Piccoli grandi vini: Domaine Alain Gras

Questo è il mio primo articolo di una rubrica che spero diventi appuntamento abituale per tutti gli appassionati che non possono o non vogliono spendere molto per emozionarsi con un vino. Borgogna, certamente, ma anche Italia se capita (ma qui la concorrenza è spietata e dubito di riuscire ad arrivare “prima” di Mauro, Fabio, Armando, Giampiero & co.).
Piccoli vini nel senso che si tratta di denominazioni meno note e celebrate, di produttori sui quali non sono puntati i riflettori della stampa, di bottiglie dal prezzo non eccessivo.
Grandi vini nel senso che riescono a dare piacere, edonistico e cerebrale, al pari e a volte anche di più di tanti altri vini ben più blasonati e costosi.
Mi rendo conto che la Borgogna non è certamente la zona più adatta per riuscire nell’intento, ma l’esperienza mi insegna che grufolando a mò di cane da tartufo (e sempre che il cane sia abile e conosca il territorio) prima o poi qualcosa si trova.
Infine, non mi riferisco semplicemente a vini dal, famigerato, buon rapporto qualità/prezzo, ma a veri e propri gioiellini (nessuno dei vini di cui parlerò costerà comunque più di 25 euro).
Avrei potuto iniziare citando uno dei tanti vini di cui ho parlato qua e la in passato, quindi i vari Bourgogne di produttori come Chevillon, Voillot e Mugneret-Gibourg, o i Marsannay di Bart, che molti hanno già provato o proveranno a breve. Invece credo sia più interessante anche per me ripartire da zero, condividendo esclusivamente le mie nuove scoperte.

Il primo vino di cui voglio parlare è l’Auxey-Duresses del Domaine Alain Gras.
Il produttore si trova in Cote de Beaune nel piccolo paese di Saint Romain, pochi chilometri da Volnay, vicino a Monthelie e Auxey-Duresses. Produce vini bianchi nei comuni di Meursault, Auxey-Duresses e Saint-Romain e rossi da quelli di Saint-Romain e Auxey-Duresses, per un totale di una dozzina di ettari. Le vigne sono coltivate “en lutte raisonnée”, come dire nessuna concessione a visioni “filosofiche” ma sano pragmatismo nel rispetto del territorio.
L’Auxey-Duresses rosso è un vino di denominazione comunale, un “village” come si è soliti chiamare i vini di queste denominazioni. Proviene da una vigna centenaria e se ne producono mediamente 6.000 bottiglie all’anno.
Giusto pochi giorni fa ne ho bevuta una bottiglia dell’annata 2009, durante una delle mie usuali escursioni in terra borgognona con i soliti noti.
Chi mi conosce, a questo punto sarebbe sorpreso di leggermi in una descrizione particolarmente analitica del vino, e infatti non li sorprendo. Voglio invece, e più semplicemente, farvi partecipi dei motivi che mi hanno indotto a considerarlo un piccolo grande vino. Il colore, un rubino brillante mediamente carico, è di quelli che invitano all’assaggio. Il naso, ricco e profondo, gioca sui toni dei piccoli frutti di bosco prevalentemente neri e ne preannuncia l’intensa mineralità. La bocca è coerente prosecuzione del naso, fresca, minerale, di ampiezza e persistenza da manuale. Quello che mi colpisce in particolare è la sensazione di pienezza e complessità aromatica insieme, con grande scorrevolezza e piacevolezza di fondo. La componente tannica è sussurrata e di grande finezza, per una denominazione “negletta” come Auxey-Duresses. Il vino deve la sua sensazione di pienezza alla trama, fitta e setosa allo stesso tempo, frutto evidente, a mio modo di vedere, dell’età ragguardevole della vigna. E’ una di quelle bottiglie che finisce in un amen e si fa rimpiangere; che si può bere in modo rilassato ma che, volendo, si concede anche a letture più attente e “cerebrali”. Per la cronaca ha accompagnato perfettamente un piatto di animelle di vitello.
Non dovrebbe costare, in Italia, più di 22/23 euro.

Giancarlo Marino
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posted by Mauro Erro @ 10:40,

4 Comments:

At 16 febbraio 2011 alle ore 11:46, Anonymous Stefano Ghisletta said...

Bella e interssante rubrica che va completare i mie appunti di questa tipologia. È logico che per trovare questo rapporto qualità-prezzo bisogna girare al largo dalla classica Côte d'Or. Altri territori interessanti, a condizione che i produttori siano seri, sono Fixin, Marsannay, qualche Haute-Côte, Volnay e Chassagne-Montrachet in rosso. Vi seguirò con passione.

Stefano

 
At 16 febbraio 2011 alle ore 17:06, Anonymous Anonimo said...

Ma vaff... Giancà...

Ieri sera sono stato mezz'ora in camera d'albergo a scrivere (su carta in attesa di passarlo sul pc) un prezzo su un Maranges 1er cru La Fussiere... e tu te ne esci con la tua nuova rubrichetta...


venerdì portati la tenda oppure portami una bottiglia di quelle che sai tu...

;)))
tvtb
Fabio

 
At 16 febbraio 2011 alle ore 18:05, Blogger Mauro Erro said...

@ Fabio: Mandami il pezzo sul Maranges, tanto Giama non si offende :-D

 
At 16 febbraio 2011 alle ore 23:41, Anonymous Giancarlo said...

@Fabio
fa troppo freddo per la tenda, cosa vuoi che ti porto? :-))

@Mauro
non solo non mi offendo ma anzi spero che la rubrichetta prenda piede

 

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