Greco di Tufo 2009, Cantine dell’Angelo

Quella del Greco di Tufo è la denominazione che, in questi anni, ha mostrato maggiori segni di debolezza se confrontata con le altre docg irpine (Taurasi e Fiano di Avellino le altre due). Una storia moderna, quella della denominazione, che riprende intorno gli anni ’60 quando la chiusura delle miniere di zolfo della zona restituisce ai campi le braccia sottratte alla fine dell’800. Dopo gli anni ’80 del boom mediatico e commerciale ad opera soprattutto della famiglia Mastroberardino e gli anni’90, quelli morbidi e popputi dello sviluppo, un susseguente periodo di offuscamento ha segnato gli anni più vicini a noi: da un lato le tante cantine sorte – vecchi conferitori delle grandi aziende che a seguito della crisi del prezzo delle uve hanno deciso di mettersi in proprio sparigliando le carte –, dall’altro il mancato perseguimento di una specializzazione e di un lavoro di zonazione, percorso che, non solo simbolicamente, era stato indicato con il suo successo dalla cantina Ferrara e dal suo cru vigna cicogna.
A ciò si aggiunge un vitigno sì meraviglioso quanto difficile. Ma ne parlerò più nello specifico prossimamente sull’Acquabuona allegandovi una decina di consigli per gli acquisti di questa annata, targata 2009, particolarmente felice.
Oggi, e non solo simbolicamente, nella Cantina di Angelo Muto è facile intravedere un nuovo sentiero indicato. Una crescita graduale, innanzitutto numerica, quella di questa piccola cantina che continua a conferire parte delle sue uve, e alla sua quarta annata di vino in cui porta la produzione da poco più di duemila bottiglie (una produzione sperimentale iniziata nel 2006) alle 15.000 di oggi.
Una crescita qualitativa, ad opera di Angelo che lavora le vigne di famiglia inchiodate sullo zolfo delle vecchie miniere Di Marzo, con la collaborazione di Luigi Sarno (Fianista e patron della Cantina del Barone di Cesinali), giovane enologo che lo segue in cantina, che segna con questa edizione, l’entrata a pieno titolo nell’elite dei vignaioli Grechisti.
Un vino di disarmante naturalezza espressiva, la cui stoffa è segnata da una mineralità evidente sino alle pieghe più nascoste: sulfurea, con solari ammicchi idrocarburici da un lato e scuri accenni di canna di fucile dall’altro. E poi agrumi ed erbe aromatiche, sospiri floreali e indizi balsamici. Al palato la sua incredibile forza: di scorrevolezza e definizione aromatica al contempo, succosa al gusto e pizzicante al tatto, fino al finale disteso e innervato d’energica freschezza.
Da bersi a secchi.
Visto il prezzo folle.

Cantine Dell’Angelo, Tufo
Greco di Tufo 2009, € 12 .ca in enoteca
www.cantinedellangelo.com


posted by Mauro Erro @ 10:32,

3 Comments:

At 21 settembre 2010 alle ore 17:47, Anonymous Anonimo said...

Prezzo... quanto folle?

 
At 22 settembre 2010 alle ore 10:08, Anonymous Anonimo said...

Io non sono convinto che la 2009 sia stata particolarmente felice per i bianchi in genere (anche se odio le generalizzazioni). Non parlo solo di Campania o di greco ma addirittura mi spingerei anche fuori dai confini regionali e (pensa un po') nazionali.
Tu assaggi oramai molto più di me quindi proverò a fidarmi...
Il prezzo folle per un greco non mi sembra così tanto folle.
Anche l'entusiasmo per questo vino-annata-produttore continuo a trovarlo esagerato. Almeno in questo momento. Penso che potrà dare il meglio di se' solo con un ulteriore trascorrere del tempo.
Oggi mi sono svegliato criticone, scusami...
Lo so starai pensando: "solo oggi?!?!"...

;))))

Ciao
Fabio

 
At 22 settembre 2010 alle ore 10:39, Blogger Mauro Erro said...

e così è (per la 2009), ma il greco fa testo a se. Ma mi dilungherò sull'Acquabuona.

quanto al prezzo, il mio voleva essere un paradosso. Come i discorsi sulla bevibilità.

Ciao.

 

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