Anteprima Taurasi: i complimenti e le impressioni sui vini.

Forse sono la persona meno indicata visto che gli organizzatori della manifestazione sono innanzitutto degli amici e, poi, dei professionisti del settore che stimo, ma sbaglierei se non raccontassi semplicemente quello che ho visto e non facessi i miei complimenti a Lello Del Franco, Paolo De Cristofaro e Diana Cataldo, ad Adele Chiagano che ha dato loro una mano e a tutti i ragazzi, tanti, giovani, che hanno contribuito alla realizzazione di una splendida ed importante manifestazione come Anteprima Taurasi. A conferma delle parole che ho scritto bastava vedere le facce soddisfatte dei professionisti presenti alla degustazione riservata alla stampa a cui ho preso parte e tra cui ho riconosciuto Alessandro Fraceschini (Lavinium, e Ais Lombardia), Roberto Giuliani (Lavinium), Ian D’Agata, Gigi Brozzoni, Gianpaolo Gravina (L’espresso), Maurizio Paolillo e Gianpaolo di Gangi (Porthos), Isao Miyajima, Fabio Cimmino, Giovanni Ascione (Bibenda) tra i tanti.
Fatto ciò che era giusto, veniamo al sodo. La degustazione alla cieca ha riguardato un bel po’ di vini così suddivisi: 6 aglianico 2007, dove segnalo la buona prova di Mastroberardino, Tenuta del Cavalier Pepe e un gradino sotto Colle di San Domenico, nulla di eccezionale, s’intende, ma vini corretti. 5 Aglianico annata ’06 dove rimane il dubbio su D’antiche Terre, a cavallo tra un vino emozionante ed un vino fatto male e si segnala l’exploit di Donnachiara. 5 aglianico tra 2005 e 2004 dove ancora Colle di San Domenico si distingue con il suo Principe 2005.
Ora prima di passare ai Taurasi, due idee che mi sono fatto sull’annata 2005: sarà elegante, con picchi buoni e mediamente discreta, salvo delle poche pessime eccezioni: da medio invecchiamento. Ovviamente quello che ho appena scritto, essendo io abbastanza allergico alle condizioni limite di un’anteprima e al giudizio rabdomantico che ne scaturisce è da prendere con le molle.
I Taurasi 2005 che più mi sono piaciuti, tra i diciotto campioni in bottiglia e i 9 provenenti da botte sono: in pole position quello dei Lonardo di Contrade di Taurasi con il suo naso elegante e quello di Pasqualino Di Prisco da Fontanorosa con la pienezza del palato e la sincera semplicità e pulizia del naso. A seguire il Taurasi Nero Né de Il Cancelliere (molto bello anche l’altro vino saggiato la sera prima, il Gioviano 2006), Lo Spalatrone di Russo, il Poliphemo di Luigi Tecce (che ho anche visitato e a cui riserverò prossimamente un bel post) e quello di Vigna Villae. Non male anche Perillo, Cavalier Pepe e Mastroberardino (tutt’altra cosa il deludente Naturalis Historia). Da capire il Macchia dei Goti di Caggiano a cui voglio riservare un assaggio più meditato perchè l’abbondanza di note di brett è molto discordante con il manico (il Professor Luigi Moio) e lo stile dell’azienda. Infine, tanta materia prima fruttata (forse troppa) nel campione di botte del Taurasi Fatica Contadina di Terredora, che salva la delusione dell’altro Taurasi presentato in batteria che, con quello dei Feudi di San Gregorio e l’aglianico di Quintodecimo, ha rappresentato la più grande delusione, della serie: i bei tempi che non sono più.
Buon Taurasi 2005 a tutti.

posted by Mauro Erro @ 18:39,

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