Soave Classico 2007, Pieropan
lunedì 28 luglio 2008
Si direbbe "base" in gergo commerciale: il vino dal minor prezzo che esce dalla cantina. Eppure, per questa cantina a cui sono legato in maniera particolare in virtù di quel Calvarino che bevvi con grande goduria il Natale passato e il cui racconto inaugurò questo blog, la parola "base" potrebbe risultare un dimuntivo non corrispondente alla bontà del vino. Giallo paglierino vivo d'indomiti riflessi verdolini: così si è presentato alla vista. Al naso frutta bianca succosa e croccante, mela, pera, fiochi accenni di pesca che si accompagnavano a profumi floreali e un timbro sapido-minerale. Il palato, corrispodente, aveva già un buon equilibrio, con le sensazioni dure che chiudevano il sorso iniziato Soave (non a caso) di morbidezze e rotondità felliniane. L'ho bevuto ascoltando Hendrix e l'abbinamento mi è parso azzeccato: Spanish castle magic.
posted by Mauro Erro @ 12:53,
6 Comments:
- At 28 luglio 2008 alle ore 16:35, said...
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Sai Mauro che io sono una fan del Soave?! In particolare della cantina Pieropan della quale apprezzo quasi più il base che il Calvarino...Ovviamente ho attaccatto la Soave-malattia anche a Luigi... ihihiih :o))
Soave giornata,
Barbara :O) - At 28 luglio 2008 alle ore 16:57, said...
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IO continuo a nutrire, piuttosto, perplessità sull'annata.
Ho assaggiato qualche mese fa la bottiglia in questione e mi è sembrata sottotono rispetto ad altre edizioni.
Fabio C. - At 28 luglio 2008 alle ore 19:08, Mauro Erro said...
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@ Barbara: io preferisco il Calvarino, ma è comunuqe un bel bere.
@ Fabio: Il fatto che sia molto godibile ed immediato nonostante sia così giovane credo sia proprio merito/colpa dell'annata. Rimane secondo me, anche in un'annata forse minore (come d'altronde la 2006 e fors'anche la 2005) un bel bere in rapporto al suo prezzo. - At 29 luglio 2008 alle ore 07:54, said...
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Secondo me il discorso delle annate andrebbe riletto nel tempo.
Rimango convinto che la 2006 sia stata una grande annata sui bianchi italiani con tutti i limiti delle generalizzazioni di questo tipo.
La 2005 è stata in effetti minore.
La 2007 assomiglia tanto alla 2003 soprattutto nella mancanza di spinta verticale tipica delle annate calde.
Sicuramente ci saranno eccezioni che mi smentiranno. - At 29 luglio 2008 alle ore 11:24, Mauro Erro said...
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Sicuramente il discorso delle annate va riletto nel tempo, anche perchè i poteri rabdomantici che molti degustatori affermano di avere a me mancano. Detto questo per me è comunque un discorso molto relativo nella misura in cui un bel vino rimane un bel vino e vivaddio se non è sempre eguale a se stesso, ma figlio dell'annata. Uno dei vini che più amo, il fiano di Antoine Gaita, è stato grande per tanto tempo nell'annata 2002. L'unica cosa su cui si dovrebbe discutere sono i prezzi che i produttori dovrebbero imparare a modellare come i francesi a seconda della qualità dell'annata. Un'ultima postilla: la 2006 se proprio vogliamo parlare generalizzando è stata un'annata anch'essa abbastanza calda, con alti e bassi e vini in un certo senso belli, ma con un che d'incompiuto. Qualche giorno fa ho saggiato nuovamente il Riesling Falkenstein di Franz Pratzner e mi si è confermata quest'impressione. L’ultima veramente grande credo sia stata la 2004: quelle per cui vale la pena fare scorta in cantina.
- At 29 luglio 2008 alle ore 12:51, said...
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Hai ragione. Ed è stata la mia prima convinta impressione quando assaggiavo i 2006. Eppure alcuni vini stanno uscendo alla grande sulla distanza. Sarebbe interessante, cogliendo spunto dalla tua precisa osservazione, fare un confronto con pari produttore ed etichetta tra 2004 e 2006. La 2004 rimane sicuramente una delle migliori se non la migliore annta post 2000 (sempre generalizzando).

