Alto Adige Schiava 2009, Bessererhof (ode al vino quotidiano)
sabato 28 maggio 2011
Nata nel 1998, l’azienda di Otmar e Rosmarie Mair è collocata nell’estremo sud della valle Isarco e produce oggi circa 30.000 bottiglie complessive, frutto dei 3,5 ettari di proprietà, di pendii scoscesi e ripidi, da cui nascono vini di bella personalità e prezzi vantaggiosi.
In particolare, l’azienda è diventata la mia spacciatrice ufficiale di rosso beverino, facile, fresco, semplice con cui innaffierò le gole di amici e amiche quest’estate, al mare, in giardino, prima di iniziare una cena o in un meriggio trascorso tra tigli e robinie stesi su un verde prato. Se potessi direttamente con un autobotte al seguito e una pompa. Altro che calici o secchi.
Parlo per la precisione della schiava, vitigno da cui, in questa versione targata 2009 nasce un vino che, raffreddato al punto giusto in frigo, scalpita all’assaggio: fresco, sapido, di bel succo rinfrancante. Un vino che già intriga l’occhio con il suo rubino delicato, brillante e scarico, e seduce il naso con le sue tinte floreali e il frutto carnoso (una bella fragola matura, quasi gelatina, delicatissima). Otto euro, al consumatore.
(se poi avete voglia di spendere un pizzico di più, circa 11/12 euro, ci sarebbe lo chardonnay riserva della casa, anno del signore 2008. Assaggiata, inconsapevolmente sotto il tavolo le ginocchia iniziano a fare giacomo giacomo – ma anche Antonio Antonio, nel senso che se ne vanno per fatti loro – e le orecchie sentono distintamente del rock’n roll…)
In particolare, l’azienda è diventata la mia spacciatrice ufficiale di rosso beverino, facile, fresco, semplice con cui innaffierò le gole di amici e amiche quest’estate, al mare, in giardino, prima di iniziare una cena o in un meriggio trascorso tra tigli e robinie stesi su un verde prato. Se potessi direttamente con un autobotte al seguito e una pompa. Altro che calici o secchi.
Parlo per la precisione della schiava, vitigno da cui, in questa versione targata 2009 nasce un vino che, raffreddato al punto giusto in frigo, scalpita all’assaggio: fresco, sapido, di bel succo rinfrancante. Un vino che già intriga l’occhio con il suo rubino delicato, brillante e scarico, e seduce il naso con le sue tinte floreali e il frutto carnoso (una bella fragola matura, quasi gelatina, delicatissima). Otto euro, al consumatore.
(se poi avete voglia di spendere un pizzico di più, circa 11/12 euro, ci sarebbe lo chardonnay riserva della casa, anno del signore 2008. Assaggiata, inconsapevolmente sotto il tavolo le ginocchia iniziano a fare giacomo giacomo – ma anche Antonio Antonio, nel senso che se ne vanno per fatti loro – e le orecchie sentono distintamente del rock’n roll…)
(fermentazione malolattica in legno e affinamento di un anno in botte da 500 litri. Naso ancora dormiente, sottile e appena trattenuto dal legno – nocciola, erbe aromatiche, frutta – palato saporito e fragrante, teso e di sapida lucentezza. Sappiate aspettare un po’.)
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posted by Mauro Erro @ 09:45,