Vino Nobile di Montepulciano riserva 1999, Crociani

“Se hai letto di me, sai che per me produrre vino è poesia e sentimento. Non sono e non voglio essere un enotecnico!!!”
Così parlò Susanna Crociani in una mail inviatami un paio di giorni fa rispondendo alle mie insistenti domande su lieviti, botti, portainnesti, terreni, tempi di fermentazione e chi più ne ha più ne metta. Dopodomani Susanna sarà qui a Napoli per raccontare la sua storia ed il suo vino a 15 bevitori curiosi, ed io, preparavo il materiale informativo e mi è toccato fare la parte del ricercatore universitario con l’occhio fermo sul microscopio. Già, deformazione umana che tenta di definire tutto e di spiegare tutto, anche una bottiglia di vino. Eppure, spesso, per chi sta dall’altra parte, per chi il vino lo fa, non è questione di portainnesti o botti di rovere, ma, “più semplicemente”, la propria vita.
La vita di una musicologa che lascia il proprio lavoro per continuare l’opera di papà Arnaldo, “un uomo (che) infondeva la sua passione per il vino attraverso i suoi racconti, era un vero e proprio cantastorie, e lo faceva con la massima naturalezza; sapeva parlare di vino, del suo vino, e lo faceva senza usare termini tecnici ma con un linguaggio semplice, a volte poetico, e arrivava al cuore di tutti”*, e che deve sopravvivere al dolore della prematura scomparsa del giovane fratello Giorgio che condivideva con lei, il lavoro, le speranze, le sconfitte, l’amore per la propria terra.
Quando ho letto la sua mail ho sorriso, ho pensato a quanto possa essere misero ridurre il tutto ad una sequenza di reazioni chimiche, raccontare il vino come fosse una scienza esatta, come dire 1 + 1 fa 2. Nel vino come nella vita uno più uno non fa quasi mai due, tutto è imprevedibile ed irrazionale, tutto esce dagli schemi e dai tentativi di definizione, tutto è semplicemente la vita raccolta in una bottiglia come fosse un messaggio. Il vino nasce, evolve e muore, ed ogni annata così, seppur diversa, racconta un momento, un passaggio, un ricordo. Il 1999 di Susanna Crociani è fatto di eleganza sussurrata che richiede un ascolto attento, meditato, concentrato, perché bisbiglia suadente di frutta rossa, di erbe officinali e di spezie, di rimandi terrosi, di cacao. E poi al palato ti coinvolge perché leggiadro scivola via grazie alla sua freschezza sostenuta, avendo allo stesso tempo una trama ed un nerbo impressionanti seppure non urlati né ostentati, con un tannino serrato, ma compiuto ed una lunga persistenza finale.
Già, il vino è poesia, musica e sentimento.
Il vino, come la vita.

Gabriella Ferri, Remedios

* La descrizione di papà Arnaldo è di Roberto Giuliani.

posted by Mauro Erro @ 13:05,

2 Comments:

At 27 ottobre 2008 alle ore 14:16, Anonymous Anonimo said...

1 + 1 non fa sempre 2

1 + 1 fa anche 3

G.Tremonti

 
At 29 ottobre 2008 alle ore 11:44, Anonymous Anonimo said...

Eheh. Tutto vero. Il '99 riserva è davvero buonissimo, vero? Forse insieme al 2004 riserva è quello che ha qualcosa in più...

Poi dai confronti di stasera avrete modo di vederci più chiaro e di ricordarcelo in un reportage :)

voc

 

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