L’enotecaro: istruzioni per l’uso

Lo spunto per queste considerazioni nasce dopo una serata trascorsa tra amici bevendo una decina di vini francesi selezionati da Pascal Gesret, titolare di un’enoteca parigina.
Non è la prima volta che ho l’opportunità di bere i vini selezionati da quest’ottimo collega francese, ed ogni volta, al di là di una certa difformità di gusto personale, mi tolgo il cappello in segno di riconoscenza. Eccovi l’elenco dei bianchi: Vin de Pays de l’Ile “Y.L.” Domaine d’Ecroce Y. Leccia 2007, Cotes du Rhone, Saint Cosme, L et C. Barruol 2007, Montlouis su Loire “Cuvèe Touche Militaine” sec – Le Roches des Violettes 2006, Riesling d’Alsace Tradition – Domaine Barmès Buecher 2006, Edelzwicker “sept grains” Domaine Barmès Buecher 2004. Ecco, invece, i rossi: Touraine “Cot Vieilles Vignes” Le Rocher des Violettes X. Weisskopf 2007, Minervois “Arbalète et Coquelicots” Domaine J.B. Senat 2007, Cotes du Rhone villages Rasteau Dom. Elodie Balme 2007, Vin de Pays de L’Ile de Beautè “Y.L.” Domaine d’Ecroce Y. Leccia 2005, Irancy “Sillage” B. Verret, Gevrey Chambertin “Jeunes Rois” Renè Bouvier 2005, Pernand Vergelesses 1er cru “Les Fichots” Domaine Nicolas Rossignol 2002.
L’attenzione si sofferma innanzitutto sulla naturalezza espressiva (il giusto equilibrio tra vitigno, territorio e uomo) dei vini, strettamente collegata alla facilità di beva di tutti, e cosa assai più importante, ai prezzi molto abbordabili.

La regola fondamentale è che i vini che si vendono in enoteca devono essere stati tutti bevuti! Non bisogna affidarsi solo ed esclusivamente ai nomi blasonati, ai premi delle guide o, ancor peggio, al rappresentante di turno (una categoria sempre più in crisi d’identità) armato dei punteggi di wine-spectator. Se non si vuole vendere aria fritta ai propri clienti bisogna aver bevuto ciò che si propone. Allo stesso tempo mi rendo conto che in una selezione che può partire dalle 400 etichette, considerando tutti gli altri prodotti che un tenutario d’enoteca beve alla ricerca di qualcosa di sfizioso, si possa andare in difficoltà. Ma se si è sposato un progetto, l’idea di un’azienda, allora diventa tutto più facile, basta tenersi informati sull’annata, creare rapporti diretti e amicali con il produttore e poi con calma assaggiare via via il vino. Un altro suggerimento è comprare dai distributori, ormai tanti in Italia, che propongono liste molto interessanti e che danno la possibilità di non caricarsi eccessivamente in termini quantitativi. Poi girare per il territorio, partecipare alle manifestazioni anche se assaggiare 150 vini di seguito non è il massimo, perchè vi danno la possibilità di poter trovare cose interessanti. Poi studiare, bere, studiare.

Nota: Ringrazio gli amici di bevute Fabio Cimmino, sommelier e giornalista, Adele Chiagano, giornalista e consulente enogastronomico, Paolo De Cristofaro, Gambero Rosso, Raffaele Del Franco, sommelier e consulente enogastronomico, Claudio Tenuta Sommelier, Tommaso Luongo delegato di Napoli dell’ais e Roberto Erro futuro neurologo, ma soprattutto Rosangela, la padrona di casa che ultimamente sopporta le nostre invasioni barbariche.

Camille, Paris

posted by Mauro Erro @ 12:14,

17 Comments:

At 21 ottobre 2008 alle ore 16:33, Anonymous Anonimo said...

che belle invasioni! :D

propongo di invadere palazzo Chigi e Montecitorio, con la scusa di invitarli a bere...

voc

 
At 21 ottobre 2008 alle ore 17:09, Blogger Mauro Erro said...

