Cupo il vino, ma non la locanda: La Maschera di Avellino
lunedì 9 febbraio 2009
Quanto al vino, non rientra nella categoria dei miei best, ma finalmente sono riuscito ad apprezzare la grande eleganza di questo fiano considerata la materia prima importante e l’alcool sostenuto. Si contraddistingue per il suo timbro mentolato, le sfumature floreali, i ricordi di sambuco, i rimandi di erbe. Al palato grande tensione e ottima chiusura. Molto apprezzabile il sorso, diventa forse difficile scolarsene qualcosa in più di due bicchieri, ma con le nuove leggi italiane, finisce con il diventare un merito.
The Kinks, Sunny Afternoon
posted by Mauro Erro @ 11:04,
3 Comments:
- At 9 febbraio 2009 alle ore 12:49, Paolo De Cristofaro said...
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Guarda un po' la combinazione, anch'io ho ristappato il Cupo '05 la settimana scorsa. E penso che sia di gran lunga il più grande fiano mai fatto in provincia di Avellino, con un potenziale di invecchiamento per me superiore rispetto ai meravigliosi fiano di Vadiaperti di fine anni '80/inizio anni '90.
Gusti personali a parte, ne riparliamo tra vent'anni? :)) - At 9 febbraio 2009 alle ore 12:59, Mauro Erro said...
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Speriamo.
Se ne hai di 2003, stappa. - At 9 febbraio 2009 alle ore 13:05, Paolo De Cristofaro said...
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Un Cupo 2003 l'ho stappato a fine agosto ed ha avuto un'evoluzione assurda. Appena messo nel bicchiere sembrava piuttosto evoluto, sul miele, la frutta secca, gli agrumi canditi. poi ha cominciato progressivamente a rinfrescarsi e ringiovanire, ricomponendosi anche in bocca dove inizialmente risultava alcolico e scisso da un punto di vista acido. Boh! E' un vino strano, con una vita tutta sua: ricordo che una volta mi scordai mezza bottiglia in frigo per quasi due mesi. Prima di lavandinarlo per scrupolo lo volli risentire: intatto. E poi dicono che non è vero che i vini assomigliano sempre ai loro artefici...