by Mauro Erro @ 02:40,