Note a margine

Una delle leggi del giornalismo e del provetto degustatore è tenere un archivio accurato. Ecco, io sono un pessimo archivista soprattutto quando bevo e l’atto di annotare sensazioni, note e interpretazioni mi distoglie dal piacere che il vino (e il cibo) mi stanno dando e a cui non voglio rinunciare.
Dopo quel po’ d’influenza che mi ha colpito ho cercato di recuperare dedicandomi ad una tre giorni di “stappatura compulsiva” – be’ non è una novità – con alterni risultati. Stavolta però, delle migliori bottiglie qualche appunto (mentale) l’ho preso e lo annoto adesso: vini vivamente consigliati.


Francois Billion Champagne Cuvèe Speciale Rosè Brut @@@@
Da Le Mesnil sur Oger un rosato essenziale ma di gran succo e densità grazie anche al 20% di vino rosso – in Champagne è consentito miscelare vini rossi e bianchi per ottenere rosati –. 80% di Chardonnay, 6 gr/lt di dosaggio, solo acciaio senza fermentazione malolattica e 24 mesi di affinamento sono i dati tecnici di questa bollicina che si presenta di un rosa con affascinanti lampi ramati e che al naso si mostra sottile, minerale, rugginoso in alcuni momenti, di grande grazia. Bevibilità “assasina”, denso e pragmatico, tagliente e succoso. Tra i 35 e i 40 euro molto ben spesi.

Jeaunaux Robin Champagne Rosè de saignè Extra Brut @@@
Un Pinot Meunier in purezza (non dosato, legno e acciaio e 36 mesi di affinamento) che sprizza frutta e fiori. Immediato, senza tanti fronzoli inutili, anche al palato si mostra per quello che è: un ottimo vino per accompagnare la tavola. Centro bocca leggermente vacuo, ma anche in questo caso difficile trattenersi e rinunciare ad un ulteriore sorso una volta svuotato il calice. Una 40ina di euro o giù di lì.

Barbacarlo 1996 Lino Maga @@@@
Per chi non lo conoscesse, il Barbacarlo è uno dei manifesti della contadinità ed artigianalità del vino italiano. Dall’Oltrepò Pavese, da croatina, uva rara e ughetta, un vino dal naso stretto di fiori e spezie, dal palato asciutto, appena brioso, scarno ed essenziale. Finale non lunghissimo ma di adamantina purezza. Una versione leggermente più austera del solito, ma molto facile da bere.

Chambertin 2002 Rossignol Trapet @@@@/@
Uno dei più celebri cru di Borgogna che annoto per coloro che ne avessero qualche bottiglia ancora conservata. Non è la prima che bevo ma la migliore, con un naso che inizia a fondere le giovani nuance di frutta con alcune più mature di terra e muschio e sentori di spezie. Un naso ancora stretto, per certi versi restio, e “verticale”. Il peso specifico della materia s’avverte quando satura il cavo orale con solo due gocce di vino versate. Finale non del tutto disteso con un’acidità saporita che si impone: avrà ancora molto da dire negli anni a venire

Aglianico del Vulture Antelio 2007 Camerlengo @@@@+
Prima annata Biodinamica tout court per il vino di Antonio Cascarano seguito in cantina da Antonio Di Gruttola. Gentile e floreale, profondo e “vulcanico”, è dotato di leggiadria tanto al naso, quanto al palato di “innaturale” scorrevolezza se pensiamo al vitigno. Finale saporito e lungo. Da bersi a secchi, visto anche il prezzo tra i 12 e i 14 euro.

Fiano di Avellino 2004 Picariello @@@@/@
La prima annata del “giovane” Ciro Picariello; vino interamente prodotto dalla materia proveniente dalla vigna di Summonte (l’unica annata tra l’altro) e, con buone probabilità, l’annata migliore tra tutte quelle prodotte da questo viticoltore. Un naso di grande ampiezza, di note minerali fumè e floreali mature, di frutta a pasta gialla, di sottobosco e funghi porcini, di spinta balsamica, di erbe aromatiche. Palato pieno e possente, ma di grande dinamismo ed elasticità: si beve con piacere e, finito il sorso, ci si ricorda che l’alcol viaggia ben sopra i 14 gradi. Ma chi se ne fotte, tanto non si sentono! Colpo al cuore. 15-20 euro in un buon ristorante. Non perdetelo.
a

posted by Mauro Erro @ 12:35,

3 Comments:

At 7 marzo 2011 alle ore 12:49, Blogger xxx said...

Alcuni mi mancano, ahimè! ma non posso che condividere quanto hai scritto sul Barbacarlo e il Fiano di Picariello!!!!

 
At 7 marzo 2011 alle ore 16:27, Anonymous Armando said...

Ne ho ancora un paio, di Chambertin 02 Rossignol-Trapet, e ce li ho perché le precedenti DUE bottiglie sapevano di tappo. E le prime due mi erano invece piaciute un sacco. In effetti, è ora di procedere; che il Dio dei sugheri, se esiste, mi sia propizio.

 
At 7 marzo 2011 alle ore 19:10, Blogger Mauro Erro said...

Per le leggi della cabala bisognerebbe riflettere sui numeri. A me, su tre bottiglie, un tappino, di quelli che si nasconde, ma che c'era...

 

Posta un commento

<< Home






Pubblicità su questo sito