Terrazze Retiche Il Pettirosso 1997, Arturo Pelizzatti Perego (Ar.pe.pe.)
venerdì 11 aprile 2008
Ero stato invitato da Isabella Pelizzatti Perego alla degustazione verticale del Grumello riserva Buon Consiglio che si sarebbe tenuta l’ultimo giorno del Vinitaly, viaggio nel tempo guidato da Marco Gatti co-autore con Paolo Massobrio del neonato blog Bar-babietola. Purtroppo, avendo l’aereo di ritorno per Napoli (due ore di ritardo, a saperlo, sigh!!!!) ho dovuto declinare. Ma il minimo che potessi fare era andarla a trovare in fiera, innanzitutto per salutarla finalmente di persona, e poi per ringraziarla del pensiero. Venivo da Villa Boschi, dall’incontro coi i vignaioli “dissidenti” dei Vini Veri capeggiati da Baldo Cappellano e lo scontro con la fiera e il Vinitaly è stato sicuramente traumatico. Ressa, folle ondeggianti, stand con effetti speciali, castelli, glamour, pailette, Miss Italia, Miss Padania, mi stanco. I pochi vini che riesco a saggiare si cuociono sotto riflettori potenti (per la cronaca parlo di alcuni Barolo e qualche Vigna Rionda, sigh al quadrato!!!), si salvano giusto alcuni bianchi tenuti in frigo. Passo dal padiglione Campania per salutare qualche amico, vedo il mondo al contrario di Gae Aulenti insieme a Sandro Sangiorgi, ed entrambi pensiamo sia meglio glissare (o stendere un velo pietoso), poi finalmente a fine serata vado da Isabella. Ma che bella persona, timida e piena di entusiasmo allo stesso tempo, di una lucidità incredibile quando parla della cecità dei piccoli politicanti, di una tenerezza e dolcezza toccanti quando si commuove parlando del padre. È in compagnia di Amy, una ragazza americana che adora i suoi vini, in seguito ci raggiungeranno i due titolari dell’enoteca Uve e Forme di Roma. Parliamo e saggiamo i suoi vini e mi trovo innanzi questo. Il colore nel cuore è il ricordo di un rubino che tende al granato degradando mano a mano in un’unghia tersa e luminosa di riflessi aranciati. Al naso è caldo, sapido, teso e nervoso, il frutto ancora croccante si accompagna a sentori floreali, poi, sottobosco e spezie. Il tutto è sempre un sussurro, un’eleganza che ti accompagna anche al palato: petroso, sapido, di un'acidità che pulisce il palato e chiede inesorabilmente un altro sorso. Peccato, la bottiglia è finita. Che bel vino, che grande persona. Govinda (protettore della terra) dei Kula Shaker.
posted by Mauro Erro @ 10:54,
2 Comments:
- At 14 aprile 2008 alle ore 12:48, said...
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Ti ho indegnamenente sostituito...Sono sacrifici che qualcuno dovrà pur fare!
Isabella e i suoi vini: garbo, eleganza, capacità di trasmettere autentiche emozioni...
Tommaso - At 14 aprile 2008 alle ore 13:22, said...
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Sottoscrivo, a parte quell'"indegnamente".
P.S. mi han detto che i vini in degustazione sono stati 5, confermi?