Rodenbach

Alenander Rodenbach comprò una distilleria-birrificio-malteria a Roeselare, nelle Fiandre Occidentali, nel 1820 che rimase nella mani della famiglia sino al 1889 quando il birrificio diventò una società di capitali. Dobbiamo a Eugene, nipote di Alexander, e al suo apprendistato in un birrificio di porter nel sud dell’Inghilterra, intorno gli anni ’70 dell’Ottocento, l’attuale gusto e stile delle birre prodotte. Fu infatti tale esperienza a influenzare i processi produttivi, le miscele e la stagionatura in botti di quercia (due anni in centinaia di ampie botti, alcune delle quali hanno 150 anni), usati ancora oggi per le Red e Brown Ale acide.
L’asprezza delle Flemish Red Ale è abbastanza pronunciata tanto da sembrare acida ed è dovuta alle lunghe fermentazioni in tini di legno scoperti, mentre il colore è determinato dal tipo di Malto (Vienna).
Il colore è un marroncino dai riflessi rossastri con una schiuma praticamente assente. Note di frutta macerata (ciliegia), spezie e note acetiche, questa birra è il classico esempio di bevanda a cavallo tra birra e vino. Al palato è presente, il sorso dal sapore deciso, il corpo non voluminoso, ed è contraddistinta da un finale nettamente aspro (citrino) e acido. Certo non una birra dalla beva facile e “standard” che però potrete esaltare accompagnandola a cibi grassi che abbiano una leggera tendenza dolce che per concordanza si sposi con le note dolciastre di frutta della birra. Un esempio? Una bella frittata di cipolle…

posted by Mauro Erro @ 08:31,

1 Comments:

At 25 settembre 2009 alle ore 09:40, Blogger RoVino said...

Debbo dire che con le birre sono ancora più tradizionalista che con il vino. Nel senso che sono per la birra "pura", senza stranezze aromatiche. Va bene anche doppio malto, bella scura e alcolica, ma mai con aromi ad essa estranei, non mi piacciono proprio.

 

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