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Non fosse stato per la mancata visita a Bottura, la mia breve puntata a Modena sarebbe stata perfetta. Innanzitutto per la splendida sede dell’evento, lo splendido Castello di Levizzano e per l’alto livello dei servizi e dell’ospitalità offertami. Poi per la scelta da parte degli organizzatori
Barbara Brandoli di
Divino Scrivere, il giornalista
Marco “rombo di tuono”
Arturi e la produttrice
Elena Conti, di delocalizzare l’evento a qualche km dal centro cittadino costringendomi a godere la tranquillità della campagna modenese.
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Spinta dal successo delle precedenti edizioni,
Terre di vite ha raccolto centinaia di visitatori, semplici appassionati, giornalisti che in un clima disteso e familiare hanno potuto dedicarsi con calma ai vini dei produttori intervenuti (della serie piccole vigne d’Italia s’incontrano), alla mostra di fotografia di
Francesco Orini e alla performance artistica di
Chris Channing altrimenti seguire il convegno di Marco Arturi – “Produrre, commerciare, consumare in modo etico e sostenibile - Il mondo del vino di fronte alla sfida della decrescita" – coadiuvato dal Direttore di "Carta" Pierluigi Sullo, Giovanni Camocardi di "Officina Enoica" e i produttori Ampelio Bucci e Fabrizio Niccolaini.” o seguire il seminario di
Sandro Sangiorgi Il senso del vino: come arrivare all'essenza attraverso la sottrazione.
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Quanto ai vini, tutti buoni, voglio segnalare alcuni assaggi che mi hanno piacevolmente colpito: innanzitutto il
Gattinara vigna Castelle 2004 dei fratelli
Lorella e Alberto Antoniolo. “Fratellino minore” dei due cru San Francesco e Osso San Grato mi ha stupito per la bellezza, la franchezza e l’immediatezza del naso, pur avendo, vista la giovane età, un palato leggermente contratto nel finale. Spettacolare la
Barbera del
1999 di
Cappellano oltre gli ormai “scontati”
Barolo Piè Rupestris Vigna Gabutti 2005 e l’originale ricetta del Barolo chinato. Inutile dirlo, stellare il
Barolo Brunate-Le coste 2005 di Rinaldi, la cui stupefacente prontezza è l’unico elemento che mi spaventa per il futuro. Ottimo il
cabernet sauvignon 2001 di
Princic così come l’atipico
rosato succoso di
Massa Vecchia.
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Molto buono il
Brunello di Montalcino 2004 de
Il Colle di
Caterina Carli, immediato, elegante, succoso e teso al palato, così come il
Boca delle sorelle Conti. Ineccepibile l’esordio di
Susanna Crociani che nell’annata
2007 ha iniziato ad allevare da sola l’infante
Nobile di Montepuciano.La pattuglia del sud era composta dai
Viticoltori De Conciliis e dal loro
Naima 2005 di grande bevibilità, da
Sara Carbone from
Vulture e il suo
Stupor mundi 2006 che migliora con il tempo trascorso in bottiglia e la coppia
De Franco -
Scarfone Bonavita , rispettivamente da Cirò e Faro di cui ho già ampliamente parlato (
qui,
qui e
qui).
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Ottimi i due
Lambrusco di Sorbara di
Fiorini e
Paltrinieri così come il
Franciacorta brut dell’Azienda Agricola Colline della Stella assaggio fuori programma avvenuto durante la cena con i produttori grazie al buon
Giovanni Arcari.
Infine due nebbiolisti, dalla
Valtellina e dal
Nord Piemonte:
Ar.Pe.Pe e
Le Piane. Del primo abbiamo apprezzato il
Sassella Stella Retica 2004, un second vin solo nel prezzo; dell’altro il
Boca 2006 capace di coniugare la netta superiorità, complessità ed ampiezza del 2004 rispetto al 2005, avendo di quest’ultimo l’estrema bevibilità.
Di questi ultimi produttori citati, ho avuto modo di fare una degustazione per pochi intimi alla bella osteria dello
Stallo del Pomodoro a Modena, condotta da Sandro Sangiorgi, che ha ripercorso la storia delle due aziende in tanti calici e a partire dagli anni ’50.
Confesso, bevuti il
Boca 1950 di
Antonio Cerri e il
Grumello del ‘57 di casa
Ar.Pe.Pe, il mescitore sembrava avere le fattezze di San Pietro.
Non rimane altro che fare i complimenti a tutti i produttori, gli organizzatori e sperare che il Terre di Vite Tour approdi prima o poi dalle nostre parti.
Foto 1 e 2 di Adele Chiagano
Foto 5 di Marco Arturi