Fiano di Avellino 2007, Azienda Vadiaperti

Del trio delle meraviglie di Montefredane, ad Avellino, oltre Sabino Loffredo dell’azienda Pietracupa e Antoine Gaita di Villa Diamante, credo di aver scritto poco di Raffaele Troisi e dell’azienda Vadiaperti. Rimedio tracciando le note di questo Fiano ed esprimendo alcune considerazioni sull’esperienza che ho maturato anche con vecchie annate. Partiamo da un dato, mi trovassi ad una degustazione alla cieca dei tre fiano delle aziende che ho citato ne vedrei delle belle. Parlare di tipicità diventa argomento improbo. L’uno differente dall’altro accomunati solo da un minimo comun denominatore. Venendo a questo posso sicuramente scrivere che l’impianto è di un vino schietto, senza tanti fronzoli, contadino nell’accezione positiva del termine – a me ricorda sempre il trebbiano di Pepe per certi aspetti – mineralità diffusa e, aggiungo, quello che riesce a durare mediamente di più nel tempo. Non ha la naturale (niente legno) nota burrosa, morbida, francese del Fiano di Antoine, la folle eleganza di quello di Sabino, ma ha tanto carattere, freschezza e sapidità da spendere in quantità ed immediatezza fuori dal comune. È un fiano che non si compiace, che non bada a cerimoniose stucchevolezze, che in questa annata si presenta di un colore che già si tinge di lampi dorati, e che rivela un frutto pronunciato. Ma la bevuta vien facile grazie, come scrivevo, al finale sapido-acido che allunga il sorso e ne invoglia il successivo. 11 euro, ben spesi.

Out of control, Rolling Stones

posted by Mauro Erro @ 12:00,

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