Ci sei mancato.

Fammi sapere quando sei di nuovo da queste parti.

 
At 21 ottobre 2008 alle ore 23:45, Blogger claudioT said...

Faccio un gioco, accoppio i vini di ieri sera, ho quanto meno quelli che ricordo, alle pietanze mangiate.
Champagne Fleury millesimè '96 Pere & file 100% pinot noir malvaggiamente salato con il capocollo di Montecalvo, nel quale la parte di elegante grassezza prevaleva sulla parte sapida; Vin de Pays de L'Ile de Beautè vermentino della Corsica con qualche altra uva locale, sapido, alcolico, più corposo dei beverini vermentini degli agosti sardi e con un finale ammandorlato piacevole ma non elegantissimo con bocconcini di mozzarella di Eboli; Cotes du Rhone 2007 L. et C. Barruol viogner, naso floreale, bocca fresca e pungente con culatello irpino; Montlouis sur Loire cuvèe Touche mitaine sec 2006 chenin blanc, beverino, elegante, fresco con "gattò alla vecchia Napoli" della signora di Nola classico; Riesling Domaine barmes beuchr 2006 profumato, minerale e con finale soavemente dolcino su gateaux con auricchio piccante, prosciutto cotto e pistacchi; Edelzwicker sept grains Domaine Barmes Buecher 2004 stra-aromatico, fuori abbinamento;
Touraine Cot Vieilles Vignes Weisskop 2007 contadino e ruvidissimo, naso plastico e bruciato con pizza ripiena; Minervois Arbalete et Coquelicots Domaine Senat 2007 un malbech speziato e di discreta complessita olfattiva con pizza ai pomodori verdi, cipolla rossa, rosmarino e lardo molto variegata; Cote du Rhone Elodie Balme syrah+grenache naso tra il vegetale e il frutto fresco bocca molto pulita con salame stagionato 16 mesi di Montecalvo stranamente fresco, morbido e godurioso; Vin de Pays Domaine D'Ecroce Y. Leccia 2005 sangiovese di Corsica tra provare da solo o con il turtaniello; Irancy Verret pinot noir, ha enunciato il Cimmino: "se una donna l'hai lasciata una volta la seconda volta ti può dare solo delle conferme" verticale e monocorde; Grevey Chambertin Renè Bouvier 2005 in evoluzione e classicamente pinot noir rigorosamente con parmiggiana alla salernitana; Champagne Jannisson Baradon Jepernay non dosè al naso la mammella di una grande mucca durante la mungitura poi odore di pasticceria, in bocca nonostante l'assenza di liquer d'expedition di una avvolgenza unica con tutto o quasi quello che c'era al tavolo; fuori concorso Brunello '96 Conti Costanti old stile forse troppo caldo, Canneto '95 D'angelo aglianico del vulture ha dato un bagliore di gioventù al naso poi si è chiuso su sè stesso per spirare delicatamente; Stocker Natur 04 che finezza; Erdener Pralat Riesling Weinsprum la giusta chiusura dolce da bere tipo coca-cola.

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 09:39, Anonymous Anonimo said...

Voglio solo precisare che il Cimmino, ciè io, ho espresso una mia convinzione nata dall'esperienza:

"spesso ti lasci più o meno improvvisamente con una ragazza e ci stai pure male perchè non sei convinto. Desideri ri-provarci ma proprio nel momento in cui te la ritrovi nuovamente tra le lenzuola subito dopo ti accorgi che il desiderio di ri-averla era inversamente proporzionale alla reale volontà di starci insieme..."

così con alcuni vini.

la prima bottiglia di Irancy Sillage l'avevo comprata giusto un annetto fa e non l'avevo apprezzato, pensavo di non averlo capito oppure ad una bottiglia sfortunata (Pascal continua ad esserne entusiasta e del resto a quei prezzi un Pinot Noir Borgognone non è facilissimo da trovare) ho voluto riprovarci ma il risultato è stato praticamente identico. Sarei forse meno "caustico" nel giudizio ma sicuramente non lo ricomprerei.

