Cupo il vino, ma non la locanda: La Maschera di Avellino

È al terzo incontro che mi sono riconciliato con il celebrato Cupo 2005, selezione di Fiano di Avellino di Sabino Loffredo dell’azienda Pietracupa, vino bianco dell’anno secondo il Gambero Rosso nel 2007. L’occasione è stata una gita di piacere e lavoro in terra Irpina nella locanda d’Autore di Gino Oliviero, La Maschera ad Avellino. Una bella serata trascorsa piacevolmente grazie al grande senso dell’ospitalità di Gino che sa come coccolare con naturalezza i propri clienti. È ormai da qualche anno che in cucina a Lino Scarallo trasferitosi a Napoli in quel di Palazzo Petrucci, è succeduta Antonella Iandolo. La cosa che colpisce è l’ottimo rapporto che in questa locanda si ha con le verdure dell’orto ed i legumi (segnalo la zuppa di cipolle di Montoro), una cucina semplice e divertente sin dai menù e dall’indicazione dei piatti. D’estate è possibile cenare nello spazio all’aperto ricavato, a quanto sembra da una costruzione risalente all’epoca dei Normanni. Bello lo spazio cantina e il locale dove Gino, grande appassionato, affina i formaggi da lui selezionati. Sufficiente la carta dei vini, soprattutto se avete voglia di bere campano cercando di viaggiare indietro nel tempo. Le sale sono accoglienti e ben arredate e, per i fumatori come me, la possibilità di una saletta, dove su comodi divani, sorseggiare qualche buon distillato. 35 euro, vini esclusi, il costo medio a persona.
Quanto al vino, non rientra nella categoria dei miei best, ma finalmente sono riuscito ad apprezzare la grande eleganza di questo fiano considerata la materia prima importante e l’alcool sostenuto. Si contraddistingue per il suo timbro mentolato, le sfumature floreali, i ricordi di sambuco, i rimandi di erbe. Al palato grande tensione e ottima chiusura. Molto apprezzabile il sorso, diventa forse difficile scolarsene qualcosa in più di due bicchieri, ma con le nuove leggi italiane, finisce con il diventare un merito.

The Kinks, Sunny Afternoon

posted by Mauro Erro @ 11:04,

3 Comments:

At 9 febbraio 2009 alle ore 12:49, Blogger Paolo De Cristofaro said...

Guarda un po' la combinazione, anch'io ho ristappato il Cupo '05 la settimana scorsa. E penso che sia di gran lunga il più grande fiano mai fatto in provincia di Avellino, con un potenziale di invecchiamento per me superiore rispetto ai meravigliosi fiano di Vadiaperti di fine anni '80/inizio anni '90.
Gusti personali a parte, ne riparliamo tra vent'anni? :))

 
At 9 febbraio 2009 alle ore 12:59, Blogger Mauro Erro said...

Speriamo.
Se ne hai di 2003, stappa.

 
At 9 febbraio 2009 alle ore 13:05, Blogger Paolo De Cristofaro said...

Un Cupo 2003 l'ho stappato a fine agosto ed ha avuto un'evoluzione assurda. Appena messo nel bicchiere sembrava piuttosto evoluto, sul miele, la frutta secca, gli agrumi canditi. poi ha cominciato progressivamente a rinfrescarsi e ringiovanire, ricomponendosi anche in bocca dove inizialmente risultava alcolico e scisso da un punto di vista acido. Boh! E' un vino strano, con una vita tutta sua: ricordo che una volta mi scordai mezza bottiglia in frigo per quasi due mesi. Prima di lavandinarlo per scrupolo lo volli risentire: intatto. E poi dicono che non è vero che i vini assomigliano sempre ai loro artefici...

 

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