Monteraponi o di un vero Chianti di Radda
giovedì 10 febbraio 2011
Era da tempo che volevo scrivere – e per questo mi devo scusare con Michele Braganti per il ritardo – di questa azienda che da qualche anno si è affacciata al mondo della produzione del Chianti Raddese, precisamente dal 2003, da quando si è deciso nell’antico borgo medievale situato sul poggio omonimo, appartenuto al Conte Ugo Marchese e governatore di Toscana sulla fine del X secolo, di non vendere più le proprie uve, ma di trasformale in questi schietti vini che parlano, con l’eleganza delle migliori e più oneste interpretazioni, Sangiovese. Parlo nella fattispecie della riserva Il Campitello che ho potuto assaggiare in un piccola verticale dal 2003 al 2006 – aspetto ansioso di assaggiare la 2007 – potendone apprezzare la schiettezza, la naturalezza d’espressione anche nelle imprecisioni qua e là riscontrate, ma che hanno mostrato – e la 2006 è netta affermazione cantata in gregoriano – un futuro di grande e sicura – seguendo questa strada – potenzialità.
Cinque ettari di vigneti, più altri quattro e mezzo nuovi o che entreranno progressivamente in produzione, dove insieme al sangiovese ci sono piccole quote di Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo.
Seguito da un grande tecnico che ben conosce il Sangiovese come Maurizio Castelli, Braganti produce un Chianti Classico “annata” e un’altra riserva, il Beron’Ugo. Le riserve sono ottenute solo dalle vigne più vecchie (35-40 anni), poste ad un’altimetria che va dai 450 ai 550 metri su terreni misti di sasso e terra (cfr. Masnaghetti, 2009, cartina di Radda in Chianti).
Vini vinificati in cemento, con malolattica svolta nello stesso contenitore, e affinamento prevalentemente in botte grande (16, 20 e 30 ettolitri) di rovere di Slavonia e in piccola parte in barrique non nuove.
Chianti Classico Riserva Il Campitello 2003 @@@/@
Naso pieno e succoso di frutta scura, con leggere note balsamiche e floreali di viola. È caratterizzato da una certa rusticità che ne alleggerisce il profilo olfattivo, snellendo un quadro sì intenso ma altrimenti greve. Palato a trazione anteriore, dal frutto intenso, frenato nel finale da riverberi scuri e leggermente vegetali. Trova, sulla tavola, spiegazione ed esaltazione meravigliosa.
Chianti Classico Riserva Il Campitello 2004 @@@+
Di taglia grossa e solida, al momento, la materia non è del tutto integrata alle note del legno d’affinamento che fanno capolino di tanto in tanto con cenni scuri, fumosi e leggermente vegetali che ne appesantiscono la figura e che al palato frenano il finale, una chiusura leggermente amara, di un sorso pieno, compatto e largo, profondo e scuro. Aspettiamo.
Chianti Classico Riserva Il Campitello 2005 @@@+ (?)
Bizzoso: s’apre a note di frutta, belle e leggiadre, poi s’appiattisce all’aria, si rianima con una seducente nota mentolata, poi si stringe e diventa silenzioso. Bocca antitetica: ricca, piena, irruente, con un leggero sbuffo alcolico nel finale e una nota scura ad asciugare il palato.
Chianti Classico Riserva Il Campitello 2006 @@@@+
Di seducente eleganza, di proporzione e simmetria classica, di naturale espressione avvolte nel candore della giovinezza; il tempo, via via, darà maggior definizione al suo carattere accennato e terroso impreziosito da note floreali di viola, lievemente fruttate e di erbe aromatiche, di slancio balsamico. Un quadro di grazia ricercata e soffusa. Palato di meravigliosa tensione dinamica, di impulso elastico; un sorso saporito di esaltante equilibrio e beva.
Azienda agricola Monteraponi
Radda in Chianti, Siena
Tel. 0577 738208 – tel. 055 352601
www.monteraponi.it
in foto Michele Braganti; tratta da enoclubsiena
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posted by Mauro Erro @ 11:18,