Complimenti per gli abbinamenti e le note.
Per saperne qualcosa di più sui vini (sulle uve in particolare ci sono diverse imprecisioni) vi rimando a breve sul mio blog...

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 09:46, Anonymous Anonimo said...

alla prossima vi farò sapere! ;)

voc

PS
vedo che il Cimmino continua con i suoi paragoni vino-donne...

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 13:48, Blogger claudioT said...

Sapevo di aver commesso delle imprecisione sui vitigni, in particolare sui rossi, ma via internet non sono riuscito a trovare informazioni aggiuntive a quelle memorizzate durante la serata.
Ma dopo aver provato 16 vini non è stato facile ricordarle il giorno dopo.
Grazie Cimmì.

Aspetto i commenti su vini e abbinamenti dei fratelli Erro che hanno apprezzato i prodotti gastronomici.

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 17:06, Blogger Mauro Erro said...

@ Claudio:

sarà per mia deformazione, ma in queste serate cerco sempre, al di là dell’aspetto prettamente edonistico, il valore pedagogico, per cui:

1) la bravura dei degustatori presenti è direttamente proporzionale a livello di umiltà e di comprensione del vino (dell’aspetto cultural-edonistico-convivial) che ti permette in tutta libertà e serenità di spararle come più ti aggrada, tanto è sbagliando che s’impara. Per mia esperienza più le persone cercano, vanamente, di darsi un tono, più di vino ci capiscono poco o nulla.

2) tutti i vini, nonostante alcuni venissero da vitigni che non toccano le mie corde, erano di una naturalezza e bevibilità straordinarie e dai prezzi piccoli piccoli, merito di Pascal, oggetto del post. Ho poco fa ri-bevuto il Cote du Rhone e, nonostante i vitigni non mi facciano impazzire, frutto turgido (come il seno di una giovane donna, per stare sulla linea Cimminesca) e grande bevibilità. Unico neo, forse l’alcool eccesivo che nel finale s’avvertiva (15%).

3) La mia classifica personale vede lo Chenin Blanc della Loira (per cui nutro profondo amore) in pole, forse perché già lo conoscevo, poi il riesling. Ottimi i due Champagne: il secondo più del primo, forse dalle durezze eccessive per il mio palato, ma in questo caso, come molti sanno, le bollicine con me s’accordano poco.
Rossi: Gevrey Chambertin in pole, poi il malbec di Les Violettes e poi il resto. Sui riesling è inutile che parlo ;D

4)sulla pappatoria: tutto buonissimo, dai salumi alla mozzarella di bufala al pane. La tua pizza era buonissima, complimenti, il “gattò” anche, tanto che il tuo diversivo dei pistacchi di Bronte come gratinatura sarà un copiright che ti frego molto volentieri ;-D

Ciàcià.

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 19:28, Anonymous Anonimo said...

Mauro quando ho letto il tuo commento erotico non avevo capito che ti riferissi al Cote du Rhone blanc e pensavo ti riferissi al Rasteu di Elodie Balme. Mi è, chissà perchè..., subito venuta in mente lei... A questo proposito perchè non organizzi una degustazione invitando la produttrice qui a Napoli. Te ne sarei estremamente grato e tu probabilmente saresti grato a me...

ooops ma mica Violacea ci legge...

Anonimo Veneziano

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 20:09, Blogger Mauro Erro said...

@Anonimo veneziano: Mi riferivo al Rasteau di Elodie Balme, e non era un commento erotico, ma una similitudine allegorica ;-D

In ogni caso mi dai modo di precisare alcune cose che per fretta nel commento precedente ho scritto. Quello di Elodie Balme è uno di quei vini (e non i vitigni) molto "caldi e meridionali", che sopratutto in quell'annata diventa bello tosto tosto...molto bello in ogni caso a parte l'alcool...

