Spunti di riflessione...
sabato 17 gennaio 2009
“Non sei su feisbuk?! Noooo, non è possibile, ti devi iscrivere!”
Già sentita, vero? Ormai su Facebook ci sono un po’ tutti, cardinali, politici, mafiosi, studenti, nonne, architetti, traduttori, cuochi, enotecari e sommelier.
Da sito nato per ritrovare compagni di scuola a enorme raccoglitore di persone, mestieri, passioni, pensieri, parole, opere e omissioni di varia (f)utilità.
Ma si sa, la rete, e in particolare Facebook, è il mezzo ideale, forse l’unico, che premia e asseconda la nostra voglia di comunicare all’universo, conosciuto e non, cosa stiamo facendo, magari con una strizzatina d’occhio al nostro piccolo grande ego, grazie al possibile utilizzo di un’inquietante terza persona.
E proprio in questo magma Lucio si è imbattuto in un'idea interessante. Mauro, probabilmente in maniera casuale, ma a volte nulla sa essere più voluto del caso, ha comunicato su Facebook alcuni momenti di un suo "tour" eno-vacanziero postnatalizio in Irpinia. Ci ha tenuti al corrente di alcune sue piccole scoperte e di qualche delusione in bottiglia, delle difficoltà legate al maltempo, di dolci spettacolarmente buoni, di campioncini, gregari e mai giunti all'arrivo.
Al suo ritorno ha pubblicato alcune foto e, forse anche istigato da alcuni amici, ha lanciato l'idea di una serata di degustazione di Fiano, sette etichette di sette annate diverse (come si chiama? obliqua?).
Qualcuno ha iniziato a commentare la foto che annunciava l'imminente degustazione e Mauro, sempre in maniera "volutamente casuale", ha deciso che gli estensori dei commenti avrebbero avuto il diritto di prelazione per la serata.
Dopo una decina di commenti ho realizzato cosa stava accadendo.
(Mode rullo di tamburi ON)
Signori, siamo di fronte alla prima degustazione concepita, proposta e prenotata su Facebook!
(Mode rullo di tamburi OFF)
Io stesso ho utilizzato la rete per prenotare vacanze, acquistare biglietti ferroviari o per uno spettacolo, questo stesso testo è scritto interamente sulla rete usando Google Docs©, ma qui c'è stato un passo avanti, la serata dedicata al Fiano non è stata semplicemente preparata con l'ausilio della rete, ma di questa ha utilizzato uno dei suoi strumenti più penetranti, il social network, ossia una rete sociale, un insieme di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari, alla condivisione di interessi di varia natura.
Ma, riflettendo sulla parola "sociale", pensavo: cosa c'è di più sociale del vino? Non c'è attività più sociale di stappare una bottiglia con gli amici, di parlarne con persone che il vino lo conoscono e lo sanno apprezzare o di provare a farlo apprezzare a persone che non lo conoscono abbastanza, di discuterne le caratteristiche e di confrontarne le differenze, di provare nuove etichette o di scoprire ignoti vitigni. E cosa c'è di più sociale di Facebook? Se vuoi, ti permette di condividere momenti importanti della tua vita privata, sentimentale o professionale, puoi ridere o piangere, da solo o in compagnia, puoi mostrarti a tutti restando online o celarti dietro un più discreto e rassicurante pallino rosso.
Allora, dopotutto, esiste un nesso tra Facebook e il Vino, tra una delle ultime frontiere del cyberspazio e quanto di più reale, solido e legato alla terra ci sia, sono entrambi strumenti che ci consentono di stabilire contatti, conoscere nuove persone o approfondire amicizie consolidate, esprimere opinioni e condividere una passione.
Sono un mezzo, appunto. Non il fine.
Un mezzo che ci aiuta a capire che, in fondo, viviamo qui e ora, ma siamo quello che ci hanno saputo trasmettere, usiamo mezzi di comunicazione raffinati ma trasmettiamo significati pescati nei meandri della nostra memoria collettiva.
Un mezzo che, se usato bene, ci consente di diventare persone maggiormente consapevoli e ci aiuta a conoscere meglio noi stessi, il nostro mondo e i tanti universi con i quali veniamo a contatto. E magari ad invecchiare bene. Come un buon vino.
Lucio Grande
Nota: a dire il vero non credo di essere stato il primo, su questo aspetto si soffermò Stefano Bonilli sul suo Papero Giallo un mesetto fa.
(Mauro Erro).
posted by Mauro Erro @ 09:18,