Barbacarlo 2006, Lino Maga 
lunedì 22 giugno 2009
    
       
    
    
     
 Non mi dilungherò troppo sulla storia di Lino Maga e del suo Barbacarlo, delle lotte per preservarne il nome (trattasi di marchio registrato), della collina, della vigna, dello zio (barba) Carlo che fu il primo a produrlo, lasciando che sia la vostra curiosità a guidarvi alla ricerca di queste informazioni; un viaggio ed assaggi più meditati a spingere la mia penna a scriverne approfonditamente tra qualche tempo. È vino contadino di cui non puoi fare a meno, ogni bottiglia diversa dall’altra ed ogni annata pronta a raccontare nuove storie. È nobile e semplice nel suo dichiararsi, affascinante nella sua profondità e ampiezza di naso ed esige, desidera ardentemente sposarsi con il cibo. Il colore è rubino, purpureo, denso e compatto, luminoso. Il naso apre su una nota di arancia sanguinella, poi piccoli frutti rossi, viola, una nota minerale di grafite, terra, un afflato balsamico, e ancora spezie. Al palato ti aspetti la carbonica che lo ha reso celebre, ma in questa bottiglia non c’è. Entra denso, leggermente e seducentemente zuccherino, succoso, frutta croccante, si allarga, elastico il suo incedere, chiude secco, spinto da un’acidità giovane, con un tannino che morde ancora e implora il cibo e l’alcol leggermente nervoso. Ha trovato l’accordo musicale con dei Pennoni degli Antichi sapori di Gragnano, ripieni di ricotta di Bufala e cosparsi di salsa al pomodoro.
Non mi dilungherò troppo sulla storia di Lino Maga e del suo Barbacarlo, delle lotte per preservarne il nome (trattasi di marchio registrato), della collina, della vigna, dello zio (barba) Carlo che fu il primo a produrlo, lasciando che sia la vostra curiosità a guidarvi alla ricerca di queste informazioni; un viaggio ed assaggi più meditati a spingere la mia penna a scriverne approfonditamente tra qualche tempo. È vino contadino di cui non puoi fare a meno, ogni bottiglia diversa dall’altra ed ogni annata pronta a raccontare nuove storie. È nobile e semplice nel suo dichiararsi, affascinante nella sua profondità e ampiezza di naso ed esige, desidera ardentemente sposarsi con il cibo. Il colore è rubino, purpureo, denso e compatto, luminoso. Il naso apre su una nota di arancia sanguinella, poi piccoli frutti rossi, viola, una nota minerale di grafite, terra, un afflato balsamico, e ancora spezie. Al palato ti aspetti la carbonica che lo ha reso celebre, ma in questa bottiglia non c’è. Entra denso, leggermente e seducentemente zuccherino, succoso, frutta croccante, si allarga, elastico il suo incedere, chiude secco, spinto da un’acidità giovane, con un tannino che morde ancora e implora il cibo e l’alcol leggermente nervoso. Ha trovato l’accordo musicale con dei Pennoni degli Antichi sapori di Gragnano, ripieni di ricotta di Bufala e cosparsi di salsa al pomodoro.Da uve Croatina, Uva Rara e Vespolina.
Magnifico.
Chiusura alla vecchia maniera: It's Only Love, Beatles.
      posted by Mauro Erro @ 11:23, 
 
    
3 Comments:
- At 22 giugno 2009 alle ore 13:36, Audio Di...Vino said...
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          Un vino che mi ha sempre incuriosito ma che non ho mai bevuto...bisogna assolutamente che rimedi al danno !!! 
- At 22 giugno 2009 alle ore 16:42, said...
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          Ho conosciuto Lino Maga, quasi 2 mesi fa a Ombra delle Mura. Mi so allontanata dal mio tavolo, sono andata a chiedere un assaggio del suo vino mentre lui era lì perchè volevo scambiare due parole. alla fine nella sua "timidezza espressiva" mi ha presentato i suoi vini con quattro parole, "questo è il barbacarlo". In effetti non bisognava aggiungere altro. 
- At 24 giugno 2009 alle ore 00:48, Gabriele Ferrari said...
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          Se mai dovessi dire qual'è il mio vino del cuore ecco, sarebbe il Barbacarlo. 

