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Ho avuto la fortuna nella vita di scoprire una grande passione: il vino. Dietro esso mi perdo da un po’: alla sua ricerca, alla ricerca dei gesti che vengono tramandati da generazioni, della semplicità di un fare oramai lontano e che non mi appartiene, dei piccoli piaceri nella loro ovvietà, una ricerca che diviene introspettiva, forse inconsapevole e forse no, del significato di quell’intervallo di tempo di cui conosciamo l’inizio e non la fine che chiamiamo vita. Ed allora, talvolta anche con foga, riempiamo quest’intervallo di fatti, pensieri, opinioni, certezze che spesso durano il battito di un ciglio. Poi capita accadano fatti che ti obbligano a fermarti tentando di dare risposta a questo groviglio che chiamiamo vita e il cui bandolo, almeno io, almeno adesso, non riesco a trovare. Morire a vent’anni che senso ha? Morire durante una gita, tra persone amiche, quando si ha semplicemente voglia di essere felici, di godersi la propria giovinezza, in un momento in cui si vuole staccare la spina dalle ansie che ti turbano quando guardi innanzi verso il tuo futuro e cerchi semplicemente di divertirti?
Morire a vent’anni, nel pieno della propria maturazione, nel momento in cui i desideri prendono forma, in cui la consapevolezza della vita che stai vivendo forse prende forma, mi chiedo, che senso può avere?
Oggi niente vino. Scusatemi, a domani. Mozart.

posted by Mauro Erro @ 11:06,

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