Problemi tecnici di trasmissione

Problema.

Andrea Turco
è un appassionato di birra. Il suo portfolio è sparso qua e là nel web e potete recuperarlo voi stessi. Suo il merito di aver creato l’interessantissimo blog sulla birra, quella buona, cronachedibirra.
Angelino Alfano è l’attuale tenutario del Ministero di Giustizia. Il suo portfolio è sparso qua e là nel web e potete recuperarlo voi stessi. Suo il merito di aver creato il decreto che porta il suo nome, in base al quale ogni blog viene considerato alla stregua di una testata giornalistica regolarmente registrata.
In un recente post apparso sul suo blog, Andrea Turco criticava la nuova iniziativa della multinazionale Heineken, I love Beer, con cui l’azienda, anche attraverso la pubblicazione di un manuale disponibile nelle migliori librerie a 14,90 €, si propone di promuovere la cultura birraria in Italia.
Heineken, grazie al su citato decreto Alfano, ha attivato i propri legali al fine di citare l’autore del post, “reo di aver espresso giudizi lesivi dell’immagine della società”.
Andrea Turco è stato costretto a rimuovere il post incriminato e, di punto in bianco, oggi annuncia la chiusura definitiva del suo blog.

Soluzione.


Due possibili:
1. Pesce d’Aprile
2. Oggi si scrive una triste pagina dell' informazione enogastronomica.

Roberto Erro
a

posted by Mauro Erro @ 15:50,

8 Comments:

At 1 aprile 2011 alle ore 20:35, Anonymous canesciolto said...

amici, qui le cose si mettono proprio male!!

 
At 1 aprile 2011 alle ore 21:23, Anonymous Armando Castagno said...

Mi dispiace umanamente per Andrea, e molto, ma complessivamente dissento. Probabilmente è la sola cosa che condivido dell'intera attività di Alfano di tutti questi anni, e me ne meraviglio io stesso, ma qui a mio avviso non ha torto: un blog è una espressione pubblica del pensiero, con testo, immmagini e firma, ed è di fatto una pubblicazione, anzi, come i blogger stessi argomentano con giusta convinzione, è la forma più moderna e futuribile di pubblicazione. Non scherziamo sul "diario privato", per favore: dai blog nascono movimentazioni di piazza da un milione di persone, e forse il germe della RIVOLUZIONE in sei o sette nazioni nel solo 2011. La forma primigenia del blog, in effetti diaristica, non può restare oggi strumento di sostanziale impunità: attraverso un blog, che oltretutto in questo caso raccoglie addirittura della pubblicità o comunque dei banner pubblicitari, non si può diffamare pubblicamente qualcuno senza rischiare che questi provi a rivalersi secondo le leggi della stampa.
Questo però significa altre due cose: primo, che Andrea Turco ha a mio avviso ogni diritto di controquerelare, e comunque di difendersi invocando il sacrosantissimo diritto di critica. Nel merito purtroppo non ho un'idea, perché il post incriminato è stato fatto sparire; però non credo che la Heineken possa aver costretto Turco a rimuovere il post, ma solo dato mandato ai suoi legali di intimare la rimozione; un diktat cui io, se fossi convinto di non aver mai diffamato ma solo liberamente espresso il mio pensiero, quand'anche duro e contrario, non avrei MAI accondisceso. E comunque, istintivamente, tifo per lui.
Secondo, che Andrea è tutelato dal Decreto Alfano nel caso qualcuno, attraverso un blog, lo diffamasse, creandogli un danno di qualsiasi entità e natura.
Dove sbaglio?
Se poi questo fosse un Pesce d'Aprile, è il più bello degli ultimi cinque anni.

 
At 1 aprile 2011 alle ore 21:26, Anonymous Armando Castagno said...

Anzi, leggendo meglio: "annuncia la chiusura definitiva del blog". Questo non sta né in cielo né in terra: gli attributi di Andrea Turco mi sono noti. E dunque è ufficiale: E' un pesce d'Aprile. :-)

 
At 1 aprile 2011 alle ore 21:41, Blogger Mauro Erro said...

Be' io aspetto domani, ma nel caso non fosse un pesce d'aprile, sarebbe la prima volta credo che non sono d'accordo amico mio.

1) Parliamo di reato d'opinione?
2) Sai meglio di me che già un editore non è disposto a beccarsi una querela, figuriamoci un blogger come potrebbe portare avanti una causa. Il che, nella pratica, si traduce in autocensura.

 
At 2 aprile 2011 alle ore 09:08, Anonymous Armando said...

Parliamone. Se io sul mio blog scrivo che tizio è un ladro, molta gente sarà portata a credermi. Se non è vero, io sono quello che AZIONA una gogna ingiusta, non quello che la subisce. Non devo pagare per l'ingiustizia che ho commesso? E perché mai?
Sul secondo punto: anche in un giornale la querela non riguarda solo l'editore, ma anche i giornalisti (il direttore responsabile), che spesso, come in tutti i giornali dove ho lavorato e come in quello in cui lavoro, sono delle normalissime persone stpendiate, e non dei possidenti o degli ereditieri. Loro come hanno fatto/fanno?

 
At 2 aprile 2011 alle ore 11:26, Anonymous Roberto Erro said...

Ho letto il post e non mi sembrava né offensivo né "lesivo dell'immagine dell'azienda". Credo che il punto sia quello sollevato da Mauro: quale piccolo giornalista/blogger ha i mezzi per sostenere una controversia con un colosso come Heineken?

ps: pare proprio non sia un pesce d'aprile

 
At 2 aprile 2011 alle ore 12:55, Blogger Mauro Erro said...

Parliamone.
Premessa: il punto non è se un blog è o meno equiparabile ad una testata giornalistica a mio parere (e se ne potrebbe parlare) ma il reato d'opinione in sè. Ah, a proposito, anche se of-topic, benvenuto sul web a te, l'ingegner Sicilyano e Monica - così facciamo sapere anche ai lettori di questo blog del tuo/vostro esordio su Bibenda7.

1)Il Legislatore - a meno che non si chiami Berlusconi - non può e non deve partire dal particolare guicciardiniano per arrivare all'assunto generale. Scrivi: "molta gente sarà portata a credermi". E perchè mai? Un opinione è un opinione, un fatto un fatto. Su un blog puoi smentire, confrontarti ecc. ecc. E' per questo che sul web raramente si arriva ad una querela, ci si limita a sburgiare. Basta e avanza.

2) Su un giornale, e lo sai meglio di me, se non sei assunto, oggi tutti, scrivi da collaboratore esterno al massimo una ventina di articoli per un quotidiano, pagati una 20ina di euro. Ti tagliano come vogliono senza chiederti alcunchè. Se sei assunto, può darsi che il tuo caposervizi o il redattore ti chiami e ti dica che bisogna tagliare perchè così e cosà...
Tra l'altro è probabile che l'Heineken di turno è il tuo stesso editore.
Il web, in potenza e a differenza dei tradizionali media ti permette libertà di informazione e opinione. In potenza, non che il panorama attuale sia questo.

Il politicaly correct imperante e la sua osservanza "pecorina", il conformismo, fanno il resto. Ma c'è anche - tema che per questioni di tempo non potetti trattare nella tua lectio a Napoli - l'assenza di indipendenza economica paragonabile alla precarietà dei giovani giornalisti che ti rende ricatabile.

I reati d'opinione si stanno allargando sempre più fino a dei paradossi allucinanti.

 
At 2 aprile 2011 alle ore 13:25, Blogger Mauro Erro said...

1) Chiedo venia per i refusi vari

2) Era un pesce d'aprile, ma rimane la discussione...e la legge...

 

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