Fave: oltre il cacio c’è di più
mercoledì 18 maggio 2011
La fava o Vicia Faba, descritta da Plinio il Vecchio per il largo uso che se ne faceva nella Roma antica, era conosciuta già nella preistoria e quasi certamente anch’essa di provenienza asiatica. Ma mentre nell’antica Grecia Pitagora ordinava ai suoi discepoli di non mangiare o toccare fave creando uno dei tabù che ancora oggi risulta inspiegabile, misterioso ed oscuro, per gli antichi romani l’ammonimento pitagorico altro non era che una esortazione ad astenersi dalla politica: l’imperativo “abstineto fabis” deriva, infatti, dall’usanza popolare di votare gettando un seme di fava nel contenitore preferito.
E se molti italiani in questi ultimi giorni si sono astenuti dalle urne e dalle fave, rispettando il “monito” romano, noi che, invece, rispettiamo il ciclo regolare della natura vi esortiamo (se non siete affetti da favismo) al consumo della buona e sana leguminosa primaverile e a farlo anche senza il classico pecorino.
In questo periodo ce ne sono tante in giro, la loro semina, che avviene da ottobre a febbraio (a seconda del clima), assicura la presenza di fave fresche per tutta la primavera e parte dell’estate. La pianta delle fave è forte e vigorosa ed ha una crescita rapida, può raggiungere il metro di altezza e il suo frutto è un baccello carnoso lungo 25/30 cm; grazie alla sua capacità di arricchire il terreno di azoto, quella della fava è una coltura da rinnovo che solitamente precede le colture più impegnative. I primi baccelli, che arrivano a misurare 6/7 centimetri, possono essere consumati come i fagiolini e quindi cotti interi, quando invece raggiungono la giusta maturazione, arrivando ai classici 25/30 cm, si raccolgono con una leggera torsione verso il basso e si consumano freschi, mangiati appena colti, a quintalate o con un buon cacio di accompagnamento. Se non avete un orto o vi siete dimenticati di piantarle, non temete, ogni fruttivendolo che si rispetti ne avrà ceste piene fino a luglio, dovete solo fare attenzione all’acquisto: osservate bene i baccelli e assicuratevi che risultino croccanti e pieni, privi di macchie e screpolature. Potete, poi, conservare le vostre fave essiccandole o congelandole dopo averle sgranate e sbollentate.
Spulciando fra riviste e pizzini svolazzanti nella libreria di casa ho estrapolato un quintetto di ricette interessanti che vedono protagoniste le buone leguminose. Si comincia oggi con un paio di ricette light, gustose, salutari, quindi poco caloriche e soprattutto molto verde speranza, come un monito, il nostro, alla primavera affinché la smetta di tribolarci con pioggia, vento e sbalzi di temperature e si decida una volta per tutte a sintonizzarsi sulle giuste frequenze!
La prima ricetta che vi propongo è una semplicissima insalata di fave: non dovete far altro che sgranare i vostri baccelli, sbollentare le fave (se necessario privarle della pellicina che le riveste, ma se sono tenere non ce n'è bisogno), condirle con scalogno a fettine; un trito di menta, maggiorana, e aglio; olio, aceto, sale e pepe. Dopo averle condite, mescolatele bene e lasciatele riposare per qualche minuto affinché si insaporiscano meglio, mangiatele come inizio pasto o come contorno o, se volete rispettare una dieta poco calorica, come pasto completo accompagnandole magari a qualche fettina di speck.
La seconda ricetta è una crema di fave fresche che potete gustare con i crostini di pane o con un po’ di tonno (al naturale, in versione polpette o polpettone). Sgranate 500 gr di fave, sbollentatele per qualche minuto in acqua salata. Privatele della pellicina e mettetele in un tegame con un filo d'olio, mezzo spicchio d'aglio pestato e un po’ di timo tritato. Bagnate con un mestolino d'acqua e cuocete per circa 10 minuti. A parte lessate una patata. Togliete l’aglio dalle fave e passatele nel passaverdure o al mixer. Rimettetele nel tegame, unite la patata pelata e schiacciata, un pizzico di sale, un pizzico di peperoncino e cuocete per qualche minuto mescolando con un cucchiaio di legno. Decorate con un po' di cipolla, un rametto di menta e una spolverata di peperoncino.
