A.A.A. vino quotidiano cercasi: Nicola Bergaglio da Gavi
lunedì 14 marzo 2011
Di recente un rappresentante di un’azienda vitivinicola veneta, una grossa azienda, è venuto per propormi un paio di vini di “nuova generazione”.
Vini quotidiani di prezzo medio basso rispondenti alla richiesta del mercato di vini più semplici e facili da bere. Questi vini avevano, cosa sottolineata dal rappresentante ogni due parole e mezzo, basso, bassissimo grado alcolico: 9,5% per la precisione.
La cosa non mi convince del tutto e chiedo delle schede tecniche dei vini scoprendo così che quel basso grado alcolico era semplicemente il risultato di una vendemmia anticipata (viaggiava ben sopra i 7 gr/l di acidità fissa non rispondenti al vitigno colto alla sua maturazione indipendentemente dall'annata) e di una fermentazione non portata a termine avendo di conseguenza ben 8 grammi per litro di residuo zuccherino non fermentato e non trasformato, appunto, in alcol etilico.
Che bella idea!
Sul finire degli anni ’90 e i primi del duemila l’indirizzo estetico ha portato vini estrattivi (fatte le debite eccezioni), vini marmellatosi, i vini che amaroneggiavano, belli pieni zeppi di prodotti chimici perché fossero al contempo anche immediati e bevibili – ma difficilmente digeribili -; vini che, complice anche il cosidetto surriscaldamento globale, toccavano facilmente gradi alcolici estremamente elevati; vini insomma, se consideriamo anche l’alleggerimento delle preparazioni culinarie, che certo non brillavano per la capacità di farsi bere con semplicità. E la tendenza non riguardava solo i premium wine Barolo o Brunello, vini dal lungo invecchiamento, ma anche vini dal consumo giornaliero capaci, portati a tavola, di spaccare le assi di legno grazie alla loro leggerezza.
Oggi, cambiate le tendenze, avviene l’esatto contrario. Basterebbe pensare al quel fenomeno di Farinetti e al suo Già.
Alla faccia del Terroir.
Eppure, in Italia, esistono zone capaci di regalare, “naturalmente”, vini semplici ma non stupidi, di squisita e saporita beva senza affaticare l’apparato digerente tanto da poter essere indicati nel foglietto illustrativo così come segue.
Posologia: solo per adulti, dai 18 anni in poi, evitando di guidare dopo qualsiasi mezzo di locomozione; una bottiglia al giorno in calici a forma di secchio. Capiente.
Di Gavi ho già scritto spesso (e altri prima di me). Nelle ultime annate, se scelti con consapevolezza, da qui provengono bianchi da Cortese squisiti, lievi, profumati di fiori ed erbe mediterranee; al palato scattanti, succosi e tesi, di una sapidità marina che rinfranca la beva e pulisce la bocca pronta per un nuovo incontro di passione. Il “base 2009” di Nicola Bergaglio, solo 12,5 gradi alcolici, è tutto questo ed anche molto di più, visto che al pubblico costa 6/7 euro.
E pensate che la sua selezione (il Minnaia di cui parleremo), capace di combattere anche contro il tempo e durare un bel po’, non arriva a costare 9/10 euro.
Fate Vobis.
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posted by Mauro Erro @ 10:03,