Quanto vale la bevibilità?



Ci pensavo l’altro giorno all’indomani di una cena tra amici: quanto può valere, per il consumatore, la bevibilità?
Quanto i canoni estetici dettati dalla critica determinano il prezzo e cosa cerca il cliente?
Un tempo si sa, bastava un premio, un riconoscimento perché di un vino marmallatoso lievitasse il prezzo. A questo s’accompagnava il successo sul mercato.
E oggi?
Il consumatore ingenuamente considera un vino sempre più buono, quanto più costa. Ovviamente non è così ed allora la naturalezza espressiva, la freschezza, la capacità di farsi bere, oggi sottolineata da guide e riviste, quanto sta avendo successo e quanto valore dobbiamo dargli rispetto ai classici parametri di complessità o finezza degli aromi. Ammesso che il consumatore sappia discriminare tra loro e se ne importi.
Stando alle campagne proibizionistiche di questi ultimi tempi tanto negli Stati Uniti quanto nella vecchia Europa contro l’alcol, la capacità di un vino di farsi bere non è proprio un merito.
Eppure, un vino, non deve innanzitutto invogliarti continuamente al sorso?
Queste considerazioni dopo l’assaggio di tre vini semplici, dove non ci sono abissi di profondità espressiva o vette di complessità da scalare, ma seppure a gradi diversi, di una bevibilità impressionante e caratterizzati da un tenore alcolico contenuto (da 11,5% a 12,5%).
Ecco, mi chiedo, un consumatore cosa vuole in cambio dei suoi dieci, quindici o venti euro?

Tenuta Vitereta, Sangiovese frizzante (prezzo medio 12 € - forse - )
Non ne ho trovata traccia alcuna; neanche sul sito di questa azienda aretina mi è stato possibile trovare notizie di questo vino. Poi, in mio soccorso Fausto Ferroni, uno dei coordinatori Toscani della nuova guida Slowine. Prima annata, poche bottiglie.
Eppure, quando me lo sono ritrovato sula tavola mi ha incuriosito non poco: il Chianti Lo Sterpo da loro prodotto, è uno dei best price (€ 10) più affidabili che ci sia in circolazione. Spumoso, gaio al naso nelle espressioni di fruttato scuro e floreale, al palato, sicuramente grazie anche alla bollicina di semplice ma ottima fattura, conquista. Leggermente abboccato all’inizio del sorso chiude asciutto lasciando una bocca pulitissima. Abbinato ad una semplice zuppa di fagioli su crostini ed un buon olio di oliva extravergine (delicato e floreale).
www.tenutavitereta.com

Cremant Du Loire, Chateau Pierre-Bise (prezzo medio in enoteca 14/18 €)
Sempre bollicine. Della Loira, da Chenin Blanc.
Tra Nicolas Joly e il suo amico Jean-Michel Deiss, Claude Papin produce le sue 150.000 bottiglie con rara eleganza. Solo 4.000 di questo che non ricorda assolutamente i soliti Cremant (qui l’uva è perfettamente matura), ma non vuole altro che farsi bere, senza ricercare alcun effetto speciale, se non l’eleganza e la leggiadria del sorso. Bevibilità Compulsiva.
www.teatrodelvino.it

Zidarich, Teran 2005 (prezzo medio in enoteca 25/30 €)
Nata nel 1988 è situata nel cuore del carso triestino, con grande determinazione l’azienda condotta da Benjamin Zidarich ha è investito tutto sull’autoctono ampliando l’allora mezzo ettaro sino agli otto attuali da cui si producono circa trentamila bottiglie totali.
Dallo sconosciuto vitigno Terrano in purezza, un vino semplice, fatto di profumo di lamponi e note animali e di cuoio, di spezie (forse una bottiglia non perfettamente conservata e più avanti nel suo sviluppo evolutivo). Palato tanto carnoso quanto agile, veloce e sgusciante.
www.zidarich.it

posted by Mauro Erro @ 08:32,

1 Comments:

At 13 settembre 2010 alle ore 12:04, Blogger Gianpaolo Paglia said...

credo che tu tocchi un punto importante con il tuo post, che cosa vuol dire qualita' oggi?
Ieri era abbastanza semplice, per la maggior parte delle persone si identificava con ricchezza, concentrazione, spessore. Oggi molto meno, diciamo che molte persone cercano l'opposto, quindi la bevibilità, pero' e' un concetto meno "misurabile" se vogliamo (a meno di non misurarlo effettivamente a "quantita" bevuta) della densita' (i famosi vini blockbusters).
Forse non ci sara' piu' un concetto semplice per definire qualita', quindi forse sbagliamo la domanda. Non è facile da decifrare.

 

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