Il prossimo appuntamento con le fave prevede un primo piatto, una zuppa e un plumcake e non temete…non abbandoneremo proprio del tutto il pecorino!
Adele Chiagano
a
E se molti italiani in questi ultimi giorni si sono astenuti dalle urne e dalle fave, rispettando il “monito” romano, noi che, invece, rispettiamo il ciclo regolare della natura vi esortiamo (se non siete affetti da favismo) al consumo della buona e sana leguminosa primaverile e a farlo anche senza il classico pecorino.
In questo periodo ce ne sono tante in giro, la loro semina, che avviene da ottobre a febbraio (a seconda del clima), assicura la presenza di fave fresche per tutta la primavera e parte dell’estate. La pianta delle fave è forte e vigorosa ed ha una crescita rapida, può raggiungere il metro di altezza e il suo frutto è un baccello carnoso lungo 25/30 cm; grazie alla sua capacità di arricchire il terreno di azoto, quella della fava è una coltura da rinnovo che solitamente precede le colture più impegnative. I primi baccelli, che arrivano a misurare 6/7 centimetri, possono essere consumati come i fagiolini e quindi cotti interi, quando invece raggiungono la giusta maturazione, arrivando ai classici 25/30 cm, si raccolgono con una leggera torsione verso il basso e si consumano freschi, mangiati appena colti, a quintalate o con un buon cacio di accompagnamento. Se non avete un orto o vi siete dimenticati di piantarle, non temete, ogni fruttivendolo che si rispetti ne avrà ceste piene fino a luglio, dovete solo fare attenzione all’acquisto: osservate bene i baccelli e assicuratevi che risultino croccanti e pieni, privi di macchie e screpolature. Potete, poi, conservare le vostre fave essiccandole o congelandole dopo averle sgranate e sbollentate.
Spulciando fra riviste e pizzini svolazzanti nella libreria di casa ho estrapolato un quintetto di ricette interessanti che vedono protagoniste le buone leguminose. Si comincia oggi con un paio di ricette light, gustose, salutari, quindi poco caloriche e soprattutto molto verde speranza, come un monito, il nostro, alla primavera affinché la smetta di tribolarci con pioggia, vento e sbalzi di temperature e si decida una volta per tutte a sintonizzarsi sulle giuste frequenze!
La prima ricetta che vi propongo è una semplicissima insalata di fave: non dovete far altro che sgranare i vostri baccelli, sbollentare le fave (se necessario privarle della pellicina che le riveste, ma se sono tenere non ce n'è bisogno), condirle con scalogno a fettine; un trito di menta, maggiorana, e aglio; olio, aceto, sale e pepe. Dopo averle condite, mescolatele bene e lasciatele riposare per qualche minuto affinché si insaporiscano meglio, mangiatele come inizio pasto o come contorno o, se volete rispettare una dieta poco calorica, come pasto completo accompagnandole magari a qualche fettina di speck.
La seconda ricetta è una crema di fave fresche che potete gustare con i crostini di pane o con un po’ di tonno (al naturale, in versione polpette o polpettone). Sgranate 500 gr di fave, sbollentatele per qualche minuto in acqua salata. Privatele della pellicina e mettetele in un tegame con un filo d'olio, mezzo spicchio d'aglio pestato e un po’ di timo tritato. Bagnate con un mestolino d'acqua e cuocete per circa 10 minuti. A parte lessate una patata. Togliete l’aglio dalle fave e passatele nel passaverdure o al mixer. Rimettetele nel tegame, unite la patata pelata e schiacciata, un pizzico di sale, un pizzico di peperoncino e cuocete per qualche minuto mescolando con un cucchiaio di legno. Decorate con un po' di cipolla, un rametto di menta e una spolverata di peperoncino.
Il prossimo appuntamento con le fave prevede un primo piatto, una zuppa e un plumcake e non temete…non abbandoneremo proprio del tutto il pecorino!
Adele Chiagano
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posted by Mauro Erro @ 01:36,