Confessioni di un giovane bevitore


Se fossi sincero, la smetterei.
Se fossi sincero, direi a me stesso che la mia socratica e perenne ricerca tra molecole, polifenoli, piogge, terreni è minata dalla speranza che il mistero non mi venga mai svelato. Se fossi sincero griderei che più so e più capisco di non sapere. Se fossi sincero abolirei la definizione “capirne di vino”. Se fossi sincero cancellerei il termine degustatore e abbraccerei i bevitori tutti. Se fossi sincero brucerei le schede di degustazione, e m’incamminerei per terre e luoghi e racconterei le storie degli uomini e delle donne. Se fossi sincero vomiterei improperi sulle veline e i nani e le paillettes, sulle fiere e sui brick. Se fossi sincero manderei a cagare le mode, lo status symbol, gli intenditori e i collezionisti perche il vino è un alimento, si porta a tavola e si beve, punto. Se fossi sincero spenderei meno soldi. Se fossi sincero allora parlerei solo di digeribilità, di naturalezza, di onestà, se fossi sincero direi che certi vini non dovrebbero neanche esistere. Se fossi sincero me ne fregherebbe dell’annata storta o del vino non pulitissimo. Se fossi sincero certi “trattamenti”, non chimici ma fisici li farei a chi so io. Se fossi sincero mi occuperei di letteratura e non di matematica, di cultura e non di mercato.
Se fossi sincero, dunque, mi siederei a tavola, mi berrei il vino e parlerei di altro e vorrei sentire l’umore dell’Arborina ’98 di Altare, la terragna compostezza del Bartolo Mascarello 2004, la profondità di quel vino trasparente di Borgogna che produce Nicolas Rossignol e l’eleganza di quel syrah del Rodano di Domaine Pichon.
Ne vorrei una coppa di ciascuno e poi un’altra ancora ed un’altra fin quando ubriaco non mi metta ad urlare l’inno alla gioia per poi fare all’amore.
Ed il giorno dopo inizierei daccapo.

P.S. Se fossi sincero, il prossimo che mi chiama maestro o degustatore lo prendo a calci nel culo.

Nota: per sapere di più dei vini citati cliccateci su: le note di degustazione sono a cura di quella “recchia” di Fabio Cimmino, quello ritratto in foto che m’abbraccia.

Jethro Tull- Locomotive Breath

posted by Mauro Erro @ 14:07,

7 Comments:

At 3 aprile 2009 alle ore 17:15, Blogger claudioT said...

Unico...e avevi anche il mal di testa!!!!

 
At 3 aprile 2009 alle ore 17:29, Anonymous Anonimo said...

Rischio volentieri di prendere dei calci nel culo, ma hai dimostrato ancora una volta di essere un vero appassionato di vino, hai ragione quando dici che appellativi come degustatore, esperto, od altro sono etichette riduttive che non possono descrivere la passione, il sentire, l'onestà, il piacere di ciò che è naturalmente un alimento, mentre i termini come bevibilità, digeribilità, naturalezza non sembrano far parte del vocabolario di tanti esperti che per sentirsi tali vogliono rendere complesso ciò che complesso non è.
Il vino come ha scritto Marco Arturi è rispetto per il territorio, frutto di un rapporto viscerale con la terra, è sentimento prima ancora che formazione, è appunto la storia di uomini e donne che hanno fatto questa scelta, essere contadini.
Se fossi sincero direi che trasmettere la passione per il vino come tu sai o tenti di fare è il tentativo di condividere con altri la bellezza della diversità che solo la "natura" nei suoi molteplici aspetti è in grado di regalarci, anche nelle annate storte, è il piacere di bere un bicchiere di vino senza farsi troppe pippe mentali.
Ciao salvatore

 
At 3 aprile 2009 alle ore 18:08, Blogger Mauro Erro said...

Bravo Salvatore. Hai capito tutto quello che c'era da capire.

 
At 10 aprile 2009 alle ore 08:55, Blogger Le Panzelier said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
At 10 aprile 2009 alle ore 08:56, Blogger Le Panzelier said...

se non fossi mercante saresti sincero?
o si può essere entrambe...
Lo chiedo a te interrogando me.

Complimenti, quelli sì, sinceri!

 
At 10 aprile 2009 alle ore 11:41, Blogger Mauro Erro said...

No, quello è l'ultimo dei problemi. Anzi, da quel punto di vista eccedo in quanto a sincerità.

Il senso è stato colto da Salvatore nel suo commento.
Ossia, mi ritirerei nei boschi :-)))))

 
At 3 giugno 2009 alle ore 15:35, Blogger Alez said...

Caro Mauro, credo che hai centrato perfettamente il problema!!
Dalle schede tecniche di degustazione non può venire fuori la passione, la tradizione, il territorio, gli odori della vigna o della cantina; c'è sempre una tendenza a schematizzare, a creare un metodo infallibile, per poi creare esperti, maestri, degustatori, e "inventarsi" corsi di educazione al vino.

 

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