L’artigianalità del vino
mercoledì 9 febbraio 2011
"Tranne rarissime eccezioni, un vino naturale è prodotto in piccole quantità, da aziende di dimensioni ridotte, ed è il frutto del lavoro sia viticolo che di cantina della stessa persona (o delle stesse persone). Questo non significa che il produttore non possa contare sul lavoro di altre persone, o che non possa demandare alcune fasi del lavoro, ma il fare artigianale, il principio di seguire l’intero processo produttivo, è fondamentale. I produttore deve poter vinificare uva di cui ha seguito passo dopo passo la crescita e lo sviluppo; solo in questo modo un vino può davvero rispecchiare le condizioni naturali, e solo quando conosce a fondo, per diretta esperienze, la materia che ha a disposizione il vinificatore può davvero interpretare un’annata.
È chiaro che per realizzare queste condizioni l’azienda non può avere dimensioni troppo estese: dieci, quindici, massimo venti ettari vitati sono l’estensione che raggiungono le più grandi tra le aziende menzionate nelle pagine che seguono, siano esse biologiche, biodinamiche o semplicemente naturali […].
Non è certo un principio originale: già Columella, il più importante scrittore di agricoltura dell’antichità (primo secolo dopo Cristo) ed autore del De Re Rustica, poneva come condizione essenziale della buona agricoltura il fatto che il produttore potesse vedere fisicamente l’intera azienda, abbracciare con lo sguardo tutta la propria terra.
Quanto al fatto di realizzare da sé il proprio vino, è ovviamente una condizione fondamentale, soprattutto oggi che il ruolo dell’enologo è diventato – tolte poche, luminose eccezioni – quello di una sorta di assicuratore, che prende l’uva, qualunque essa sia, e la trasforma comunque in vino (e in genere in un vino che guarda caso rispecchia allo stesso tempo, anno dopo anno, le richieste del mercato e lo stile aziendale).
La maggior parte del piccole aziende si cui parlo in questo libro non si affida ad un enologo; se lo fa, si tratta in genere di uno chef de cave (collaboratore stabile dell’azienda), non di una di quelle figure di consulente-itinerante-demiurgo-P.R. oggi, ahinoi, così diffuse.
Questo non significa naturalmente che molti produttori non si affidino anche ai consigli o all’aiuto di persone esterne, soprattutto in un campo relativamente giovane e dipendente da infiniti fattori come quello del vino naturale. Ma per me un criterio essenziale della naturalità di un vino è che esse sia il frutto delle scelte e del lavoro di chi coltiva il vigneto."
I Vini Naturali d’Italia I e II
Manuale del bere sano
Giovanni Bietti
Edizioni Estemporanee, 2010
€ 12,50 (per volume)
a
posted by Mauro Erro @ 11:00,
3 Comments:
- At 14 febbraio 2011 alle ore 21:20, Daniela De Gruttola (Cantina Giardino) said...
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Ciao Mauro, colgo la palla al balzo comunicando che Giovanni Bietti sarà a Parlano i Vignaioli il 21 marzo. I suoi libri potranno essere acquistati nella due giorni che faremo nei Campi Flegrei sul lago fusaro. Quest'anno l'Ostrichin e la Casina Vanvitelliana ospiteranno la seconda edizione di Parlano i Vignaioli, seguiteci sul sito www.parlanoivignaioli.it e su facebook iscrivendovi al gruppo intitolato "Parlano i Vignaioli". Venite numerosi perchè bere i vini artigianali fa bene!
- At 15 febbraio 2011 alle ore 10:42, Mauro Erro said...
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Bene Daniela, grazie.
Ero abituato ad una telefonata, nei casi più "istituzionali" ad un comunicato stampa via mail. Ora c'è direttamente la promozione a mezzo blog: potere della rete ;-)
I tempi cambiano, non c'è dubbio. - At 15 febbraio 2011 alle ore 19:56, Daniela De Gruttola said...
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Sì i tempi cambiano e si può fare con moderazione anche questo, credo. Comunque non sottovalutare che ho potuto fare questo intervento perchè sono una fervida lettrice del Viandante Bevitori e questi è uno dei pochi che ha citato Giovanni Bietti. Ora se mi precedi un'altra volta, come mi comporto? TI telefono prima oppure mi lascio prendere dalla mia impulsività. Intanto ti ringrazio e spero di risentirti presto.