Per quanto riguarda i riesling, i secondi che cito, mi riferisco a quelli tedeschi...

Violacea ci legge sempre...

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 20:41, Anonymous Anonimo said...

Passiamo allora su canali privati per organizzare stà benedetta degustazione con Elodie Balme...

Merci

Fabien

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 20:44, Anonymous Anonimo said...

Dimenticavo... dopo aver preso atto della tua magica "visualizzazione" produttrice-vino ti chiedo a questo punto anche i numeri per il prossimo super-enalotto...

C'est moi l'Anonimo Venezian...

Je sui foir, tres foir...

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 20:51, Blogger Mauro Erro said...

@ Fabien: ok.

@ anonimo veneziano: i vini somigliano a chi li fa...scusami, ma io bazzico poco il francese...mi potresti tradurre la tua ultima frase, credo ci sia qualcosa che non va...

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 20:58, Anonymous Anonimo said...

Non sapevo fosse una degustazione Hard...Comunque grandi, grandissimi gli Champagne: pur nella loro diversità esaltavano entrambi l'inconfondibile "tocco elegante" delle bollicine transalpine(dobbiamo assolutamente organizzare una serata con Delphine!)A casa ho assaggiato l'Edelzwicker sept grains e ho gradito...cos'è che non vi piaceva di questo vino?
Ciao da Torino
Tommaso

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 21:13, Anonymous Anonimo said...

@ Claudio: sarà che insieme allo zoppo si imparà a zoppicare, ma sostanzialmente la mia classifica non differisce molto da quella di Mauro.
Per i bianchi: chenin, poi quello corso (che ho appreso dal blog di Fabio non essere vermentino) generoso al naso (la ricotta e pera ti ricorda qualcosa? :D) e al palato un giusto equilibrio tra grassezza e acidità; fleury 96 fantastico con il capocollo.
per i rossi: pinot noir GC su tutti (e che lo dico a fare??); per il resto piacevoli scoperte da vitigni che in genere snobbo, malbech, grenache e sirah. (la braciola al naso e la liquirizia al palato la ricordi ??)
Morale della favola: complimenti a Pascal, perchè ogni vino, al di là dei gusti, aveva il suo perchè, una sua impronta, una sua personalità.
complimenti a Claudio: divino il gatteaux (voglio la ricetta) e ottima la pizza.
complimenti a Paolo per i salumi (il capicollo in particolare) e per il "miglior" pane del mondo.
complimenti alla signora di Nola per la parmigiana salernitana.
un enorme grazie a Fabio e una precisazione: il "gattò alla vecchia napoli" credo l'abbia portato Lello (che ringrazio per le GROSSE risate che mi ha fatto fare il giorno dopo...)

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 21:18, Blogger Mauro Erro said...

@ Tom: Il vitigno (uvaggio classico alsaziano su cui molti produttori si soffermano, traminer, riesling e credo Pinot grigio): il traminer, nella fattispecie.

Pe rimanere in scia, "ostentava oscenamente le sue grazie (aromatiche)". va bene il bien vivre, ma non esageriamo.

@ tom e le Fabien venezian: mettevi d'accordo, o Delphine o Elodie...tutto nella vita non si può avere.

 
At 22 ottobre 2008 alle ore 21:34, Anonymous Anonimo said...

Elodie, Elodie...

Per Tommaso la storia del Sept Grain è particolare.

Domani quando mni sarò ripreso cercherò di essere più preciso... spero.

A demain
Fabien

 
At 23 ottobre 2008 alle ore 00:58, Blogger violacea said...

caro Fbien mi sa che la prossima volta che ti vedo un paio di paccari (e non paccheri di gragnano) non te li leva nessuno,poi, se proprio insisti, mentre te li do ti parlo pure in francese!!!

PS:Tu es très "foir" ( gliel'hai detto anche alla maestra che sei foir???)e assai beaucoup!!!

 

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