Nero d'Avola Siccagno 2006, Arianna Occhipinti

Arianna Occhipinti è una giovane produttrice siciliana (poco più che ventenne) che produce nella zona del Cerasuolo di Vittoria, nello splendido scenario dei Monti Iblei, in contrada Fossa di Lupo e Piraino, due vini, questo e il godurioso Frappato. La produzione è di natura biodinamica, non si utilizzano prodotti di sintesi e chimici, nè in vigna, nè in cantina. Il Siccagno affina in botti di rovere francese da 600 litri di quarto passaggio, e parte in barrique di terzo passaggio, e si presenta di un color purpureo carico con intensi riflessi violacei. Al naso è cangiante nell'esprimere sentori di frutto maturo: lampone, ciliegia marasca, ribes, prugna che si fondono con sentori animali, di cuoio, poi un caleidoscopio di spezie ed erbe aromatiche che vanno da accenni di chiodi di garofano, al pepe bianco, all'origano fino alla noce moscata. La beva risulta appagante grazie al frutto che lo rende immediato, con l'acidità che pulisce il palato dopo la deglutizione e la lunga persistenza. Meraviglioso. I vini somigliano a chi li fa, e questo ha tutta la solarità, la fierezza e l'immediatezza della sua produttrice. Tosto, come Arianna, da abbinare a Janis Joplin.

posted by Mauro Erro @ 12:09,

3 Comments:

At 21 aprile 2008 alle ore 14:18, Anonymous Anonimo said...

Ah, il Nero d'avola, uno dei vitigni preferiti, schietto, opulento, corposo, solare come la sua terra.
Ti segnalo anche i Nero d'Avola delle aziende Gulfi e Benanti, curati dal bravo enologo Salvo Foti.
Michelangelo

 
At 21 aprile 2008 alle ore 15:08, Blogger claudioT said...

L'ho provato allo scorso Vitigno Italia e condivido la tua analisi.
Ritengo sia più carnoso e complesso del frappato ed in grado di giocare su una spiccata mineralità e una pungente tannicità che lo rendono ancora in assestamento.
Molto "vivo vero" e poco costruito come tanti nero d'avola modaioli dell'ultimo quinquennio, che si dimenticano dopo poco.

 
At 21 aprile 2008 alle ore 15:28, Anonymous Anonimo said...

@ Michelangelo: Su i Gulfi sottoscrivo, ma Benanti non mi risulta faccia Nero d'Avola o, quantomeno, di suo ho assaggiato solo i Nerello Mascalese, buonissimi, di cui ho avuto già modo di scrivere.

@ Claudio: come al solito la tua è un'analisi perfetta. Ti racconto un piccolo aneddoto. Al Vitigno Italia a cui fai riferimento, ero in compagnia di Arianna quando venne ad assaggiare i suoi vini il titolare di Cantina Lonardo (squisiti i suoi Taurasi). Beh, stentava a credere si trattasse di Nero d'Avola.

 

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