Dieci vini low cost per festeggiare Pasqua e Pasquetta
venerdì 22 aprile 2011
Vi diamo così i nostri auguri di una serena Pasqua consigliandovi dieci vini outsider sotto i dieci euro in enoteca. Sono tutti made in sud: il bello di questo territorio ancora tutto da scoprire è che uscendo dai soliti percorsi si possono incontrare autentiche perle.
A martedì.
Aglianico Irpinia Pesano 2007, Vigna Villae: Pesano è una zona del Taurasino da cui arriva la materia prima di questo vino. Piccola azienda in costante miglioramento qualitativo, non male anche l’ultima versione del Taurasi (’07); all’olfatto il bouquet è di buona intensità aromatica, floreale innanzitutto. Bocca semplice e sapida.
Aglianico 2006 (vigna dell’angelo?), Guastaferro: altra piccola azienda del comprensorio Taurasino offre una versione d’aglianico dai toni leggiadri, già nel colore molto scarico. Un fruttato croccante e una bocca scarna e semplice lo suggeriscono sul casatiello.
Aglianico campi Taurasini 2006 Pasquale Di Prisco: rimandando ad un più meditato assaggio le considerazioni sul Taurasi 2007, suggerendovi l’acquisto del Greco di Tufo Pietrarosa 2009 (che bissa il successo del versione base) vi consigliamo questo aglianico dal naso netto e dalla bocca fluida.
Lacryma Christi del Vesuvio Rosso 2010, Casa Setaro: piccola realtà di Trecase, si è da subito segnalata per la buona qualità dei prodotti, oggi in ulteriore miglioramento. Soprattutto nelle sue versioni base (ancora da rodare, invece, le selezioni). Fresca e sapida, è un lampo che illumina una zona dove trovare qualità non è affatto semplice. Bel prezzo.
Aglianico del Vulture Gricos 2008/2009, Grifalco: resta da scegliere se consigliarvi ancora il 2008 – già segnalato dalla guida de L’Espresso – cercando di acquistare le ultime bottiglie o aspettare il 2009 che seppur in maniera differente rispetto al precedente si svela come un gran bel vino: meno potenza e più eleganza la cifra stilistica. Ancora ottimi vini da Cecilia e Fabrizio Piccin.
Aglianico del Vulture Messer Oto 2008, Madonna delle Grazie: giovane realtà di Venosa da seguire, rinata dal 2003, ma ricca di una tradizione di almeno quattro generazioni. Un aglianico territoriale: naso autunnale leggermente contratto, bocca succosa e fresca.
Palizzi rosso Prastico 2007, Pichilli: L'azienda di Nino Pichilli nonostante le piccole dimensioni si manifesta come una delle migliori del comprensorio di Reggio Calabria. Nerello, gaglioppo e greco nero, coltivate sulle argille scistose della località Pirarelli, in una vallata aperta allo sguardo e alle correnti dello Ionio, Falcone dixit. Ha bella trama e spessore aromatico, appena appena trattenuto da un pelo di legno. Forse poco sopra i dieci euro, ma ne vale la pena.
Palizzi 2008/Pellaro 2008, Consolato Malaspina: un’azienda in rosa, condotta dalle 4 sorelle Malaspina a Melito di Porto Salvo, il sud più a sud. Oltre la semplice vinificazione delle uve acquistate nel crotonese, il punto forte dell’azienda è la personalità dei vini del comprensorio Reggino. Buono il Palizzi 2008 (calabrese, nerello, castiglione), convince il Pellaro 2008 (nerello capuccio, nocera e cabernet) per la buona definizione aromatica di timbrica mediterranea.
Piedirosso dei campi flegrei 2008, Contrada Salandra: ne abbiamo già parlato più volte. Ecco una delle non tantissime ancore di salvezza in questo territorio assediato dal cemento. Fruttato e minerale, ha ottima spalla. Tout court sulla tagliata di salumi. Made in Peppino Fortunato coadiuvato dalla moglie Sandra.
Piedirosa 2010, La Sibilla: ed infine per aprire il vostro pranzo pasquale o il vostro pic-nic del lunedì in Albis, questo è un ottimo aperitivo. Salato e scaltro, da uve piedirosso dei campi flegrei dell’azienda della famiglia Di Meo a Bacoli, oggi condotta dal giovanissimo Vincenzo.
Adele Chiagano e Mauro Erro
(e tutta la crew)
a
A martedì.
