Chardonnay Les Varrons 2004, Domaine (Julien) Labet, Côtes de Jura

La storia è andata più o meno così. Franco Ziliani, siamo nell’aprile del 2006, intima a Cimmino (Fabio) di saggiare i prodotti di questo Domaine dicendogli: “ti sembrerà di ciucciare i sassi!”. Due anni dopo, Cimmino, mi intima di bere i vini di questo Domaine, e di non farmi scappare l’occasione. È così che mi ritrovo - nello splendido scenario della settecentesca Villa da Porto Zordan detta La Favorita, a Sarego, Vicenza - alle dieci di un mattino innanzi ad un giovanotto smilzo dai lunghi capelli biondicci raccolti in una coda, un folletto i cui occhi ridanciani non smettono mai di fermarsi e sprizzare giovialità, che sorridendo cerca di raccontare, ad uno che non spiccica una parola di francese, dei suoi vini. Già, i suoi vini. L’azienda è composta da una famiglia di viticoltori, divisa in due cantine (Domaine Labet e Julien Labet): stesso stile, stessa idea del vino, ma a ciascuno le loro cuvèes e il loro terroirs. L’equipe, come recita la descrizione dell’azienda, è composta da “Alain, Josie, Romain, Charline e, appunto, Julien Labet, talvolta da qualche salariato, amico di passaggio, girovago del mondo magnifico e poeti della dive bouteille”; non si usano pesticidi, né concimi. Molte delle viti di Chardonnay sono ultracentenarie, in questo caso hanno 65 anni d’età, inutile dire, che come ho scritto in apertura citando Ziliani, qui è il terroir a fare la differenza nell’immensa purezza di una mineralità cristallina. Ho saggiato tutti i bianchi, Chardonnay e Savagnin in purezza o combinati sapientemente, dal Vin jaune al Vin de paille, ed erano tutti superbamente buoni. Questo si è presentato di un affascinante color oro, brillante e luminoso; al naso a zaffate intense: frutta matura e piena, sensazioni balsamiche di menta e canfora, note boisè di un legno ben dosato, erbe aromatiche e spezie. Al palato una trascinante mineralità ed acidità, una pienezza del sorso che al centro bocca si ampliava magnificamente: orizzontale e verticale. E, finita la bottiglia, non rimane altro da fare che alzarsi di scatto e gridare: vive la France!!! Per rifarsi, Paolo Conte canta Bartali….che ai francesi le balle ancora gli girano.

posted by Mauro Erro @ 11:58,

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