Vigna del Pino, Falanghina dei Campi Flegrei 2006, Agnanum

Il vino di Raffaele Moccia è il simbolo di una piccola enclave, di un presidio di naturale bellezza in una metropoli come Napoli: un fazzoletto di terra alle pendici della riserva naturale degli Astroni, ad Agnano (lì dove pare si voglia costruire, ahimè, il nuovo inceneritore). Una falanghina pensata e voluta come vino da invecchiamento, come vino importante e non “bananizzato” come molti produttori fanno. Il terroir gioca la sua parte, così come la consulenza dell’enologo Maurizio De Simone, così come il valore del tempo: questo vino viene immesso sul mercato a distanza di due o tre anni, solo quando ritenuto pronto. Il colore è un dorato carico di bella nitidezza e riflessi luminosi, al naso è semplicemente affascinante nella sua apertura che va dai toni minerali e sulfurei, fino ai sentori d’agrumi, di spezie dolci e frutta matura. Al palato l’ingresso è dolce, morbido e caldo: la mineralità la fa da padrone con una bella scia sapida. Forse un po’ seduto per l’annata calda che ha penalizzato molti di questi vini nella componente acida, ma come detto da un caro amico con cui ne parlavo: macchissenefrega!!! The Beach Boys, Good Vibrations.

posted by Mauro Erro @ 11:37,

2 Comments:

At 3 luglio 2008 alle ore 14:05, Blogger Percorso Primaro said...

La citazione della descrizione non mi è nuova... mi sa proprio sia un Mario Soldati d'annata... direi "Vino al vino" primo volume, sbaglio?
Complimenti per il blog, molto ben impostato...
Saluti

Mirco

 
At 3 luglio 2008 alle ore 14:41, Blogger Mauro Erro said...

Yes Sir, così come il sottotitolo del blog. Lei ha buona memoria e ottimi libri.
La ringrazio. Saluti.

 

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