Aglianico Irpinia Pesano 2007, Vigna Villae: Pesano è una zona del Taurasino da cui arriva la materia prima di questo vino. Piccola azienda in costante miglioramento qualitativo, non male anche l’ultima versione del Taurasi (’07); all’olfatto il bouquet è di buona intensità aromatica, floreale innanzitutto. Bocca semplice e sapida.
Aglianico 2006 (vigna dell’angelo?), Guastaferro: altra piccola azienda del comprensorio Taurasino offre una versione d’aglianico dai toni leggiadri, già nel colore molto scarico. Un fruttato croccante e una bocca scarna e semplice lo suggeriscono sul casatiello.
Aglianico campi Taurasini 2006 Pasquale Di Prisco: rimandando ad un più meditato assaggio le considerazioni sul Taurasi 2007, suggerendovi l’acquisto del Greco di Tufo Pietrarosa 2009 (che bissa il successo del versione base) vi consigliamo questo aglianico dal naso netto e dalla bocca fluida.
Lacryma Christi del Vesuvio Rosso 2010, Casa Setaro: piccola realtà di Trecase, si è da subito segnalata per la buona qualità dei prodotti, oggi in ulteriore miglioramento. Soprattutto nelle sue versioni base (ancora da rodare, invece, le selezioni). Fresca e sapida, è un lampo che illumina una zona dove trovare qualità non è affatto semplice. Bel prezzo.
Aglianico del Vulture Gricos 2008/2009, Grifalco: resta da scegliere se consigliarvi ancora il 2008 – già segnalato dalla guida de L’Espresso – cercando di acquistare le ultime bottiglie o aspettare il 2009 che seppur in maniera differente rispetto al precedente si svela come un gran bel vino: meno potenza e più eleganza la cifra stilistica. Ancora ottimi vini da Cecilia e Fabrizio Piccin.
Aglianico del Vulture Messer Oto 2008, Madonna delle Grazie: giovane realtà di Venosa da seguire, rinata dal 2003, ma ricca di una tradizione di almeno quattro generazioni. Un aglianico territoriale: naso autunnale leggermente contratto, bocca succosa e fresca.
Palizzi rosso Prastico 2007, Pichilli: L'azienda di Nino Pichilli nonostante le piccole dimensioni si manifesta come una delle migliori del comprensorio di Reggio Calabria. Nerello, gaglioppo e greco nero, coltivate sulle argille scistose della località Pirarelli, in una vallata aperta allo sguardo e alle correnti dello Ionio, Falcone dixit. Ha bella trama e spessore aromatico, appena appena trattenuto da un pelo di legno. Forse poco sopra i dieci euro, ma ne vale la pena.
Palizzi 2008/Pellaro 2008, Consolato Malaspina: un’azienda in rosa, condotta dalle 4 sorelle Malaspina a Melito di Porto Salvo, il sud più a sud. Oltre la semplice vinificazione delle uve acquistate nel crotonese, il punto forte dell’azienda è la personalità dei vini del comprensorio Reggino. Buono il Palizzi 2008 (calabrese, nerello, castiglione), convince il Pellaro 2008 (nerello capuccio, nocera e cabernet) per la buona definizione aromatica di timbrica mediterranea.
Piedirosso dei campi flegrei 2008, Contrada Salandra: ne abbiamo già parlato più volte. Ecco una delle non tantissime ancore di salvezza in questo territorio assediato dal cemento. Fruttato e minerale, ha ottima spalla. Tout court sulla tagliata di salumi. Made in Peppino Fortunato coadiuvato dalla moglie Sandra.
Piedirosa 2010, La Sibilla: ed infine per aprire il vostro pranzo pasquale o il vostro pic-nic del lunedì in Albis, questo è un ottimo aperitivo. Salato e scaltro, da uve piedirosso dei campi flegrei dell’azienda della famiglia Di Meo a Bacoli, oggi condotta dal giovanissimo Vincenzo.
Adele Chiagano e Mauro Erro
(e tutta la crew)
a
posted by Mauro Erro @ 14:04,
2 Comments:
- At 6 maggio 2011 alle ore 20:41, said...
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signor erro ringraziandola per le belle parole voglio ricordare che il mio aglianico si chiama MEMINI e che spero possa assaggiare anche gli altri prodotti saluti raffaele guastaferro
- At 6 maggio 2011 alle ore 20:45, Mauro Erro said...
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Grazie a lei per la precisazione. Saluti e speriamo a presto.